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  1. Vi riporto il link che ho trovato su internet per coloro volessero approfondire l'argomento Emergenza funghi
  2. Ne parlavamo con Gava sabato scorso durante una breve ma intensa escursione sull'Abetone e quindi leggo e riporto per stimolare la discussione l'articolo apparso nell'ultimo numero della rivista del C.A.I. "In 50 giorni, tra il 12 luglio e l'8 settembre, sono morti 43 cercatori di funghi, la stragrande maggioranza concentrata sull'arco alpino. Le cifre sono impressionanti con una previsione del doppio dei decessi rispetto alle annate peggiori: dei 43 morti, 32 sono over 60, 7 superano gli 80 anni e solo 3 ne hanno meno di 40. Della folla che si riversa ogni anno per le vallate alpine molti sembrano essere sprovvisti delle principali cognizioni sulla sicurezza in montagna: concentrati sulla ricerca del fungo, perdono spesso l'orientamento e non pianificano il percorso cercando anzi spesso di sviare possibili emulatori, finendo per far perdere le tracce anche ai potenziali soccorritori."
  3. Ho letto e riletto il post cercando di immaginarmi le istantanee che scaturivano dalle tue parole aiutato anche dalle foto. Non c'è mai nulla di scontato nei tuoi 3D, niente che possa sembrare un dejà vu. Forse, come dice giustamente Raffaella, anche se i luoghi sono gli stessi, le impressioni e le inquadrature fanno sembrare quei boschi e quei crinali sempre nuovi. Quando ti leggo, come ti ho già detto in altro post, riconosco emozioni e colori dell'anima che sento e provo quando salgo in montagna e cerco nei miei boschi, anche se diversi per conformazione e nascite. m
  4. testa

    Clitocybe geotropa

    sono partite............ veramente ottime con le lasagnette fatte in casa.
  5. appunto....... l'ho sempre sostenuto anch'io :tongue: e come se tu, caro Marco, pretendessi scrivere un libro sulla caccia alle beccacce
  6. Of topic: non leggere quello che non è scritto; la mia è una perplessità (e si vede chiaramente dalla smile) e non un commento.
  7. Bellissimo post Samuele, costruito con leggerezza e con lo spirito da vero alpino. Bellissime anche le foto di paesaggi e montagne di una zona che io apprezzo molto. Forse di più nella sua veste invernale perché in quella estiva è fin troppo frequentata e assediata. ps nessun commento nei riguardi della modalità con cui il moderatore è intervenuto.
  8. ....grazie ancora per avermi guidato tra questi sassi e gallerie nei racconti di una storia che sembra lontana, e che alcuni vorrebbero far dimenticare esorcizzandola, ma che invece è ancora molto vicina sia nel tempo che nel pensiero. E pensare che questi luoghi sono stati vissuti anche nei mesi invernali con 4 metri di neve sulla testa e un freddo "boia" (inverno del 1916/17). ....e quando il conflitto finì, la guerra per tutti quelli che risiedevano nell'Altopiano continuò per anni e anni. Per capirne il senso profondo bisogna leggere "L'anno della vittoria" e "Le stagioni di Giacomo" di M. Rigoni Stern.
  9. ....da leggere e rileggere con calma soffermandoci per lasciare sempre alcuni minuti di silenzio alle immagini che questo racconto evoca in noi.
  10. Hai ragione Renato, quei luoghi odorano di poesia in ogni cosa e in ogni dove. E poi come non essere fedeli ad una Valle laterale alla Pusteria che ti regala ogni anno delle perle e delle autentiche sorprese come quelle che hai fotografato ?
  11. ....alcune piante si prestavano a.........diverse interpretazioni.
  12. .....certo qualcuno avrebbe preferito uno stinco con grostle, ma certamente il posto era splendido e.............
  13. Dopo una passeggiata che ci ha riempito il cuore e risollevato lo spirito, era giusto cercare un posto per mangiare che fosse all'altezza del luogo che stavamo frequentando. Gostner Schwaige è la malga ideale dove, a 1930 metri, si celebra alta cucina. In tutti i sensi. Terrina di ricotta con erbe e fiori del campo
  14. Il giro della Bullaccia ti permette di godere di un panorama unico, che quasi stordisce: Sciliar, Sassopiatto, Sassolungo, tutta la Valgardena, l’occhio corre fino alle montagne al confine con l’Austria, torna verso ovest dove si vede il massiccio dell’Ortles-Cevedale per tornare allo Sciliar. Gli amanti della montagna rischiano il collasso, il cuore si apre davanti a tanta bellezza e si ci si sente in pace con il mondo! Forse è davvero un luogo magico, come lo sono il Sassolungo e il Sassopiatto. Panorama dalla Bullaccia
  15. Le cime più note oramai a forza di ripetertele le hai imparate a memoria, anche perché da giovane (quando eri quasi un vero alpino che camminava per ore senza lamentarti) hai frequentato per molti anni Castelrotto e l'Alpe di Siusi e qualche ricordo delle vette ti è rimasto Da destra a sinistra: Sasso Piatto , Sassolungo e gruppo del Sella
  16. Ecco bravo hai fatto bene a ricordarlo perché ti avrebbe subito corretto dicendoti che quelli in primo piano nella foto soni i denti di Terrarossa. Si scherzava sempre su questa nostra ignoranza difronte al Prof.: Averau, Nuvolau, Antelao,.......... Menelao
  17. .....chiamala "piccola".........
  18. sono perfettamente d'accordo con te, probabilmente sono io che avevo interpretato male. Hai ragione, gli ultimi studi pubblicati dall'Università di Trieste stimano che "...solo l'1% delle zecche siano infette In effetti il tasso di infezione nelle zecche, correlato alla possibilità di trasmissione all’uomo, è in generale inferiore all’1%, con variazioni in focolai locali da 0,4% a 2,2%. Nell'uomo, dopo il morso di zecca infetta, nel 70-90 % dei soggetti che acquisiscono l'infezione, essa decorre in modo asintomatico. Nel restante 10-30 % dei casi, dopo il periodo di incubazione dal morso, insorge una malattia clinicamente evidente. " Poi ci sono i casi come il mio. L'unica zecca che mi ha morso (in zona Agordino) era infetta e mi son ritrovato con un Eritema migrante e con il test positivo dopo 35 giorni. Questa non è statistica ma "sfortuna". ps a dire il vero io non avevo scritto "sfortuna" , ma sfi......
  19. senza voler in alcun modo volere entrare in contrapposizione con te Fabio, ma mi sembra corretto evidenziare come, nelle zone in cui le zecche sono portatrici di alcuni batteri come le spirochete appartenenti al complesso Borrelia che provocano la malattia di Lyme, oppure di Flavivirus denominato TBE virus (TBEV) che provoca una encefalite, tali malattie portino, se non adeguatamente riconosciute e curate, a gravi lesioni sia nervose che cardiache, come giustamente sottolineava Max, fino ad essere mortali (anche se per fortuna in pochissimi e rari casi in Italia) come nel caso della TBE. Tanto è vero che, dopo l'Austria, anche la Regione del Friuli ha iniziato da due anni una campagna di vaccinazione della popolazione esposta al rischio di punture da zecche (nelle zone infette dal virus della TBE).
  20. l'arrossamento che è comparso in questi giorni è dovuto essenzialmente ad una irritazione (forse infiammazione) del derma alle sostanze che la zecca ti inietta per poter fare il suo lauto pasto. Invece l'"eritema migrante" di cui si parla è un arrossamento a cerchi concentrici che compare solamente dopo 30-40 giorni dalla puntura della zecca ed è indicativo di una infezione da spirochetta (batterio che la zecca può trasmettere). Solo allora ti conviene farti vedere da uno specialista per gli eventuali esami ematochimici e soprattutto per il test per la ricerca degli anticorpi anti-Borrellia burgdorferi che è l'unico che può darti la quasi certezza di aver contratto la malattia di Lyme o Borreliosi. E solamente in quel caso va instaurata una terapia antibiotica Come giustamente hai scritto, se si prendono prima la terapia antibiotica (soprattutto se non specifica), questa può mascherare una successiva infiammazione che risulterebbe ben più grave. Se hai ancora dubbi puoi chiedere anche per MP ciao
  21. E' stato un raduno fantastico, Ho seguito la sfilata quasi per l'intera diretta televisiva. Ed è stata magnifica, a tratti anche emozionante. (grazie anche ad uno speaker che riusciva a coinvolgerti emotivamente). Fino a qualche anno fa anche la RAI trasmetteva la sfilata, ora non più. Certo che, se vogliamo continuare ad educare i nostri figli a sesso e successo, alcool e divertimento, droga e soldi allora è giusto scegliere di continuare a mandare in onda programmi quali "La pupa ed il secchione" o "Il grande fratello" ........ piuttosto che una sfilata che ci ricorda continuamente quali sono le radici di un popolo, che ci riporta la memoria della nostra storia e dei valori fondamentali di una terra che abitiamo e che vorremmo abitare ancora. ps scusate la predica, ma quando ci vuole, ci vuole
  22. Innanzitutto Stefano, mi unisco al coro di quelli che mi hanno preceduto per farti i miei complimenti Foto di una bellezza straordinaria anche perché i soggetti sono in habitat. Spesso si vedono in giro delle belle foto ma con lo sfondo modificato. E questo fa perdere un elemento fondamentale nella osservazione naturalistica dei nostri amici volatili. Le tue foto hanno un valore aggiunto impagabile. Poi sarebbe veramente bello ed interessante che tu riuscissi a fare un 3D specifico per ogni specie. In questo modo si riuscirebbe ad apprendere e a riconoscere meglio ciascuna specie e ad inserire foto ad hoc. un abbraccio grande Ste'
  23. testa

    Morchelle e Helvelle

    Carletto, Carletto, di boleti sei un gran fungaiolo, ma delle morchelle ........ quella nella foto del post 5 è una mytrophora e non una morchella conica. Si capisce chiaramente che queste tipi di funghi non ti interessano minimamente, altrimenti ti applicheresti di pù nel loro studio e nella loro trasformazione gastronomica. Lasagnette con spugnole gialle e ragù di tordi
  24. testa

    Erbe spontanee

    Sul finire dell’inverno e fino a tarda primavera si può raccoglier l'intera piantina compresa la radice ormai ingrossata. Il sapore dolciastro e gradevole di questa ultima è dovuto al fatto che le riserve, come in genere in tutte le Campanulacee, sono costituite da inulina anziché da amido. Se trovarle e raccoglierle non è semplice, pulirle a casa lo è ancora meno: le foglie più belle vanno isolate e le radici, anche quelle di pochi centimetri vanno grattate una per una senza staccarle dalle foglioline per togliere la pellicina che avvolge la rapa e che ne limita la croccantezza. Ma alla fine il risultato è veramente eccezionale. Provare per credere
  25. testa

    Erbe spontanee

    Il “rampusolo”, come viene chiamato nel Vicentino, cresce ai margini dei vicoli di campagna e delle strade, fino ad 800-1.000 metri di altezza, e già d’inverno la sua bianca radice è sviluppata nel terreno, lunga e affusolata. Il raperonzolo, pianta erbacea annua o biennale appartenente alla famiglia delle Campanulacee, è una delle moltissime specie del genere Campanula presenti nella nostra flora spontanea. I suoi fiori, dalla corolla blu o lilla a forma di campanella, hanno suggerito il nome del genere che deriva dal latino e significa piccola campana. Il nome rapunculus (dal latino rapa) è derivato, invece, dall’uso culinario che si è sempre fatto della sua radice.
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