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Le fate, la luce e il fuoco


tyrnanog

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Mi ero ripromesso di postare le foto degli ultimi giorni di funghi, a ottobre, ma ho avuto 10 giorni di black-out di Internet, durante i quali un'abbondante nevicata (questa volta di almeno 30 cm in paese!!!) ha definitivamente posto fine ai giochi. Peccato (pensate che senza accesso alla rete mi stavo persino perdendo il compleanno di Funghimundi).

Allora, per passare il tempo nelle ultime serate alquanto freddine, mi sono messo a rielaborare graficamente qualche foto di questa estate e ho anche provato a ricavarne un piccolo racconto che, come vedrete, è indirizzato soprattutto ai bambini (ma non solo) e potrebbe anche costituire uno spunto di partenza, o uno spettacolino di chiusura, per qualche attività didattica o divulgativa presso le scuole.

Ho intitolato il racconto:

 

Le fate, la luce e il fuoco

 

P.S. Niente paura, anche la foto più "drammatica" è solamente frutto di una rielaborazione al computer

 

Ma andiamo a cominciare...

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In ogni epoca l'uomo ha avuto bisogno di illuminare e riscaldare la propria casa, ma per farlo ha sempre dovuto studiare il modo di racchiudere ogni forma di energia in un contenitore di qualche tipo, che le permettesse di sprigionarsi, ma allo stesso tempo le impedisse di avvicinarsi al mobilio o alle mura domestiche.

Ancora oggi, se non usassimo questi accorgimenti rischieremmo di veder bruciare la nostra casa ogni volta che accendiamo il riscaldamento o premiamo un interruttore elettrico. Buona parte dell'ingegno umano è stata destinata proprio all'invenzione di forme sempre più moderne ed efficienti per questi contenitori di sicurezza: le lampade a petrolio, in metallo e vetro, rimpiazzarono le antiche e pericolose lucerne in terracotta, finché non vennero a loro volta sostituite dalle lampadine a incandescenza e così via...

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Vi siete mai chiesti come facciano le fate a risolvere il medesimo problema? E questo a maggior ragione per il fatto che la loro proverbiale riservatezza le spinge a muoversi e lavorare soprattutto di notte, negli angoli più bui del bosco, in piccole grotte scavate sotto qualche sasso, o all'interno dei vecchi ceppi cavi dove persino la luce della luna non riesce a fare capolino e a tradire la loro presenza... ma nemmeno ad illuminare le loro faccende domestiche; per non parlare delle fredde serate d'inverno, quando la morsa del gelo sconsiglierebbe a chiunque di attardarsi nella foresta. Eppure, per i magici abitanti dei boschi, costruirsi stufe o lampade non sarebbe conveniente perché, per quanto minuscoli (fate e folletti sono molto piccoli, così come tutte le loro suppellettili), presto o tardi qualcuno di questi oggetti verrebbe ritrovato da un cacciatore o da un fungaiolo, rivelando in tal modo l'esistenza del Piccolo Popolo.

Ma a correre in aiuto delle fate ci sono pur sempre la magia e... i funghi!

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Si, avete capito bene; perché le fate coltivano alcuni funghi magici che provvedono a tutte le loro necessità, compresa quella di illuminare e riscaldare la propria casetta nel bosco.

Ad esempio, esistono funghetti capaci di intrappolare la luce solare durante il giorno, per restituirla di notte, rischiarando così la frenetica attività del Piccolo Popolo.

Peccato che la cosa funzioni solamente con il tocco di un quadrifoglio appena colto (la bacchetta magica delle fatine del bosco). E poi bisogna conoscere la specie giusta; solamente pochissimi funghi possiedono questa magia!

Certo, direte voi, la cosa funzionerà benissimo durante l'estate, quando il bosco è pieno di funghi, ma come se la caveranno fate e folletti quando verrà il gelo dell'inverno?

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Avete mai sentito parlare delle coltivazioni impiantate nelle cantine buie, scavate nella roccia, o addirittura nelle grotte, dove non ci sono sbalzi di temperatura e che proprio per questo producono funghi in ogni stagione, così che li possiamo comprare tutto l'anno al supermercato?

Ebbene, esiste una specie sconosciuta all'uomo, ma che tutte le fate coltivano, che cresce proprio durante l'inverno, all'interno delle piccole, magiche casette scavate sotto i sassi. Quando spuntano, questi funghetti si presentano come piccoli ovetti – ma è più corretto chiamarli "ovoli" – all'interno dei quali si sprigiona una fiammella che riscalda e illumina le minuscole stanzette.

Ogni ovolo si comporta come una piccola stufa che trattiene il fuoco al proprio interno, liberando solamente la luce e il calore, impedendo così alla fiamma di appiccare un incendio.

Questi funghetti tuttavia durano appena un'ora, poi maturano in un attimo, durante il quale si aprono spegnedosi immediatamente in un turbinio di brandelli di cenere – e spore di fungo – che volano nell'aria senza il tempo di propagare il fuoco tutt'intorno; ed ecco allora spuntare un altro ovulo acceso, e così fino al mattino.

In questo modo non rimane neppure traccia del fungo, che infatti non è mai stato scoperto dall'uomo tranne che...

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Edited by tyrnanog
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... una volta, durante un inverno molto freddo, ma così secco e senza neve che non c'era nemmeno bisogno di far asciugare la legna, appena raccolta, prima di gettarla nel fuoco per riscaldarsi. E fu proprio per questo che Giacomino, un povero taglialegna un po' sempliciotto, quell'anno non aveva sentito la necessità di accumulare per tempo una bella scorta di combustibile. Ogni giorno, infatti, si incamminava verso il bosco già alcune ore prima dell'alba, quando tutti i suoi compaesani erano ancora nel mondo dei sogni, per tagliare la legna necessaria ad alimentare il focolare fino a sera; è in questo modo che scoprì un "ovolo" ancora acceso, ma che stranamente non propagava la fiamma al sottobosco asciutto. Meravigliato e incuriosito da quello strano evento, Giacomino volle provare a dare fuoco ad alcuni altri funghetti secchi che si trovavano nei paraggi, per riprodurre la piccola magia, con l'unico, prevedibile risultato di incendiare le foglie e le felci secche che li circondavano.

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Con il bosco così inaridito le fiamme si lanciarono immediatamente in ogni direzione, al punto che il povero taglialegna non fu in grado di spegnerle.

L'incendio si sviluppò così rapido e potente che nemmeno i Vigili del Fuoco riuscivano a domarlo o, almeno, a tenerlo sotto controllo. Per fortuna, la donna più anziana del paese, una mezza strega, si ricordò di alcune fate che vivevano nel bosco sull'altro versante della montagna e a cui, anni prima, aveva fatto un favore che avevano promesso di ricambiare quando se ne fosse presentata la necessità; corse a chiamarle e...

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... queste intervennero immediatamente, soffocando le fiamme, in un turbinio di polvere e cenere, e iniziando subito a ripulire il bosco dai residui di carbone e legno bruciacchiato. Ma per non farsi notare dai paesani si fecero aiutare dai... funghi!

Infatti ne esistono alcuni – pochi, per la verità – che attecchiscono anche sui resti di un incendio, "digerendoli". In effetti, i funghi sono gli "spazzini" del bosco che riciclano in continuazione tutto il materiale di scarto, foglie cadute e legno morto che altrimenti, accumulandosi, finirebbe per soffocare la foresta.

Tutto risolto, allora? Beh... per quella volta si, ma che fatica! Un tempo, quando le fate erano più numerose, sarebbe stato tutto più facile; purtroppo però, ci sono sempre meno fate nei nostri boschi: quando anche l'ultima sarà scomparsa, chi farà tornare la foresta al suo antico splendore, proteggendola dalla stupidità umana?

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Edited by tyrnanog
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Possiamo farlo noi, se ci rendiamo conto che il bosco è anche un pezzo della nostra casa.

In casa vostra, gettereste nel cassetto della biancheria, o sul giornale appoggiato sul tavolo, un mozzicone di sigaretta ancora acceso? Allora perché gettarlo sulle foglie secche della foresta?

Però mi raccomando, quando la prossima estate farete una bella passeggiata nel bosco insieme a mamma e papà e uno di loro si accenderà una sigaretta, raccontategli questa storia!

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:clapping: :clapping:

 

Bellissima caro Daniele...

 

Le immagini che la accompagnano..fantastiche....

 

Sicuramente piacevole e istruttiva..per Grandi e Bambini... :biggrin: Grazie..

 

Un Abbraccio forte forte

 

Giuliano

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Sei un miscuglio di saggezza, ironìa, fantasìa, volontà e tanta tanta positiva intelligenza.

 

Ti seguo ad ogni tuo passo, ti ammiro e stimo per ciò che fai e per ciò che trasmetti, sei come un prezioso regalo

che il caso ha voluto portare quì, a noi.

 

Ringrazio sia te che il caso e...confesso che questa storia te la ruberò,

oggi, Gaia, la mia nipotina, compie solo 4 anni e Francesco, il suo fratellino....due mesi,

dovrò aspettare ancora un pò, ma poi, stanne certo, racconterò loro anche questa tua favola,

sperando che il loro tempo e questi magici luoghi, abbiano ancora un senso!

 

Grazie di cuore!! :hug2:

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Però mi raccomando, quando la prossima estate farete una bella passeggiata nel bosco insieme a mamma e papà e uno di loro si accenderà una sigaretta, raccontategli questa storia!

Complimenti Daniele, la tua creatività ti ha portato ad inventare una fiaba davvero molto istruttiva.

 

Spero però che tra noi ci siano tanti bambini con genitori che non fumano, almeno nel bosco :innocent:

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Daniele sei davvero bravo e geniale!

 

Per quanto mi riguarda anche questo racconto potrebbe far parte "alla grande" di prossima attività didattica

 

però mi devi dire come diavolo hai fatto a fare la foto della lampadina accesa :shok:

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