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un anno di bilancio ambientale nazionale


Buteo

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Miglior contributo in questa discussione

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....e poi!!!

Se delle piccole aziende che riescono a mantener bassi i costi,

riuscissero a lanciare l'istallazione in alcune zone d'Italia,

niente potrebbero le Multinazionali ed i Governi che non aiutano tale alternativa per ovvii motivi! e si allargherebbe a macchia d'olio l'utilizzo di Pannelli solari.

La convenienza sarebbe sotto gli occhi di tutti!!

Si creerebbero anche posti di lavoro...

mica nulla!

 

Ciaciao... :)

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Confermo. Inoltre ti posso dire che fra le cose che abbiamo realizzato nella "mia" riserva naturale c'è una piccola casa didattica con installati una quindicina di moduli solari ed eolici presenti sul mercato con annessi misuratori a display che fanno capire quando stanno producendo i vari impianti in quel momento.

 

Purtroppo al momento il mercato degli installatori è scarso, mentre la produzione è ottima, pensa ci sono anche pannelli flessibili tipo foglio di plastica che si possono anche arrotolare!

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Per motivi di lavoro (faccio il geometra in una impresa di costruzioni) ho dovuto affrontare il problema il mese scorso.

Dobbiamo realizzare un grosso centro benessere ed i progettisti hanno pensato di mettere sia i pannelli solari che quelli fotovoltaici (anche per motivi di immagine: l'ecologico..... "tira")

Ho dovuto scartare i fotovoltaici perche' a conti fatti costano ancora troppo cari e non si ammortizzano in tempi ragionevoli, inoltre ancora L'energia elettrica all'Enel non si puo' vendere perche' manca una legge che dovrebbero comunque fare a breve.

I pannelli solari invece vanno bene perche' dobbiamo scaldare l'acqua di 3 piscine, altrimenti.....

 

Saluti

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La realtà è che già oggi sono disponibili tecnologie che potrebbero rendere inutile il nucleare, come ad esempio il solare. Secondo Rubbia basterebbero circa 50 km2 di pannelli a concetrazione installati in sicilia per sopperire a gran parte del fabbisogno, ma le lobby dle petrolio....

Comunque già ora esiste il risparmio che ognuno di noi può mettere in pratica comprando elettrodmestici e lampade a basso consumo, spegnendo a luce se non si usa ecc. sembra banale ma in realtà se tutti si comportassero così si abbatterebbero i consumi di molto.

Credo che gli interessi economici siano più forti di ogni principio.

Purtroppo l'esempio più eclatante è costituito dal motore per le autovetture:

nell'era hi-tech tutto ciò che è meccanica, elettronica e quant'altro, progredisce in maniera esponenziale. Non c'è mese senza novità.

 

Ma il motore dell'ultima berlina fa sempre 15 al litro come la giulietta di 30 anni or sono o la Fiat 127 di 1/4 di secolo fa.

Se i consumi fossero diminuiti in maniera direttamente proporzionale ai progressi fatti nel mondo dell'industria dovremmo avere auto che percorrono 50 Km con un litro di benzina.

 

Inoltre vi sono vetture ancora ed inevitabilmente "sperimentali" spinte da motori ad idrogeno che hanno bisogno di 10 anni di test per confermare la validità della struttura. Contestualmente (e per fortuna) non vengono più condotti esperimenti nucleari perchè sono simulati..... e mi pare evidente che sia qualcosa di leggermente più complicato da fare!

 

Il discorso è molto complesso e spesso va ricondotto ad una serie di responsabilità politiche nazionali ma soprattutto internazionali.

 

Gianky :D

Modificato da Gianky
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Coimunque concordo :  " Energia pulita , si può , anzi si deve  !! "

Non si scrive "coimunque", ma "comunque". ^_^

Forse è il peso dell'elmo :rolleyes:

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Post serio (quello di prima era solo una piccola vendetta per le tirate d'orecchi a mia sorella).

 

Vivo in città, non ho giardino e la mia casa è piccola, ma ha un terrazzo.

Con i pannelli solari posso solo produrre acqua calda.

Come fare ad essere autonoma anche per il restante fabbisogno di energia elettrica?

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Secondo Rubbia basterebbero circa 50 km2 di pannelli a concetrazione installati in sicilia per sopperire a gran parte del fabbisogno, ma le lobby dle petrolio....

 

Questa cosa è molto bella a leggerla sulle riviste, e sarebbe fantastica a poterla mettere in pratica, ma temo che, se ci si guarda un po' con attenzione, ci sia qualche problema.

La quantità di energia coinvolta potrebbe essere plausibile, ma se consideriamo i soli pannelli solari, facendo finta che costino 50 euro a metro quadro (con questo costo in realtà è più facile comperarsi il telo da mare per sdraiarsi a prendere il sole) se non sbaglio i conti salta fuori un costo - diciamolo in lire che è più immediato - di 250.000 miliardi, che non è poco. Consideriamo poi che questi pannelli farebbero le veci, "semplicemente", delle caldaie delle centrali, e che a questi pannelli dovrebbe essere associato un buon centinaio di gruppi-turbina da centrale molto grossa, con tutta l'accessoristica, la tuberia blindata per i sali fusi e per il vapore, i sistemi di sicurezza.... La spesa dei pannelli quindi si moltiplicherebbe per un coefficiente non trascurabile, un buon multiplo.

Ma c'è un'altra considerazione: quando li abbiamo messi in Sicilia, questi pannelli, l'acqua per il raffreddamento del vapore dove la prendiamo? Un complesso del genere, per il puro raffreddamento (altrimenti non lo si realizza proprio, è tecnicamente inattuabile) avrebbe bisogno dell'acqua di diversi fiumi PO (che uscirebbe dall'impianto calda come minestra di fagioli). Difficile trovarla in Sicilia, ma difficile (anzi impossibile) trovarla localizzata in qualsiasi altra parte d'Italia. A meno di non fare una centrale qua, una la', una a cento Km a destra, un'altra a cento Km a sinistra..., ossia a meno di disseminarle nelle zone più acquose (e certo non in Sicilia), proprio come lo sono adesso.

Se le disseminiamo - ed è agli antipodi rispetto alle ipotesi attribuite a Rubbia (ma mi chiedo quanto di queste cose sia realmente attribuibile a Rubbia e quanto ai giornalisti e alle varie persone che ne hanno scritto) - rimangono comunque i problemi di costo, che come visto sopra sono difficilmente sostenibili (a meno che non rinunciamo tutti a mangiare per qualche anno), oltre ai problemi connessi con il fatto che, notoriamente, anche la realizzazione della più piccola e pulità centrale idroelettrica o eolica si scontra sempre con la volontà dei comuni coinvolti, dei residenti della zona e della regione..... Chi si andrebbe a beccare zitto zitto vicino a casa una centrale del genere, pulita finchè si vuole ma enorme, anche ammesso che (sempre in zona con un fiume di buona portata, che magari ha già altre utilizzazioni) ci sia lo spazio per farla?

Mi pare che le cose stiano in questi termini, non è piacevole notarlo, ma può non rendere bene l'idea parlare di 50 km2 , che sembra un campetto di terra, invece che di duemilacinquecentomilioni di metri quadri da coprire con pannelli solari. :(

Salutoni

Alberto

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...non è proprio così,

i pannelli non sono pannelli solari,

ma a concentrazione solare...

fanno convergere i raggi su di un punto recettore,

in quel punto a surriscaldarsi e ad accumulare calore c'è un liquido (qui sta il nuovo)

che è in grado di accumulare energia in gran quantità.

 

Gibbo. :)

 

Riporto un articolo di Antonio Cianciullo su Repubblica:

 

Rubbia e la centrale di Archimede "Così catturerò l'energia del sole"

È la terza via delle rinnovabili. Una fonte pulita

perfettamente competitiva, abbondante e sicura

 

 

Il premio Nobel

Carlo Rubbia

 

 

ROMA - "Il nuovo solare termodinamico ad alta temperatura, l'energia catturata dagli specchi parabolici e immagazzinata da un fluido salino, è la terza via delle rinnovabili. Una fonte pulita, perfettamente competitiva, abbondante e sicura. Basta un quadrato di tre chilometri di lato, la lunghezza di una pista di aeroporto, per ottenere la stessa energia di una centrale nucleare. E per giunta è tecnologia italiana: una ricchezza che possiamo utilizzare direttamente ed esportare". E' un Carlo Rubbia in grande forma quello che si accinge a battezzare la fase uno del suo sogno. A meno di quattro anni dall'ideazione del progetto Archimede, il premio Nobel che guida l'Enea festeggerà oggi l'inaugurazione della nuova centrale elettrica di Priolo, in provincia di Siracusa, l'impianto Enel ristrutturato per far posto al sole. Si tratta della prima dimostrazione della realizzabilità del programma solare dell'Enea, un primo passo concreto che potrebbe aprire la strada a una filiera energetica made in Italy.

 

Eppure, dopo Archimede che l'aveva usata per altri scopi, questa forma di energia solare ha avuto poco successo. E l'esperienza della centrale siciliana a specchi di Adrano, che ha inghiottito molti fondi e prodotto poca energia, aveva indotto al pessimismo. Cosa è cambiato?

"Lasciando da parte Archimede, troviamo che il primo brevetto per gli specchi solari risale al 1860. Da allora è stato un succedersi di prove ed errori. Per esempio vent'anni fa, in California, avevano costruito centrali ibride che usavano il solare e il gas naturale, ma bastava una nuvoletta per bloccare il solare e far partire l'impianto a gas: il rendimento era scarso. E poi come fluido per accumulare il calore si usava un olio minerale poco sicuro e ad alto impatto ambientale. Oggi parliamo di una tecnologia completamente diversa".

 

 

Molto più affidabile?

"Non c'è paragone. Noi usiamo specchi di nuova progettazione che si muovono lungo l'arco della giornata seguendo il sole e quindi riescono a catturare più luce. Al posto del vecchio olio infiammabile abbiamo una miscela di sali fusi che non causa problemi e consente di accumulare l'energia in moda da renderla disponibile in ogni momento, anche quando non c'è il sole, in modo da ottenere la flessibilità richiesta dal mercato. E infine c'è il fattore temperatura che è fondamentale perché lo scopo finale è produrre vapore per far girare le turbine: la vecchia tecnologia solare non arrivava a superare i 350 gradi; ora raggiungiamo i 550 gradi, la stessa temperatura che si usa negli impianti a combustibili fossili".

 

Siamo comunque ancora alla fase di sperimentazione.

"Come esperimento pilota i 20 megawatt aggiunti dalle tecnologie solari alla centrale di Priolo non sono da buttar via: bastano a una città di 20 mila abitanti, consentono di risparmiare 12.500 tonnellate equivalenti di petrolio l'anno ed evitano l'emissione di 40 mila tonnellate l'anno di anidride carbonica. E il bello è che questo tipo di energia è conveniente: ai prezzi attuali l'impianto si ripaga in 6 anni e ne dura 30. Oltretutto, una volta avviata la produzione di massa, i prezzi di costruzione tenderanno al dimezzamento".

 

Quanto costa oggi un metro quadrato di specchi?

"Oggi, cioè in fase preindustriale, il costo complessivo dell'impianto oscilla tra i 100 e i 150 euro a metro quadrato. E da un metro quadrato si ricava ogni anno un'energia equivalente a quella di un barile di petrolio. Il che vuol dire che utilizzando un'area desertica o semidesertica di dieci chilometri quadrati si ottengono mille megawatt: la stessa energia che si ricava da un impianto nucleare o a combustibili fossili, ma con costi inferiori e con una lunga serie di problemi in meno".

 

Per esempio?

"Non si producono rifiuti né emissioni. L'energia è abbondante e rinnovabile. Non bisogna costruire sistemi di trasporto per i combustibili perché il sole arriva da solo. Gli investimenti e i costi sono più bassi rispetto alle centrali convenzionali. Il sistema è estremamente flessibile e si presta ad essere usato con impianti di piccola taglia in località isolate. I tempi di costruzione sono brevi, circa tre anni".

 

Ritiene che questa tecnologia cambi il ruolo delle rinnovabili?

"Secondo le previsioni dell'Iaea le rinnovabili di nuovo tipo, escludendo dunque l'idroelettrico e la biomassa tradizionale, non supereranno il 3,5 per cento del totale energetico nel 2030. Per andare oltre occorrono due condizioni. La prima è che i costi siano competitivi. La seconda è che il sistema sia flessibile: non a caso l'unica rinnovabile che ha mercato è l'idroelettrico perché le dighe consentono di usare l'acqua quando ce n'è bisogno. La tecnologia che si sperimenta a Priolo soddisfa entrambe queste condizioni".

 

Quanta energia si può produrre con questo tipo di centrali?

"In prospettiva, arrivando a un'applicazione industriale su larga scala, si può pensare che in regioni con una buona insolazione come il Sud dell'Italia si ricavi energia sufficiente a sostituire carbone, petrolio e metano".

 

Ma se la tecnologia è così semplice e i costi così bassi, perché il sistema non si è già imposto?

"Perché è un'idea nuova, e come tutte le idee nuove fatica ad essere assimilata. Noi stiamo aprendo un mercato dalle potenzialità enormi in un momento in cui c'è un disperato bisogno di un'energia non inquinante. Decidere tempi e modi spetta ai politici. Certo dal punto di vista scientifico una cosa va detta: o si lavora seriamente alla costruzione di un sistema energetico diverso da quello attuale, più pulito e in grado di ottenere più consenso, oppure si va avanti continuando a immettere gas serra nell'atmosfera e ci si assume il rischio dell'instabilità climatica legata a questo processo".

 

 

(19 maggio 2004)

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A conforto di quanto ho scritto sopra ho trovato questo articolo nel sito :

www.andreascarpini.it

lo incollo qui:

 

La tecnologia fotovoltaica (FV) consente di trasformare direttamente la luce solare in energia elettrica..

 

Essa sfrutta il cosiddetto effetto fotovoltaico che è basato sulle proprietà di alcuni materiali semiconduttori (fra cui il silicio, elemento molto diffuso in natura) che, opportunamente trattati, sono in grado di generare elettricità se colpiti dalla radiazione solare, senza quindi l'uso di alcun combustibile. Il dispositivo più elementare capace di operare una tale conversione è la cella fotovoltaica (circa 10 cm2) che è in grado di erogare tipicamente da 1 a 1,5 W di potenza quando è investita da una radiazione di 1000 W/m2 (condizioni standard di irraggiamento). Più celle assemblate e collegate in serie tra loro in un'unica struttura formano il modulo fotovoltaico.

 

Un metro quadrato di moduli produce una energia media giornaliera tra 0,4 e 0,6 kWh, in funzione dell'efficienza di conversione e dell'intensità della radiazione solare.

 

Un insieme di moduli, connessi elettricamente tra loro, costituisce il campo FV che, insieme ad altri componenti meccanici, elettrici ed elettronici, consente di realizzare i sistemi FV. Il sistema FV, nel suo insieme, capta e trasforma l'energia solare disponibile e la rende utilizzabile per l'utenza sotto forma di energia elettrica. La sua struttura può essere molto varia a seconda del tipo di applicazione. Una prima distinzione può essere fatta tra sistemi isolati (stand-alone) e sistemi collegati alla rete (grid connected). Nei sistemi isolati, in cui la sola energia è quella prodotta dal FV, accanto al generatore, occorre prevedere un sistema di accumulo (in genere costituito da batterie simili a quelle utilizzate per le auto e dal relativo apparecchio di controllo e regolazione della carica) che è reso necessario dal fatto che il generatore FV può fornire energia solo nelle ore diurne, mentre spesso la richiesta maggiore si ha durante le ore serali (illuminazione o apparecchi radio-TV). E' opportuno prevedere quindi un dimensionamento del campo FV in grado di permettere, durante le ore di insolazione, sia l'alimentazione del carico, sia la ricarica delle batterie di accumulo. Poiché l'energia prodotta dal generatore FV è sotto forma di corrente continua (CC), qualora si debbano alimentare apparecchi che funzionino con corrente alternata (CA), è necessario introdurre nel sistema un dispositivo elettronico, detto inverter, che provvede alla conversione da corrente CC a CA. Nei sistemi collegati alla rete l'inverter è sempre presente mentre, al contrario degli impianti stand-alone, non è previsto il sistema di accumulo in quanto l'energia prodotta durante le ore di insolazione viene immessa nella rete; viceversa, nelle ore notturne il carico locale viene alimentato dalla rete. Un sistema di questo tipo è, sotto il punto di vista della continuità di servizio, più affidabile di un sistema isolato. Quest'ultimo può tuttavia essere integrato con una fonte tradizionale, come, ad esempio, il diesel (sistema ibrido diesel-FV). I sistemi FV offrono grandi vantaggi ambientali, in quanto non producono emissioni chimiche, termiche o acustiche. Essi, inoltre, non hanno parti in movimento e sono, quindi, affidabili e a bassa manutenzione.

 

 

 

I costi di acquisto ed installazione di un sistema FV sono molto elevati: per impianti di piccole dimensioni (con potenza di picco tra i 5 kW ed i 100 kW), il costo è intorno a 15 MilioniLire per kW di picco installato.

 

 

 

ESEMPIO: I consumi domestici elettrici di una famiglia (illuminazione, elettrodomestici, TV, escluso lo scaldabagno) , sono pari a circa 10 kWh/giorno. Ipotizzando una media di 2 ore/giorno di buona insolazione, è necessario installare una potenza di 5 kW (40 m2 di moduli) ed un sistema di accumulo adeguato.

 

Il costo corrispondente dell’ impianto è valutabile in 75 Milioni di lire.

 

:( :( :(

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ESEMPIO: I consumi domestici elettrici di una famiglia (illuminazione, elettrodomestici, TV, escluso lo scaldabagno) , sono pari a circa 10 kWh/giorno. Ipotizzando una media di 2 ore/giorno di buona insolazione, è necessario installare una potenza di 5 kW  (40 m2 di moduli) ed un sistema di accumulo adeguato.

 

Il costo corrispondente dell’ impianto è valutabile in 75 Milioni di lire.

 

:(  :(  :(

Grazie, erano proprio queste le notizie che cercavo. Ma... 75.000.000 non ce li ho :wub:

 

Non esiste null'altro? magari più recente?

E se ci si mettesse insieme? Se si creasse un gruppo d'acquisto?

Magari si spunterebbero prezzi più bassi.

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Quanto riporta Spignolone è corretto, e può avere riferimento al solare applicato ai piccoli consumi di casa.

Nell'articolo riportato da Gibbo c'è una quantità enorme di considerazioni tecniche omesse o sbagliate, non posso pensare che quelle cose le abbia dette Rubbia, che è un Fisico di valore, con esperienza teorica e non pratica, ma non può comunque ignorare certe cose.

Mi è stato osservato che i semplici conti che ho riportato in altro post si riferiscono a un quadrato di 50 Km di lato, e che invece, parlando di 50 Km2 avrei dovuto considerare un quadrato di 7.07106 kilometri di lato che, elevato al quadrato, dà 50 Km2.

Mi sono posto il problema pure in questi termini; però, salvo errori, interpretandola in questa maniera si avrebbe una dose di energia buona per illuminare i soli alberi di Natale di Italia, per cui ho ritenuto che l'estensione dovesse, con un piccolo sforzo interpretativo, essere letta nell'altra maniera, ossia un quadrato di 50 Km di lato (solo cosi' potrebbe saltare fuori una quantità di energia non lontana da quella necessaria in Italia). E in questo caso i conti economici stanno più o meno come ho scritto, salvo il fatto che, se come dice Gibbo i pannelli (specchi) costano fra 100 e 150 euro al mq, il costo totale di questi pannelli è da raddoppiare o triplicare rispetto a quanto ho scritto.

Si noti infine che questa apparecchiatura di Rubbia è stata brevettata (possiedo il brevetto), e che in base alla legge brevetti in vigore Rubbia ha diritto a cospicua dose di soldi se la cosa viene attuata, a qualsiasi titolo, anche solo sperimentalmente. A pensare male si fa peccato....

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