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testa

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Tutti i contenuti di testa

  1. ......è la forza che ti permette di farle ritornare ancora una volta e per un momento vicino a te, al tuo fianco..
  2. ..... è un modo per rallentare il ritmo e per un momento fare posto ai ricordi, alla memoria delle persone che ti sono state accanto e che ora non ci sono più.
  3. Camminare è anche una pausa prima della cresta finale. Una pausa che ti permette di voltarti indietro per vedere cosa hai lasciato....
  4. Camminare è abbandonare la linea retta, improvvisare il percorso, decidere di volta in volta la rotta, girare a vuoto nella luce piena del giorno come nella penombra della sera, e non avere paura di ascoltarsi.
  5. Camminare è accarezzare un sentiero, un bosco o una montagna che ti sono cari.
  6. Camminare vuol dire partire per arrivare, ma senza impegno, perché ci si può fermare prima....., perché si può ad ogni istante decidere di cambiare percorso....., inseguire un'altra idea....., prendere una strada secondaria....., fare una digressione.
  7. Camminare è un'arte povera, un far niente pieno di cose, il piacere di scrivere una pagina bianca, una risacca dolce della nostra vita minima.
  8. Il ramo di destra porta ai Fondi di Campo Mandriolo (1841 m.) un'ampia conca innevata da cui si può salire verso la Cima Mandriolo (2049 m) senza necessità di seguire la pista battuta che viene utilizzata soprattutto da coloro che praticano lo scialpinismo.
  9. Con Nicola e Silvia decidiamo invece di proseguire verso ovest lungo la strada forestale per poi deviare nel ramo di destra che porta ai Fondi di Campo Manderiolo....
  10. Senza toccare gli edifici, si può puntare a nord raggiungendo subito la Porta Manazzo (1795 m), che si apre verso la Valsugana, per poi proseguire a sinistra, in prossimità del costone, verso Cima Mandriolo......
  11. Nella stagione estiva Rodighiero Antonio che gestisce la malga produce uno stravecchio di malga (Asiago) premiato ogni anno come il migliore alla Mostra-Concorso nazionale.
  12. Da Malga Larici (1658 m) si prosegue lungo il tracciato della strada estiva che si dirige verso nord ovest, tagliando in diagonale il pendio, fin presso la Malga di Porta Manazzo (1738 m).
  13. Ieri, lasciata la nebbia che stagnava come una cappa in pianura, siamo saliti sull'Altopiano di Asiago e seguendo la statale 349, dopo il Ghertele siamo risaliti a destra per la Val Renzola fino ai vecchi impianti in disuso di Malga Larici (1658 m). La salita alla Cima Manderiolo permette di osservare in veste invernale gli ampi pascoli intorno a Malga Larici: una zona frequentata da chi pratica lo scialpinismo e dai ciaspolatori, dove il bosco si apre in morbide conche soleggiate e punteggiate di malghe.
  14. Non ho parole e più lo guardo e più resto affascinato da questa carrellata di dolomia D.O.C. Hai fotografato le più belle montagne del mondo in maniera eccelsa. Meriterebbero un album a se. grazie di cuore. mario
  15. anch'io, come Giorgio, preferisco la montagna con meno skilift e seggiovie non solo perché il panorama ne trarrebbe sicuro vantaggio, ma anche per non fare assomigliare la montagna ad un centro commerciale. Comunque in posti così incantevoli il divertimento è assicurato, e lo si vede chiaramente dipinto sul tuo viso e su quello di tuo padre. ciao un abbraccio mario
  16. caro Marco, come hanno evidenziato anche altri che mi hanno preceduto, devo complimentarmi con te per le magnifiche fotografie. Certo che con foto del genere un posto del genere invoglia, e non poco, ad una proposta come quella che hai fatto. mario
  17. Quando la neve inizia a scendere, soprattutto in montagna, il silenzio che pervade l'ambiente e il paese mi riporta sempre indietro negli anni a ravvivare ricordi e memorie. Sarà forse, come dici tu caro Giorgio, anche perché la neve ci costringe ad un passo e ad un ritmo più lento che ci permette di assaporare meglio la vita. un abbraccio mario
  18. Giorgio, questa mattina dopo la chiacchierata di ieri sera, rileggendolo questo post mi è sembrato ancora più pregno di una rinascita che lentamente si va compiendo. Ti voglio pronto e in piena forma per giugno, nel frattempo ti rifaccio gli auguri con la speranza di poterci riabbracciare in quel di Fiemme. ciao mario
  19. testa

    Là nel Bosco a Novembre

    Grazie Giuseppe per quello che ci hai saputo e voluto regalare con le parole e le immagini. Tu lo sai che questi 3D sono nettare per la nostra anima, così assetata di emozioni e ricordi. un abbraccio :biggrin: mario
  20. testa

    Vi racconto

    Proprio un bel post il tuo Marco, e sono veramente felice di averlo potuto assaporare lentamente come è giusto che sia in questa stagione. un abbraccio con simpatia :biggrin: mario
  21. testa

    Frutti dimenticati: 2° parte

    A volte invece, come in quelle particolari mattine di novembre, dove veramente mi sentivo parte di quella realtà, tutto mi si presentava come un grande regalo che mi era stato riservato. Allora mi ricordo che istintivamente guardavo il sentiero appena percorso, le pallide nuvole stirate dal vento, il passo sicuro di mio padre davanti a me e capivo che in quel momento la vita mi apparteneva.
  22. testa

    Frutti dimenticati: 2° parte

    A volte tutto questo mi appariva come qualcosa di normale, il solo fatto che era lì da sempre lo faceva sembrare usuale e invisibile ai miei occhi.
  23. testa

    Frutti dimenticati: 2° parte

    Fatti pochi passi le colline, che fino a qualche minuto prima apparivano deserte e silenziose, lentamente si risvegliavano. Il canto di un merlo salutava il nuovo giorno, uno scoiattolo poco lontano ci guardava stupito dall'alto di un ramo, mentre un pettirosso a spasso fra i pruni e il biancospino, saltellava tra i rami e si fermava incuriosito a pochi metri da noi. Sembrava quasi volerci salutare con il buffo movimento della sua coda, e girando la testolina da un lato il suo petto colorato veniva illuminato dalla prima luce del mattino. Allora scrollava le piume e frettoloso come era arrivato se ne ritornava a caccia di insetti tra il fitto.
  24. testa

    Frutti dimenticati: 2° parte

    Il sentiero era una vecchia mulattiera acciottolata che saliva verso l’Altopiano e che serviva per portare i rifornimenti e le sussistenze alla prima linea del fronte durante la Guerra del 1915-18.
  25. testa

    Frutti dimenticati: 2° parte

    Sulla strada non incontravamo mai nessuno, qualche volta solo il camioncino della nettezza urbana che stancamente finiva il suo giro di lavoro. Parcheggiavamo le biciclette nel cortile di una casa il cui proprietario conosceva molto bene mio padre, avendo condiviso quel brutto periodo che era stata la guerra. La casa non era isolata ma all’interno di una contrada e quando arrivavamo c’era sempre qualche contadino sull’uscio che ci salutava con un cenno della mano e del capo per non rompere quel magico silenzio che precedeva il sorgere del sole.
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