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Gibbo

Ex Consiglio Direttivo APB 2022
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Tutti i contenuti di Gibbo

  1. Gibbo

    Paesaggi Rurali

    Bambù contro muro... chi vincerà ???
  2. Gibbo

    Paesaggi Rurali

    Fico solitario abbandonato
  3. Gibbo

    Paesaggi Rurali

    La casa torre del casiere con ponticino sul torrente Marinella
  4. Gibbo

    Paesaggi Rurali

    Buon sera giorno notte Apbini... fate voi. Visto che siamo limitati nei movimenti, sfrutto la passeggiata di pranzo a lavoro per due scatti di questa zona.... La Fattoria di Travalle
  5. lupone come ho scritto sopra, L'ho cosparso tutto fuori e dentro di miele propoli e cera.
  6. Allargare il foro ? allora lo compero. lo volevo fare più naturale possibile Lupone, come se avessero fatto il covo nel melo che era prima proprio lì dietro. Lo ricordi? Forse non lo avevo spiegato bene. il melo era sopra le api e l’ho tagliato perché era morto e pericoloso. Il fatto che fosse cavo mi ha fatto pensare che poteva essere un rifugio naturale per le api. Questa è l’idea di partenza. Dopodiché lo utilizzerò per avere dati sulle api.
  7. Mentre lo facevo pensavo.... nel caso volessimo prelevare covata o altro da dentro, il dietro è apribile. Per evitare di danneggiare i favi che potrebbero esservi attaccati basta passare con un filetto fine tra il disco di legno che chiude e il ceppo, così da tagliare l’eventuale cera attaccata senza danneggiare i favi. Perché i favi interni dovrebbero essere così.....
  8. Si certo Lupone anche io sarei per far vivere prosperare e sciamare questo nucleo. Lo avevo pensato come un nucleo di studio e di propagazione di una buona linea di maschi. L’apertura anteriore è grande anche per poter visionare l’interno senza intervenire da dietro.
  9. In che senso visto che??? spiegami Lupone cosa vuoi dire
  10. Il miele qui non va tolto. Al limite un piccolo assaggio ma non andrebbe mai toccato Vedremo ?
  11. Ho cercato di mantenerlo più naturale possibile. Adesso è li, proprio dove come melo è vissuto per oltre trent’anni dando mele stupende, che aspetta uno sciame e poi vedremo se lo accetteranno come casa. A presto....
  12. Le fessure del tronco e gli spiragli tra il tronco ed i dischi li ho chiusi sempre con pezzi di legno di telaietti fermato con un impasto di cera propoli e miele, scaldandolo con la fiamma e tirandolo con la spatola ho chiuso un po tutto.
  13. Ho fiammato il legno nelle parti più umide. Ho pensato poi di utilizzare una zeppa di legno per creare un predellino all’entrata, che durante l’inverno si può girare a chiudere lasciando solo dei piccoli fori x uscire... questa l’arnia con la vista dell’apertura anteriore i dischi x chiusura sono rinforzati con stecche di legno riutilizzate da vecchi telai usati di api. il posteriore può ruotare per consentire l’apertura.
  14. Volevo utilizzare il legno di quel luogo e i materiali di queste api... due dischi di legno che da tempo utilizzavo per appoggiare le loro cose, li ho utilizzati per chiudere davanti e dietro.
  15. Lo taglio e lo poggio accanto alle altre arnie.... e nella mia testa inizia il progetto
  16. E qui arriva il colpo di fulmine. Taglio il tronco principale e vedo che è cavo.
  17. Orsù dunque veniamo a noi... anzi a Loro, le api. Durante i giorni passati alla Piana di Rotari un vicino dell’Ostello mi voleva fare dono di un bugno rustico, che altro non è che una arnia fatta con un tronco di albero. Non accettai perché portare via una cosa così bella da un luogo così ugualmente bello non mi pareva giusto. Ma in testa era scattata la curiosità e a inizio anno mentre mi accingevo a tagliare un vecchio melo in parte secco, che incombeva sulle arnie... Lo lego per non farlo cadere segandolo
  18. Tra l’altro facendo spesso funsti belli dritti e numerosi lo si può usare per fare bei bastoni senza creare problemi alla pianta. Lo dico perché in un punto di macchia ben conosciuta ? io ne ho tolti alcuni negli anni.
  19. Ho messo il nome scientifico sopra, il nome con cui è conosciuto qui è Ornello. Il bastone di ornello me lo fece il babbo che ero piccino ?
  20. Ornello Roverella e pungitopo Cantava l’altra sera in tv ?
  21. L’ornello (Fraxinus ornus) lo si riconosce facilmente perché ha questa crescita cespitosa ed una buccia chiara con riflessi argentati, tipo faggio.
  22. I caratteristici pratoni sommitali sono circondati da noccioleti e pino nero, ma vi troviamo veramente un po’ di tutto, compreso l’Abete bianco e il faggio. L’ornello è comune a tutte le altezze e nei tagli è la pianta che per prima innalza le sue fruste al cielo. Qui nella foto un bosco di quercia e ornello con cespugli di erica arborea e pungitopo.
  23. Le piante che vi troviamo sono in gran parte messe dall’uomo in epoche recenti, i Cipressi erano amatissimi dai Medici e ne tappezzarono i dintorni di Firenze. Qui ne troviamo in grande quantità. Assieme all’onnipresente erica arborea fiorita e roverella.
  24. Gibbo

    evocazione

    Ma poi.... non vorrei entrare in un argomento spinoso. Ma la carne come nutrimento è un mondo che non basterebbe una vita per studiarlo. Essere pastori di xxx o allevatori di xxx se ci si pensa bene al posto delle x può esserci tutto, ma tutto tutto... a parte il cannibalismo ma è ulteriore argomento. Non so se mi spiego. Si prende in giro chi mangia serpenti, chi caccia e consuma scoiattoli e piccoli roditori, chi mangia insetti.... ok lo so che a noi oggi qui fa schifo, ma se nascevamo in alaska??? Scoiattoli e roditori gnammm Se nascevamo in amazzonia? Di tutto di più. Pastori di renne? Mi sembra quasi di poterlo fare pure io ? insomma, quando si parla di vivere in un luogo dove si ha un rapporto estremo con la natura, l’adeguarsi è la base, il fondamento. Poi vedi popolazioni che vivono facendo cacciare per loro un aquila e rimani a bocca aperta. La curiosità è contagiosa e attira altra curiosità. Non c’entra niente ma oggi ero al campo di sotto a lavorare la terra, a 400mt da dove ho l’orto, galline e piccioni. I piccioni sono venuti a salutarmi e dopo avermi girato sopra si sono posati li dove ero a guardarmi, sono animali incredibili.... all’orto rischio di pestarli da come mi seguono.
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