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Ennio

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  1. 8) e questa è la mitica Sibilla, deturpata da questa insensata strada che arriva a quota 2000, costata tanti soldi è che ha provocato solo un grosso danno ambientale! Sullo sfondo ancora i prati fumanti.
  2. 7) Il mio compagno di escursione sulla cime del m. Torrone m.2117 slm, si vede anche una parte del percorso fatto e il m. Sibilla, quelle non sono nuvole, ma sempre il fumo dell'incendio prativo dei pascoli che da qualche anno non erano più utilizzati per il pascolo delle greggi.
  3. 6) si sale, eh!!, certo che tra saliscendi se ne fanno di km!
  4. 5) Ancora uno scorcio delle creste, tanto per dare un'idea delle pendenze !! ma a quei tempi chi le sentiva le salite, eh!
  5. 4) qui siamo nelle creste del m. Torrone, un'altra antecima del Vettore, sullo sfondo il m. Sibilla m. 2173 slm, il fumo che si vede nello sfondo non è l'Etna, bensì un incendio dei prati (secchi) dei versanti del m. Priora causati da un fulmine a ciel sereno e spento alcuni giorno dopo con i canadair che "pescavano" l'acqua dal lago di Gerosa
  6. 3) ed eccoci sulla prima delle cime del Vettore, il m. Banditello m. 1873 slm.
  7. 2) qui siamo sui ripidi crinali del m. Banditello, una delle antecime del Vettore (Serafino e Rossano le hanno illustrate poco tempo fa in cerca di T. goniospermum).
  8. Ciao a tutti, il giorno del matrimonio di mio figlio Paolo (6 luglio) un mio vecchio amico e compagno di escursioni montanare mi dice: ho un piccolo regalo anche per il padre dello sposo e mi consegna un CD con le foto di escursioni degli anni passati. Questa del 7 settembre 1993 (20 anni fa) desidero farvela vedere, si tratta della salita al M. Vettore, m. 2476 slm con partenza da Altino m. 1000 slm, (località nei pressi del nostro ultimo raduno), e termine a Foce di Montemonaco m. 945 slm. dopo aver raggiunto la vetta e aver fatto tutto il giro delle creste e scesi al lago di Pilato m.1940 slm. fino a Foce dove ci hanno recuperato le nostre consorti). E' una via che pochi fanno, lunga, con molti ripidi saliscendi tortuosi con uno sviluppo chilometrico di oltre 14 km km e altimetrico di quasi 4000 m. Buona passeggiata a tutti, comodi, eh! non vi affaticate mi raccomando!! Ennio. 1) Qui siamo alla partenza da Altino dove le signore ci hanno lasciato; verranno a prenderci la sera a Foce dopo quasi 10 ore di scarpinata, eh!, ma eravamo giovani!!!
  9. Ciao Aldo, sempre belle queste tue escursioni, però io non mi sono stancato, ehh! Ennio.
  10. Ciao Stefano, ora non mi sento più solo nel presentare fungacci, meno male, ehh! bello questo post, ti aggiungo, visto che è stato nominato, un Boletus aemilii = B. spretus, dia scan risalente al 2001. Un salutone anche agli amici AMB di Pesaro, Ennio.
  11. Ciao Marco (ma vale per tutti), premesso che la prudenza e la buona conoscenza morfologico-botanica delle specie che si vogliono raccogliere sono condizioni basilari per evitare intossicazioni, nel Genere Russula, possiamo andare un pò tranquilli in quanto al suo interno non ci sono specie mortali o velenose, ma solo tossiche. Inoltre, solo per le Russula vale la prova dell'assaggio: se la carne è dolce o mite, allora si possono consumare debitamente cotte, se la carne è piccante, acre o pepata, in questi casi non sono commestibili. Ribadisco che questa prova, che consiste nel pasteggiare in bocca un pezzettino di fungo (carne e lamelle comprese) per almeno 40 secondi) ha la sua bella eccezione in Russula olivacea (carne dolce ma tossica se cotta poco) vale solo per le Russula che sono funghi a carne cassante (si rompono come un gessetto o polistirolo non sfilacciandosi) e non emettono lattice a differenza dei Lactarius. Perciò solo se si è in grado di riconoscere correttamente questo Genere si può fare la "prova assaggio" altrimenti ci sono sempre gli Ispettorati Micologici delle ASL a disposizione per il controllo dei funghi raccolti. Un saluto bionico a tutti, Ennio.
  12. Ciao Marci, la cuticola pileica (detta anche pileipellis) altro non è che "pelle" che ricopre la superfice del cappello, pileica in quanto tecnicamente il cappello è detto "pilèo". Può essere di diversi tipologie asseconda della struttura delle ife che la compongono e che sono differenziate dalla sottostante carne del cappello; può essere asciutta, viscida, vischiosa, screpolata, liscia, irsuta, variamente colorata, ecc. Nelle Russula in particolare, i colori vanno dal bianco fino al nerastro passando per tutte le tonalità intermedie un abbraccio bionico, Ennio.
  13. 7) Ultima specie trovata: Cantharellus pallens = C. subpruinosus, = C. ferruginascens, ecc. Indubbiamente è la specie più "pregiata" trovata ieri, ma come potete vedere dalla foto, il secco li sta disidratando e sono destinati a seccarsi sul posto (fatica risparmiata per chi ha l'abitudine di conservarli secchi). NB: normalmente in questa cerreta a giugno-luglio se ne trovavano in notevoli quantità spesso a piccoli gruppetti o addirittura cespitosi. quest'anno pochi e secchi, speriamo che prima o poi piova, sennò c'è il rischio che saltino le fruttificazioni estive. Le altre specie viste (solo 1-2 esemplari per tipo) Clathrus ruber, Psathyrella candolleana, Hapalopilus rutilans, Russula virescens, Russula nigricans, Russula risigallina, Xerocomus subtomentosus, Amanita pantherina, Un caro saluto a tutti, Ennio. PS: pubblicità .... nella Sezione "Vivere la montagna ed i suoi paesaggi" appena posso, posterò una vera "chicca" sui Sibillini.
  14. 6) Altro leccino: Leccinum carpini che però a dispetto del nome non cresce solo sotto carpino, anche se è molto frequente in quell'habitat, anche questa specie ha carne ingrigente, fibrosa nel gambo e commestibilità mediocre.
  15. 5) Ancora Leccinum crocipodium, si può notare alla sezione, una leggera tonalità rosata della carne ed un inizio di annerimento.
  16. 4) Un'altra conferma che questa stagione anomala fa trovare specie insolite è questa: Leccinum crocipodium, erano diversi anni che dalle mie parti non si trovava, il suo vecchio nome "Boletus tessellatus", indica che la cuticola a maturità e con il caldo tende a fessurarsi in areole, questi sono esemplari giovani cresciuti nella parte più fresca (o meglio, meno secca) della cerreta. Carne prima soda poi molle, bianco giallina, poi rosata e infine quasi annerente, commestibile mediocre, i gambi sono fibrosi e da scartare.
  17. 3) Su un tronco di Cerro a terra, nonostante il secco, l'immancabile Pluteus cervinus, non commestibile per i caratteristico odore rafanoide terroso, lamelle prima bianche poi rosa salmone a maturità, cappello color marrone-nocciola che con il secco tende a sbiadire, specie essenzialmente e fortemente saprofita, perciò molto utile alla "riconversione" e mineralizzazione della sostanza organica morta.
  18. 2) Altra specie commestibile ma un pò più difficile da riconoscere: Russula heterophylla, normalmente si presenta con una cuticola pileica sul verde-giallino-olivastro a volte con con chiazze decolorate, lamelle bianche abbastanza friabili tipicamente forcate all'inserzione con il gambo, carne dolce, è molto frequente anche nelle faggete calcaree. Attenzione per i principianti: nella cronistoria tossicologica italiana, Amanita phalloides è stata scambiata con questa Russula, che però non ha anello ne volva, ma si sà: l'imperizia e l'imprudenza a volte sono fatali, ehh!
  19. Ciao a tutti, accompagnato come ormai consuetudine, ieri alcuni soci mi hanno portato in una cerreta pura a 600 m. slm, escursione proprio da "pascià", con un fuoristrada siamo arrivati in cima a una collinetta e poi pian piano sono (siamo) scesi a valle sempre in leggera discesa per poche decine di metri di dislivello, scendendo di quota e camminando a zig-.zag, abbiamo trovato solo qualche fungaccio e mal ridotto, ma è servito per allenare i muscoli e respirare un pò di aria fresca e pulita (cosa santa per il mio cuore, ehh!, poi l'autista è risalito a recuperare il fuoristrada mentre il resto della compagnia aspettava beatamente all'ombra. A seguire le foto di alcune delle specie trovate che valeva la pena di essere fotografate, le altre le elenco solamente. 1) Russula vesca, la più frequente in questa cerreta, ma solo 3 o 4 esemplare erano passabili (per la padella), peccato perchè è un fungo molto buono dalla carne dolce profumata di nocciola fresca. Con un pò di pratica si può imparare a riconoscerla bene per il cappello decolorato su tonalità pastello mai sgargianti, la carne dolce, le lamelle bianche macchiate di ruggine a maturità e la cuticola che tende a "ritirarsi.
  20. Ciao a tutti, sono iscritto da aprile 2006, molte facce di questo post mi sono ritornate alla mente, molti erano assidui e attivi frequentatori del forum, con alcuni abbiamo condiviso moltissimi post, costatare adesso che si sono allontanati da APB (non ne conosco le motivazioni) mi pervade un senso di profonda nostalgia e tristezza. Chissà se a suo tempo motivarono il loro "abbandono" io non ricordo, capisco che per svariate ragioni non si può essere sempre presenti e questo fa parte della vita, lo comprendo e lo accetto, mi dispiacerebbe solo se si fossero allontanati a seguito di eventuali "torti subiti" e/o divergenze profonde con altri soci. Credo comunque che la porta di APB sia sempre "aperta" come per il figliol prodico del vangelo. Sinceri complimenti e grazie per questo post. Un saluto a tutti gli amici rivisti in queste immagini, spero che almeno io, non vi abbia creato dei problemi di "convivenza", Ennio.
  21. Ennio

    Il piccolo ruggito dei Sibillini.

    bella Andrè, allora aspettiamo il prossimo ruggito, un saluto anche a Lucia, Ennio.
  22. Ennio

    giugno

    forza Presidente, continua così, Ennio.
  23. mi unisco con piacere a questo saluto sperando che col tempo si appassionino anche ai "fungacci", Ennio.
  24. Ennio

    Pranzo dei pensionati

    ... acc..ormai chi lo ferma più, se tanto faceva prima, immaginatevi ora che è pensionato, ve convene appenne er cesto ar chiodo e stanne a casa tutti perchè mo li funghi li prenne tutti Lucià, ehh!! in bocca al lupo amico mio Ennio.
  25. Ennio

    TURINISTI ... si diventa

    ....meglio dei porcini, parola di esperto, ehh! ciao, Ennio.
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