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Parliamo di Agaricus


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Rispondo all’invito fatto da Doni il 21 maggio scorso a parlare un po’ d’Agaricus, ripetendo ancora che essendo un semplice appassionato del genere, dovrete prendere un po’ ”con le pinze” quest’intervento e considerarlo come semplice contributo amatoriale.

L’auspicio è che altri “filo-prataioli” si uniscano a questa discussione portando ognuno le proprie conoscenze ed esperienze, poiché lo scambio reciproco d’idee, consigli e informazioni, è sicuramente elemento di crescita ed arricchimento non solo individuale.

 

Indubbiamente tra i tanti Generi dei funghi, l’Agaricus è uno (se non il primo) tra quelli più facilmente riconoscibile macroscopicamente da quanti possiedono un minimo d’esperienza e conoscenza micologica.

I suoi caratteri morfobotanici, facilmente intuibili e rilevabili, ci aiutano non poco nell’individuazione del Genere:

carpofori di medie o grandi dimensioni (con l’eccezione di poche piccole specie), gambo centrale, cappello emisferico anche a maturità mai revoluto, lamelle libere, sporata bruno-porpora, bivelangiformi (velo generale + velo parziale, a volte con presenza di una pseudo- volva basale +/- appressata), anello evidente anche in vecchiaia. Solamente due tonalità di colori - bianco-avorio o bruno-marrone - cuticola da sericea a +/- squamosa, a volte +/- ingiallente, carne fibrosa, biancastra o arrossante al taglio, odore gradevole nella maggioranza delle specie (fungino, anisato, mandorla amara), in altre poche specie (d’inchiostro, tintura di iodio, fenolo; in questi casi si ha anche ingiallimento della carne alla sezione).

 

Fin qui è tutto abbastanza facile, ma quando si tenta di determinare la singola specie, le cose si complicano un po’ per un insieme di fattori:

1) ogni raccolta è fortemente condizionata dalle condizioni ecologiche e meteo-climatiche del momento; a volte si può raccogliere nello stesso posto la medesima specie ma con habitus (modo di presentarsi) nettamente diverso dalla raccolta precedente.

2) Oltre alla reazione di Schaffer (anilina + acido nitrico da usare incrociando i due elementi), non ci sono d’aiuto altre reazioni macrochimiche come per altri generi (es. Russula).

3) Anche l’esame microscopico non riveste un importanza basilare, esso consiste principalmente nell’osservazione di spore, basidi e cistidi; la presenza o assenza di questi ultimi elementi nel filo lamellare (cheilocistidi) è invece un elemento importante ai fini della determinazione.

4) Un altro elemento che complica ancora di più l’impegno di chi si dedica a questo genere, che è stato per lungo tempo “un poco snobbato” dai grandi della micologia, è la diversa interpretazione sistematica che forniscono i maggiori specialisti del momento, contribuendo a volte a “confondere” le idee a noi poveri micologi dilettanti.

5) Attualmente il Genere Agaricus è oggetto di una revisione generale ad opera soprattutto di due autori moderni: l’olandese Marijke M. Nauta e lo spagnolo Luis A. Parra con il quale collabora attivamente A. Cappelli, (personalmente, il miglior riferimento italiano per questo genere).

 

Accludo uno schema molto succinto della sistematica del genere che segue a grandi linee

quella proposta da A. Cappelli nel suo volume AGARICUS 1984.

 

Sperando che siate riusciti a leggere fino in fondo questo modesto contributo, concludo segnalando alcune monografie su questo genere, per data di pubblicazione:

 

1) AGARICUS del dottor Alberto Cappelli di Saronno, collana FUNGI EUROPAEI 1984.

2) FUNGI NON DELINEATI vol. XXIV, Luis Alberto Parra, 2003, Ed. Candusso, Alassio (SV).

3) Gli Agaricus del prof. Roberto Galli di Milano, 2004, Ed. dalla Natura.

4) Flora Agaricina Neerlandica, Marijke M. Nauta, vol.5, 2004, per la sola sezione attinente al Genere Agaricus.

 

Un saluto, più che mai caloroso e necessario, visto che nei m. Sibillini (sopra quota 1600) sta nevicando alla grande e……. siamo al 3 giugno!

Ciao a tutti, Ennio

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Ciao ennio,

chiaro ed esaustivo,complimenti. :clapping: :clapping:

La curiosità mi spinge a formularti una domanda in riferimento al punto 2:

considerando positiva la reazione incrociata con il reagente di Schaffer dinnanzi ad un Agaricus sylvicola e non conoscendo il risultato di tale reazione delle specie vicine,A.tenuivolvatus,A.essettei ed A.macrocarpus,senza considerare/conoscere le possibili differenze morfocromatiche,quanto mi aiuterebbe tale reazione?O molto più semplicemente,come reagiscono le 4 specie?

 

ciao brisa

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Sistematica del Genere Agaricus L.: Fr. (ex Psalliota Fr.)

CLASSE BASIDIOMYCETES

ORDINE AGARICALES

GENERE Agaricus

specie campestris

varietà o forma campestris var. squamulosus

CARATTERI SPECIFICI DEL GENERE AGARICUS

funghi terricoli, bivelangiformi con anello evidente e persistente, eterogenei, struttura a ife filamentose, sporata bruno-porpora, alimentazione saprofitica o simbionte.

HABITAT abetaie, boschi latifoglia termofili, pascoli montani, prati, giardini, dune marine, ecc. - dal livello del mare sino a 2000 m. - periodo di crescita aprile - dicembre

 

il genere Agaricus è suddiviso in 2 gruppi e 7 sezioni

 

 

sez. 1° Gruppo RUBESCENTES: carne +/- arrossante alla sezione, odore fungino, reazione di Schaffer negativa

1 agaricus - anello ascendente fragile, lamelle rosa per lungo tempo, filo intero

2 hortenses - anello ascendente membranoso, gambo con tracce di armilla, lamelle

presto brune, filo bianco sterile

3 bitorques - anello ascendente doppio, a volte presenza di armilla volviforme,

- lamelle presto brune

4 sanguinolenti - anello discendente singolo, fioccoso, carne +/- arrosante al taglio,

- gambo a volte con ife rizomorfe

 

sez. 2° Gruppo FLAVESCENTES: superfici esterne e interne +/- ingiallenti, odore anisato o di fenolo, reazione di Schaffer +/-

5 arvenses - anello discendente doppio con ruota dentata su faccia inferiore,

- odore di anice o mandorle amare, cuticula ingiallente al tocco o con l'età,

- carpofori robusti e grandi

6 minores - anello discendente semplice, fragile, ingiallenti solo esternamente,

- carpofori di piccola taglia - diametro pileico 3 - 8 cm

7 xanthodermatei - anello discendente doppio con ruota dentata su faccia inferiore,

- carne ingiallente alla sezione e anche esternamente

- odore +/- netto di fenolo (tintura di iodio), tossici

attualmente sono conosciute circa un centinaio di specie di Agaricus

E/C 2003

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Abbiamo scritto in contemporanea....facile ormai trovare risposta, appartenendo le 4 specie alla stessa sezione(arvenses).Grazie.

 

ciao brisa

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Ciao ennio,

chiaro ed esaustivo,complimenti. :derisive: :air_kiss:

La curiosità mi spinge a formularti una domanda in riferimento al punto 2:

considerando positiva la reazione incrociata con il reagente di Schaffer dinnanzi ad un Agaricus sylvicola e non conoscendo il risultato di tale reazione delle specie vicine,A.tenuivolvatus,A.essettei ed A.macrocarpus,senza considerare/conoscere le possibili differenze morfocromatiche,quanto mi aiuterebbe tale reazione?O molto più semplicemente,come reagiscono le 4 specie?

 

ciao brisa

Ciao Giorgio,

Di complimenti ne meriti molti più tu, per la tua costante, competente e appassionata presenza nel forum.

Rispondendo alla tua domanda posso confermare che la prova della reazione di Schaffer serve essenzialmente a differenziare il gruppo delle Flavescentes (mnores comprese) dal gruppo dei Xanthodermatei, percui A. tenuivolvatus (= sylvicola), A. essettei (ex abruptibulba), A. Macrocarpus, hanno tutte reazione di Schaffer positiva.

Ennio

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Nonostante le difficoltà nel memorizzare queste specie che da noi appaiono sporadicamente e mai con molti esemplari mi diverto a eguire le chiavi proproste da Lillo L a Chiusa chiave e volevo chiederti cosa ne pensi

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Nonostante le difficoltà nel memorizzare queste specie che da noi appaiono sporadicamente e mai con molti esemplari mi diverto a eguire le chiavi proproste da Lillo L a Chiusa chiave e volevo chiederti cosa ne pensi

 

............io penso che sia ancora frequentabile , specialmente se ci fosse un Ennio a caso( che ringrazio anticipatamente ).........che aggiorni la Chiave con le più recenti novità.

 

Ciao ad entrambi

 

Enzo. :clapping:

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Nonostante le difficoltà nel memorizzare queste specie che da noi appaiono sporadicamente e mai con molti esemplari mi diverto a eguire le chiavi proproste da Lillo L a Chiusa chiave e volevo chiederti cosa ne pensi

 

La chiave proposta da Lillo la Chiusa è la riproposizione schematica della sistematica adottata da Alberto Cappelli nel suo libro AGARICUS 1984. Tramite questa opera nell'ultimo ventennio, molti micologici dilettanti o amatoriali (come anche il sottoscritto) hanno imparato a conoscere il Genere Agaricus.

Certo il 1984 la dice lunga da se; fra poco tutto la sistematica del genere sara ampiamente "sconvolta" dalle recenti impostazioni, dovute alle nuove conoscenze acquisite dal 1984 ai giorni nostri e che vedranno notevolmente modificata la sistematica in questione.

Personalmente ritengo che il libro di Cappelli, rimarrà comunque una pietra miliare per quanti appasionati del Genere Agaricus,

ciao Ennio

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Attenzione

Ennio mi ha fatto avere per email una tabella in formato excel che purtroppo per motivi di sicurezza non è al momento possibile allegare in forum. L'ho risistemata in formato immagine e la ripropongo al pari

 

Arturo,

grazie per la elaborazione, così è già meglio,

ciao, Ennio

PS: per Doni; sto postando a bordo dell'aereo in volo per il Madagascar

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Arturo,

grazie per la elaborazione, così è già meglio,

ciao, Ennio

PS: per Doni; sto postando a bordo dell'aereo in volo per il Madagascar

 

 

.............ho saputo che tutti i prati del Madagascar stanno bruciando con temperature sui 54-65 °C......... :clapping: :clapping:

 

:clapping:

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