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lorenz

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  1. Quello di Ille sembrerebbe un Tricholoma album, quello di Mitler una Cortinariacea, forse un Hebeloma
  2. Il genere è Tulostoma, la specie forse T. brumale. Non so se è l'unico T. che cresce in Italia
  3. lorenz

    Tricholoma caligatum

    Bellissime foto di un fungo particolarissimo, che negli anni scorsi trovavo spesso sulle colline livornesi in ambiente di macchia mediterranea pura :wink: Dal punto di vista morfologico ... non so, procedendo a spanne mi dà l'idea che possa anche essere interpretato un po' come un anello di congiunzione fra i Tricholoma e le Squamanita (che sono appunto Tricholomataceae, e non Amanitaceae). Che ne dite? L'ho buttata abbastanza fuori?
  4. I castaneus in moderate quantità stanno benissimo in un misto. Eccedendo, a seconda della sensibilità personale, possono farti passare una nottata in bagno (esperienza diretta di amici) :biggrin:
  5. Sulla costa toscana sono cresciuti nel momento giusto, un mesetto fa; ne ho fatti diversi e li ho messi in un misto .... ottimi :biggrin: Adesso invece non si vede ormai traccia di boletacea :biggrin:
  6. Io ho fatto così: li ho messi in ammollo e poi li ho cotti in un po' d'olio e prezzemolo (ogni tanto allungandoli con acqua calda per aumentare i tempi; poi dopo una buona mezz'ora ho aggiunto il riso
  7. ... che da un occhio non particolarmente allenato a mirare colori e dettagli potrebbe essere scambiato per un grosso Hygrophorus penarius.
  8. Avevo anch'io sentore, ma non mi sono azzardato a dirlo per "paura" di scrivere una cavolata
  9. Secondo indexfungorum addirittura il nome attuale della Macrolepiota venenata è: Chlorophyllum rhacodes (Vittad.) Vellinga [as 'rachodes'], Mycotaxon 83: 416 (2002) però c'è anche la voce: Macrolepiota rhacodes var. venenata (Bon) Gminder, (2003) Recent record: see Index of Fungi Qual è quella giusta?
  10. Sono spettacolari A casa mia ho la cucina perennemente inebriata di questa fragranza, nonostante gli erythropus siano in vasetti di vetro pressoché sigillati :biggrin:
  11. Abbi pietà, ma ho un po' di confusione in testa :hug2: : fra le due, la L. piperata è quella piccante e la L. caespitosa invece ha un sapore mite, giusto?
  12. Uh mamma! A prima vista mi sembrava una M. venenata! :biggrin: O lo è? ... :biggrin:
  13. La differenza principale fra i 2 dovrebbe essere il fatto che il C. amethysteus ha delle squamette sul cappello, mentre il C. lilacinopruinatus ha solo una pruina;: poi tutto il resto dovrebbe combaciare ... mi pare. Così ad occhio comunque sembrerebbe un lilacinopruinatus. :biggrin:
  14. Il fatto che la Nebularina sia idrosolubile l'ho trovato su wikipedia, tutto lì :hug2: Il resto sono cose che ho imparato negli anni da appassionato (sono il primo a dire che non conosco quasi niente della materia)
  15. Mio modesto parere (magari mi sbaglio): le tossine sono termolabili? Bene, allora una essiccazione accurata ALLa LUCE DIRETTA DEL SOLE o NELL'ESSICCATORE dovrebbero essere sufficienti a rendere innocue le tossine termolabili (l'essiccazione in forno invece secondo me è troppo rapida per sortire effetti); c'è chi secca i funghi in casa a temperatura ambiente, mettendoli sul ripiano dell'armadio ... ma secondo me in questo modo si mantengono tutte le tossine. Poi chiaramente una volta seccati i funghi, per mangiarli occorrerà farli rivenire in acqua (e qui elimini una tossina, la nebularina, che è idrosolubile) e farli cuocere in qualche modo: una cottura di almeno 10-15 minuti (in qualsiasi modo, sugo, in bianco, nel riso, ecc ecc) ti darà un'ulteriore sicurezza in tal senso. Lo stesso procedimento lo seguo con altri funghi dalle tossine termolabili, come le Morchelle (le spugnole primaverili) ed il Boletus erythropus.
  16. Certo, ti ringrazio dell'appunto, ma ne ero già a conoscenza In realtà nel mio intervento volevo anche scrivere che magari è meglio non raccoglierli, proprio per questo fatto qua, poi ho lasciato la palla a chi di dovere, io sono solo un appassionato (ma forse ho fatto peggio che meglio). Comunque fino a qualche anno fa facevo incetta di nebularis nel bosco, e lo mangiavo senza problemi; da quando ho saputo della possibile tossicità ne raccolgo solo un mezzo cestino l'anno, e solo esemplari giovani; poi li metto ad essiccare e ne faccio un paio di vasetti, che mi faccio durare tutto l'anno. (proprio domani mi farò una pasta con quelli, dei pinaroli e dei galletti). Comunque almeno per il momento non mi hanno mai dato fastidio in nessun modo e, almeno a vedere le analisi del sangue, il fegato è a postissimo :biggrin:
  17. Sono Clitocybe nebularis (Cimballi grigi), concordo. Fra 10-15 giorni torno a raccoglierne un po' per averne una scorta per l'anno prossimo, sperando che siano nati anche a basse quote
  18. Mi son permesso di fare personalmente qualche piccola modifica (a partire dal nome della pagina), sulla base di quello che mi ricordo a memoria, ma forse è meglio se interviene qualcun altro per eliminare le inesattezze più grosse Sicuramente mi puoi dare una mano in questo senso http://it.wikipedia.org/wiki/Clitocybe_nebularis
  19. Sono esemplari di Volvariella; mi viene in mente la possibilità che siano V. surrecta, i parassiti dei cimballi grigi (Clytocybe nebularis) Le foto che ti posto sembrano poter avvalorare questa possibilità: http://www.fungoceva.it/images/funghiceban..._surrectaGR.jpg http://www.pilze-basel.ch/Pilzbilder/volva...a_surrecta.html http://www.pilzepilze.de/piga/zeige.htm?na...riella_surrecta http://www.pilzfotopage.de/Agaricales2/ima...%20surrecta.jpg Fosse così sarebbe un bellissimo ritovamento, dal punto di vista meramente statistico.
  20. Asterophora, probabilmente parasitica, ma non è così chiaro dalla foto
  21. Da Wiki Commestibilità Commestibile con cautela; di sapore molto buono, ma deve essere ben cotto. Poco cotto può risultare indigesto e causare intossicazioni da accumulo a lungo termine. Secondo alcuni è addirittura da ritenersi "non commestibile". Da sottolineare che non di rado il carpoforo viene infestato da un altro fungo, la Volvariella surrecta che lo rende molto meno digeribile (anche se tale Volvariella non è tossica); è quindi importante saper riconoscere gli esemplari parassitati. Il parassita inizialmente si presenta solo come un sottile velo bianco, generalmente presente sulla cuticola (la pelle) del cappello. Dopo qualche giorno la L. Nebularis (magari in fase di marcescenza) potrebbe quindi presentare altri funghi sul cappello, di natura differente. Si sconsiglia pertanto la raccolta della L. nebularis, anche per quanto riguarda esemplari giovani, qualora sia presente una leggera pruina bianca sul cappello. Comunque il sapore molto forte non è gradito da tutti. Per i meno esperti, se ne sconsiglia il consumo, in quanto confondibile con l'Entoloma sinuatum, fungo molto velenoso, spesso mortale. La Lepista nebularis può causare intolleranze alimentari e comunque è un fungo molto pesante e va consumato occasionalmente. Secondo un recente studio svizzero sugli avvelenamenti da funghi, la L. nebularis contiene una modica quantità di Muscarina, elemento presente in quantità ben più cospicue nella Amanita muscaria, fungo dagli effetti allucinogeni molto potenti, e tossico; questo è un altro motivo per consumare la L. nebularis con molta moderazione. Consumi esagerati inoltre hanno causato nel tempo imprevedibili intossicazioni da accumulo. L'odore è intenso, quasi di "sudore". Alla cottura sprigiona un vapore molto fastidioso, in ambienti chiusi risulta quasi soffocante; a cottura terminata, l'odore cattivo passa completamente ed il fungo possiede un profumo gradevole ed un sapore dolce ed aromatico. Si raccomanda di buttare via l'acqua di cottura dopo la prebollitura ed anche dopo la cottura normale, anche per eliminare la Nebularina che infatti è una micotossina idrosolubile. La sua controversa commestibilità ha avuto l'effetto, peraltro prevedibile, di farne quasi cessare la raccolta, tranne in quei luoghi dove detta specie viene consumata per tradizione.
  22. lorenz

    Fungo "bastoncello"

    Mamma! Quand'ero piccolo (8-9 anni) entravo sempre nel bosco per cercare soprattutto loro; mi piacevano un sacco Si trovano abbastanza di frequente nelle mie zone, specie nei Quercus misti ed a quote di pianura
  23. Già, anche qui pulchrotinctus, nella 2° foto evidente il reticolo nell'esemplare di sinistra :biggrin:
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