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pino

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  1. ALTRI CARATTERI L’igrofaneità della carne è la proprietà di trattenere l’umidità cambiando apparentemente il colore, generalmente verso tinte più scure. La reviviscenza che consiste nella ripresa vitale del carpoforo dopo un arresto delle sue funzioni vegetative dovute al clima. La maggior parte dei funghi si può definire putrescibile cioè soggetti a rapido disfacimento.
  2. Colore Altro elemento diagnostico importante è il colore della carne che si osserverà sulla sezione longitudinale del carpoforo. Avremo funghi a carne bianca ed immutabile in tutte le loro parti, funghi a carne colorata in tutto o in parte e funghi a carne virante, cioè che muta di colore entro un lasso di tempo più o meno lungo. Talvolta può utile osservare il colore sotto la cuticola del cappello o sotto l’imenoforo (es.nel gen. Boletus)
  3. LA CARNE O TRAMA Della carne si considererà innanzi tutto la consistenza, nel cappello può essere diversa rispetto al gambo. Di solito la si indica con i seguenti termini (spugnosa, carnosa, gessosa ecc.)
  4. Anche la CORTINA, presente nella famiglia delle Cortinariaceae, è da ritenersi un velo parziale.
  5. Un aspetto dell’anello doppio è l’anello doppio mobile. Anche sull’anello noteremo la consistenza, le dimensioni, il colore, la persistenza sul gambo e le ornamentazioni.
  6. VELO PARZIALE ED ANELLI Il velo parziale è costituito da una membrana che, nella prima fase di sviluppo di alcune specie, unisce il margine del cappello con il gambo. Con la crescita del fungo si stacca dal bordo del cappello e ricade sul gambo formando l’anello, quando proviene dal velo generale prende il nome di armilla. La combinazione tra tre i due veli, parziale e originale, da origine in alcuni casi all’anello doppio.
  7. LE DIMENSIONI ED IL COLORE DEL GAMBO Le dimensioni ed il colore sono pure elementi utili, ma vanno considerati con le dovute cautele poiché soggetti a sensibili variazioni anche nell’ambito della stessa specie. Per quanto riguarda le dimensioni di solito si considera la lunghezza del gambo, e il suo diametro e, quando c’è, le dimensioni del bulbo. I VELI Nel loro stadio iniziale molti funghi sono avvolti da una membrana che può avere struttura e consistenza diversa; il velo generale o universale. Con la crescita del carpoforo il velo si rompe ed in molti casi rimangono tracce sul cappello, presente in molte Amanita. A volte si dissolve rapidamente e svanisce senza lasciare traccia. Nel genere Amanita troviamo frequentemente residui del velo generale sul cappello sotto forma di verruche di formi e colori diversi. La parte più interessante dei residui del velo generale è senza dubbio la volva; essa può avere una consistenza membranosa e presentarsi libera, cioè staccata nettamente dal gambo, libero-inguainante se calza la base del gambo a mo’ di astuccio, come in Amanita vaginata, oppure aderente e circoncisa o ancora aderente e dissociata in anelli. A volte se friabile si dissocia in perle o verruche o addirittura può essere evanescente
  8. Per quanto riguarda il gambo bulboso il bulbo potrà essere depresso se appare un poco schiacciato alla base, subgloboso se di forma rotondeggiante, napiforme se termina con forma conica, turbinato se ricorda una trottola, marginato quando la parte superiore è appiattita.
  9. Per quanto riguarda l’ornamentazione il gambo potrà essere: zonato, vellutato, scorbicolato, reticolato, squamoso, fibrilloso ecc.
  10. LA FORMA E L’ORNAMENTAZIONE Sono elementi assai variabili, volte anche nell’ambito della stessa specie. Il gambo può essere: arcuato o flessuoso, attenuato in alto oppure in basso, fusiforme, radicante, cilindrico o clavato, inguainato, obeso o ventricoso.
  11. IL GAMBO I funghi provvisti di gambo si dicono pedicolati, mentre quelli che ne sono sprovvisti si dicono sessili. Il gambo può essere centrale, eccentrico o laterale e in relazione al cappello si divideranno in: - Funghi eterogenei nei quali il cappello ed il gambo sono di struttura diversa e quindi facilmente separabili. - Funghi omogenei nei quali il cappello e il gambo sono della stessa natura e per costituzione difficilmente separabili.
  12. Quanto detto a proposito dell’imenoforo dei funghi a lamelle, opportunamente adattato, vale in buona parte anche per quanto riguarda quello a tuboli e pori. A differenza dei funghi agaricoidi (a lamelle), dove spesso è difficile o impossibile la netta separazione delle lamelle dal cappello, i boletales hanno generalmente i tubuli che si staccano facilmente dal cappello (risulta difficoltoso solo nelle specie con tubuli corti), pure gli aculei delle idnaceae si separano facilmente dal cappello. Ciò non si riscontra generalmente nelle Poliporaceae.
  13. Considerando una lamella diremo che si compone di due superfici dette facce sulle quali è distribuito l’imenio, del dorso che è il lato che si attacca al cappello e del filo che è al lato opposto. La distanza che intercorre tra dorso e filo si definisce larghezza. Lo spessore indica la distanza che c’è tra le due facce di una lamella. Le lamelle possono essere uguali se sono tutte della stessa lunghezza; nei casi in cui si riscontrano lamelle più corte queste prendono il nome di lamellule. Le lamelle inoltre possono essere eterogenee o omogenee a seconda della difficoltà che si incontra nel separarle dal cappello.
  14. Ciao a tutti, continuiamo con MORFOLOGIA Nei funghi a lamelle possiamo osservare: - Il colore iniziale e finale (a carpoforo maturo) delle lamelle. - La loro forma e struttura (facce, orlo, profilo, larghezza, ecc.) - L’inserzione o la mancata inserzione al gambo. Si diranno: - Distanti o libere – lamelle che si fermano prima del gambo. - Adnate – lamelle che si attaccano al gambo in tutta la loro larghezza. - Smarginate – lamelle che si attaccano al gambo attraverso un dentino. - Decorrenti – lamelle che si attacarsi completamente e discendono lungo il gambo.
  15. Questo è troppo, non ne posso più! Va bene che non sono potuto venire, ma questo è infierire Però fa anche rima!
  16. Un caso particolare è costituito dalle specie appartenenti alla subclasse dei gasteromycetidae, dove l’imenoforo è racchiuso all’interno del fungo (per lo più di forma globosa o subglobosa) e le spore vengono liberate solo a completa maturazione attraverso la rottura dell’involucro esterno o peridio
  17. Nelle Clavariaceae e ramariaceae, così come in altri raggruppamenti di Basidiomiceti, l’imenoforo è pressoché liscio o appena rugoso-crespato e situato in zone diverse del carpoforo (es.: porzioni superiori dei rami,ecc.).
  18. IMENOFORO La parte più importante del fungo sotto il profilo della determinazione, oltre che della perpetuazione della specie, è costituita dall’imenoforo sul quale si sviluppa l’imenio formato da un’insieme di organi fertili (aschi, basidi) che producono e portano a maturazione le spore. L’imenoforo è normalmente situato nella parte inferiore del cappello, e può essere costituito da: - Lamelle negli Agarici - Tubuli e pori in Boleti e Polipori - Aculei e dentini nelle hidnaceae
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