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  1. Finalmente posso rivedere gli amici lontani, e riabbracciare quelli vicini ci sarò sicuramente. = 58
  2. Giovanni, però con la neve il silenzio diviene ancora più "assordante". Non ti sembra ? hai perfettamente ragione Stefano, passeggiare nel silenzio assoluto generato dalla neve è una esperienza unica.
  3. grazie per aver condiviso virtualmente questa passeggiata. ... carletto
  4. ...calcare la prima neve è sempre meraviglioso, se poi riesci a farlo ai primi di novembre diviene anche straordinario Raffaella è proprio questa possibilità a rendere un'escursione con le ciaspole una esperienza unica.
  5. ....mi sarebbe veramente difficile, caro Massimo, pensare di vivere senza quei ricordi (nel bene o nel male) ..mi sembrava doveroso (nel senso più positivo del termine) scriverlo "soprattutto qui", anche se nel Blog c'è sempre qualcosa in più. (l'accompagnamento di una certa musica) :biggrin: ...immagini che non ci abbandonano più
  6. "Non basta aprire la finestra per vedere la montagna e la neve. Non basta non essere ciechi per vedere gli alberi e i fiori. C'è solo una finestra chiusa e tutto il mondo fuori; e un sogno di ciò che potrebbe essere visto se la finestra si aprisse". F. Pessoa
  7. Camminare non serve per tenersi in forma, ma a dare forma alla vita.
  8. Camminare sulla neve dove ogni passo diventa un respiro che muove il passo successivo e ogni respiro alimenta il nostro cuore , e quando il cammino diventa sicuro e il passo delicato, allora mi piace pensare che sicuramente esiste quella invisibile via che unisce la terra al cielo.
  9. Camminare sulla neve non è assordante come una pista da sci, ma è.................... E solo allora ci rendiamo conto che, spesso, i silenzi sono importanti quanto i suoni. Proprio come in una di quelle conversazioni che ci mettono in gioco, quando le pause contano come o addirittura più delle parole, perché ci danno il tempo di mettere meglio a fuoco i pensieri, riorganizzare le emozioni e suturare certe ferite.
  10. Camminare sulla neve non è esaltante come skyrunning, ma è un modo per rallentare il ritmo e per un istante fare posto ai ricordi, alla memoria di persone perse e da cui la vita ci ha separati.
  11. Camminare sulla neve non è ecclattante come una scalata in parete, ma è semplicemente accarezzare un sentiero per uscirne dalla traccia senza impegno, per fermarsi prima, per decidere di cambiare percorso, per rincorrere un'altra idea, ..per inseguire un bosco o una montagna che ti sono cari.............
  12. Camminare sulla neve non è uno sport ricco di emozioni come lo scialpinismo, ma è un'arte povera, un far niente pieno di cose. Così pensavo mentre, salito sulla cresta, davanti a me sulla mia sinistra mi sono apparse le Pale di San Martino. La luce del meriggio donava alle vette il colore dolomitico per cui sono famose.
  13. Il sole si avviava oramai al tramonto; il momento più freddo della giornata. Poco prima uno sciatore solitario era passato lungo la stradina ed era sceso verso il parcheggio. Certamente era uno che non amava le piste affollate e gli impianti di risalita. Un solitario, come me, che amava il suo inverno con i ricordi e i pensieri chiari.
  14. Sentivo il mio corpo non aver più peso, e diventarmi leggero il passo. Camminavo vagando di pensiero in pensiero, in un infinito tra gli alberi innevati anche le cose più "brutte" della vita mi sembravano più chiare.
  15. Come ogni stagione, anche ogni neve ha il suo nome. Quella che abbiamo ora in Altopiano, non è la brüskalan, ma la neve d'autunno. Ma poco importa. Anche se la neve sembra tutto mortificare, nella nuova luce del bosco si riprende a vivere. Oggi mentre camminavo immerso in quel bianco di luce propria, tra gli alti tronchi muschiati d'argento, pure il tempo mi sembrava irreale e mi sembrava di vivere in un mondo metafisico, come dentro un sogno.
  16. In montagna con l'alternarsi delle stagioni si incontrano diversi tipi di neve. Mario Rigoni Stern fa un celebre elenco di nomi perduti, un tempo dati dalle sue parti. Brüskalan; la prima neve. Nevicava, anche a ottobre e a novembre, ma la neve autunnale è una neve fiacca, flaccida, che si attacca agli scarponi. Ma quando brüskalanava era diverso. Il terreno dopo l’estate di San Martino era ben gelato e risuonava sotto le nostre scarpe chiodate con brocche e giazzini. Lo si sentiva nell’aria l’odore della prima neve: un odore pulito, leggero; più buono e grato di quello della nebbia. Tratto da Sentieri sotto la neve di M. Rigono Stern
  17. Arturo: penso, come Giorgio, che alcune escursioni debbano essere trascritti in un 3D proprio per poter essere condivisi Pasquale: il mio non vuole solo essere un ricordo di Giorgio ma uno stimolo per una condivisione allargata al Col Ombert per il prossimo anno. stewei: grazie!! è propri come hai visto tu Giancarlo: Tutti abbiamo paura quando affrontiamo la "Montagna", il problema è riuscire a controllarla. Per il prossimo anno vedremo... Alberto: .....denso di ricordi e riflessioni, proprio così. Stefy: la neve è stata una bellissima sorpresa e ha trasformato il paesaggio. PS. Mi scuso con tutti per le foto che sono veramente pessime, ma non riesco proprio a ridimensionarle a 120k senza perdere moltissimo in qualità.
  18. ...E' un paesaggio quasi irreale quello che mi accompagna durante il ritorno, che però riesce a riconciliarmi con me stesso e con la montagna, e soprattutto con la nostalgia di un bisogno di condivisione oramai negato per sempre e che al sopraggiungere di ogni autunno invade il mio animo, proprio come il tempo che ha accompagnato questo sentiero della memoria.
  19. Ridiscendo velocemente lungo la carrareccia che attraversa i pendii e i prati della testata sud della valle. Il silenzio è assoluto, rotto solamente dal rumore smorzato dei miei passi sull'erba coperta dalla prima neve.
  20. Ora le neve fiocca con più intensità e il paesaggio perde sempre di più i propri colori autunnali per assumere un aspetto uniforme, quasi invernale.
  21. Mi fermo un attimo e guardo a destra, sopra il rifugio, dove ritrovo la massiccia mole della montagna che oggi mi ha svelato alcuni aspetti del suo carattere permettendomi di conoscerla un pò più da vicino.
  22. La gioia però dura poco perché subito permeata dalla tristezza e dal rammarico per non avere la possibilità di osservare uno dei panorami di vetta più belli per una cima non eccessivamente elevata come il Col Ombert (2.670 m) a causa di un tempo cupo e di nubi basse che oscurano tutto il paesaggio intorno. Il tempo di una foto con i compagni di scalata e poi la discesa fino ai piani delle "Laste" seguendo inizialmente il sentiero 609 che porta al rifugio Contrin. Ora la neve sta aumentando anche se i fiocchi sono così piccoli che sembrano palline di polistirolo. Cerchiamo, non senza qualche difficoltà, e troviamo la traccia di sentiero che, staccandosi dal 609 ci porta, perdendo circa 50 metri di quota, lungo la base della parete nord del Col Ombert al Passo di S. Nicolò.
  23. Superato non senza qualche difficoltà l'ultimo tratto tra friabili roccette e ghiaino mi ritrovo in vetta. Tutte le volte che riesco a raggiungere la cima di una montagna scopro che più salgo in alto e più riesco a scendere dentro me stesso, a riconoscere i miei limiti, le mie debolezze, e i miei bisogni. Accettando me stesso come piccola parte di un tutto.
  24. Devo attraversare questa conca detritica per arrivare al più presto all’attacco del sentiero. Il tempo continua a peggiorare e aumenta la paura di non poter arrivare alla vetta. Affretto il passo, tra i sassi resti di legni, muri e fortificazioni austriache mi ricordano che questi sono stati luoghi di sofferenza e morte durante la Grande Guerra. Oramai siamo vicini ad incrociare il sentiero che proviene dal Passo S. Nicolò e quindi alla ripidissima lingua di terra della valletta che ci porterà alla cima. Salgo lentamente a causa del vento che continua a sferzarmi il viso e a congelarmi le mani, con la nebbia e le nubi che hanno completamente oscurato alla mia destra le strapiombanti rocce della parete sud della Marmolada. Sulla destra inquadro, nell'ultima schiarita che questo tempo autunnale mi concede, il Piz Ciavazes del Sella e ancora più a destra i contrafforti occidentali della piramide del Piz Boè.
  25. La neve caduta ieri mi facilità l'individuazione del percorso che dovrò affrontare per salire alla vetta la cui croce ora riesco ad intravvedere sulla cima più alta e più lontana. Laggiù proprio davanti a me il canalone di terra e di ghiaietto che dovrò risalire…con il sentiero ben evidenziato dalla striscia bianca di neve.
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