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Armillariella mellea consumata senza prebollitura


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Mio padre ha consumato armillariella mellea senza prebollitura perchè se ne è dimenticato. Cosa deve fare ora? Non succede nulla o deve correre al pronto soccorso?

Grazie

lalluvic

 

io le ho mangiate mille volte e non mi è mai successo nulla.

ma aspettiamo gli esperti.

ciao

a

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Mi sembra improbabile mangiarla cruda, quindi vuol dire che l'ha cotta.

Se è stata cotta almeno 15 minuti alla temperatura di più 70° dovrebbe stare tranquillo.Il principio tossico è termolabile ad una temp >70° .

Importante è valutare anche la quantita' di fungo ingerito....

Comunque i sintomi di intossicazione da parte di questo fungo sono quelli di tipo gastroenterico : nausea, vomito, dolori addominali, cefalea, sudorazione, vertigini, diarrea, più o meno associati :

solo in questo caso è bene rivolgersi ad un pronto soccorso.

Ciao

 

andrea

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Mi sembra improbabile mangiarla cruda, quindi vuol dire che l'ha cotta.

Se è stata cotta almeno 15 minuti alla temperatura di più 70° dovrebbe stare tranquillo.Il principio tossico è termolabile ad una temp >70° .

Importante è valutare anche la quantita' di fungo ingerito....

Comunque i sintomi di intossicazione da parte di questo fungo sono quelli di tipo gastroenterico : nausea, vomito, dolori addominali, cefalea, sudorazione, vertigini, diarrea, più o meno associati :

solo in questo caso è bene rivolgersi ad un pronto soccorso.

Ciao

 

andrea

 

 

Grazie a tutti. In ogni caso mi ha detto di aver cotto a lungo i chiodini anche se non ha fatto la prebollitura.

Ciao

lalluvic

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Ciao a tutti,

approfitto di questo post per ricordare che dell'Armillaria mellea vanno utilizzati solo i cappelli dei giovani esemplari e scartati i gambi in quanto fibroso-legnosi.

Poi occorre effettuare la bianchitura che consiste nel mettere dentro l'acqua che già bolle (per qualche minuto) i funghi, scolarli molto bene e quindi cuocerli trifolati, ricordo pure che l'Armillaria mellea non va mai congelata da cruda in quanto le sostanze tossiche rimangono "fissate" nei carpofori, ma congelata solo dopo cottura, come pure non va raccolta dopo estese gelate.

Aggiungo, ma questo vale per tutti funghi cotti e poi congelati o congelati da crudi, che non vanno mai scongelati, ma direttamente dal congelatore alla padella, questo per conservare al meglio le loro caratteristiche organolettiche.

Ennio.

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approfitto di questa discussione per approfondire una questione cui ho pensato molte volte e cioè la necessità di

 

....... effettuare la bianchitura che consiste nel mettere dentro l'acqua che già bolle (per qualche minuto) i funghi, scolarli molto bene........

(ciao Ennio, :friends:)

 

Ovviamente trattandosi, come ha ricordato Andrea, di tossine temolabili a 70° ogni prassi che ne consenta un'efficacace denaturazione è ben accetta e indubbiamente la bollitura sotto questo profilo è efficace al 100% (uniformità di distribuzione del calore, T> 100° C).

 

Tuttavia se il problema è la temolabilità anche altre forme corrette di cottura, e quindi che garantiscano:

- distribuzione uniforme del calore,

- raggiungimento delle temperature richiamate

- tempi ragionevolmente lunghi,

 

credo possano essere efficaci per eliminare il problema.

 

In altre parole la cottura in padella con olio a fuoco vivace (T certamente > 100°) con adeguato rimescolamento dei funghi e magari anche con una fase coperta (distribuzione uniforme del calore) sino a completa cottura e cioè assenza di acqua di vegetazione e che magari può proseguire per raggiungere la preparazione finale ad esempio umido con salsiccia (tempi molto lunghi), penso dia garanzia di totale eliminazione della tossicità; cosa tra l'altro sperimentata da diversi (vedi bellinik) compreso il sottoscritto.

 

Se così non fosse chiedo a chi ne sia a conoscenza quali siano i motivi che rendono indispensabile la bollitura al di là della norma assolutamente condivisinìbile di prudenza che capisco in toto e che come tale deve essere giustamente diffusa.

 

Grazie mille

 

Marco

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rientro nel grande mondo dei consumatori occasionali della mellea,

esclusivamente conservati sott'olio , la preparazione avviene dopo

bollitura in aceto e vino bianco (50 %) per circa 15 minuti, e come

dice giustamente Ennio escludendo i gambi, scolati e lasciati asciugare

per un giorno prima di metterli nei vasetti con l'olio.

La preparazione in questo modo è un altro metodo per eliminare

le tossine.

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Mi risulta che A. mellea non contenga sostanze tossiche termolabili ma che i "succhi bavosi e densi" che rilascia in cottura mettano in crisi il fegato.

Per cui è consigliata la prebollitura.

Nel caso vengano cosumati come contorno ( un paio di cucchiai max) non dovrebbero creare problemi.

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:snoozer_05: Non vorrei dire una cavolata, ma sarebbe opportuno mettere nella sezione DECALOGO, l'uso e consumo di tali funghi e modo di cucinarli in sicurezza, essendo uno dei funghi + conosciuto dopo il porcino, ed essendo tossico in alcune circostanze. :bye1:
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Ciao a tutti,

vorrei aggiungere una piccola osservazione: l'Armillaria mellea (e relativo gruppo) viene considerata un fungo a commestibilità incostante, può provocare infatti la sindrome gastroenterica, in quanto contiene sia tossine termolabili che tossine idrosolubili. Quindi, prima di procedere ad una adeguata cottura, per stare tranquilli, è bene effettuare l'operazione della prebollitura, che consiste nel versare i funghi nella pentola quando l'acqua raggiunge l'ebollizione, lasciarveli per almeno 15 minuti, scolarli e buttare via l'acqua con le tossine in essa disciolte.

Ovviamente, come altri hanno già detto, vanno utilizzati solo i cappelli di esemplari giovani e che non abbiano subito gelate.

Serafino

Modificato da Serafino
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Mi risulta che A. mellea non contenga sostanze tossiche termolabili ma che i "succhi bavosi e densi" che rilascia in cottura mettano in crisi il fegato.

.....

 

 

Ciao a tutti,

vorrei aggiungere una piccola osservazione: l'Armillaria mellea (e relativo gruppo) viene considerata un fungo a commestibilità incostante, può provocare infatti la sindrome gastroenterica, in quanto contiene sia tossine termolabili che tossine idrosolubili.

.......

 

 

grazie Pino e Serafino

 

le idrosolubili "passino" ma i succhi bavosi e densi :bad: ..... :swoon:

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Concordo pienamente con quanto è stato scritto da molti di voi e cioè che A. mellea va prebollita per essere sicuri di non incorrere in problemi di alcun tipo. Nel caso specifico di mio padre alla fine non è successo niente, nel senso che avendo cotto molto bene i funghi (solo i cappelli), evidentemente è riuscito ad eliminare le tossine termolabili. Non so di altre tossine esistenti in A. mellea ma comunque è buona norma ricordare a tutti di effettuare una prebollitura e di scolare i funghi possibilmente dopo aver schiumato l'acqua. Per quanto attiene invece altri funghi che contengono tossine termolabili, come ad esempio Boletus erythropus posso confermare che tagliati a fettine e cotti in olio bollente per 30 minuti non hanno mai dato problemi. Generalmente organizzo una polenta a dicembre con i suddetti funghi con molti amici da molti anni e nessuno hai mai manifestato il benchè minimo disturbo.

Ciao e grazie delle risposte

Lalluvic

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Il problema è proprio nelle TOSSINE IDROSOLUBILI presenti in Armillaria mellea, che con la prebollitura di una quindicina di minuti, vanno a finire nell'acqua di bollitura.

Infatti questa acqua va GETTATA VIA scolando bene i funghi prima di utilizzarli o congelarli. Mi è capitato mei tanti anni che ho sulle spalle di aver constatato come alcuni utilizzassero poi quell'acqua per cuocere la pasta ed hanno fatto , invece che cuocere la pasta, ...una frittata intossicandosi.

 

Quindi PREBOLLITURA SEMPRE, nelle casistiche delle intossicazioni da funghi in Italia, al primo posto ci sono proprio i casi dovuti al consumo improprio di Armillaria mellea (anche perchè è uno dei funghi più raccolti e più presenti in tutto mil territorio nazionale), senza tralasciare anche il fatto di consumare solo esemplari giovani, scartando sempre il gambo e non raccogliendoli dopo anche una bella gelata notturna o dopo averli congelati da crudi, come qualcuno ha già ricordato.

 

Giorgio Materozzi

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Ciao a tutti.

 

Dopo tanto discutere, scusatemi, mi viene spontaneo chiedere: ma vale la pena di consumarle?

 

Tra l'altro, dopo l'indispensabile fase di pre-bollitura, di cosa sanno più?

 

Io, comunque, li ho banditi dalla mia tavola (peraltro dopo pcohissime esperienze...).

 

:bye1: :bye1:

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Io feci il militare a Brescia, e vidi che quando si entro' in stagione di A.m. tutti i negozi di frutta e verdura esponevano molte cassette di chiodini. In certe zone di Italia questi funghi fanno profondamente parte della cultura culinaria da tempo immemorabile...dire a un bresciano di non mangiare i chiodini è come dire a un bolognese di rinunciare ai tortellini :biggrin:

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