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Tecnologia d'altri tempi


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Questo sistema si vede forse meglio in un paio di vecchie dias che ho scattato anni fa lungo un altro scivolo: quello che da Forno di Fiemme risale la Valsorda alla base dell'anfiteatro del Latemar...

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… qui si vede bene come l'acqua venisse deviata in un canaletto di scolo che passava sotto l'argine dello scivolo ed il sentierino di servizio a fianco; sentierino che in questo caso risultava molto ben tenuto perché era quello utilizzato anche dagli escursionisti.

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Ma eccoci nuovamente sopra Boscampo. La passeggiata di oggi termina qui; la strada che vedete sullo sfondo è quella per Cece ed è proprio dal quel ponte che avevo scattato la foto della volta scorsa.

Tuttavia c'è ancora qualcosa che vorrei farvi vedere, ma che non compare su questo scivolo...

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… perciò devo inserire ancora alcune immagini scattate negli anni “80 in Valsorda.

Riuscite a scorgere la cosa di cui vi sto per parlare?

Ma si, in fondo allo scivolo... uno... anzi due...

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… ponti in legno sagomati come lo scivolo stesso, così da permettere ai tronchi di scavalcare i ruscelli un po' più grandi che non sarebbe stato possibile affrontare con la tecnica del “sottopasso” vista prima. Questo è visto da valle, salendo...

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… e qui lo vediamo da monte. Anche il sentiero utilizzava questi ponti e vi assicuro che il transito non era particolarmente facile, soprattutto quando erano bagnati dalla pioggia.

Non so se ci siano ancora, perché non sono più tornato in Valsorda e so che anni fa ha subito diversi lavori...

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… di sicuro c'è che queste opere sono state utilizzate fino a non molti decenni fa; tra le persone più anziane della Valle c'è ancora qualche ex boscaiolo che ricorda di averci lavorato, dopo oltre un secolo dalla loro realizzazione. Altro che le abitudini dell'usa e getta del giorno d'oggi!!!

Mi domando quante delle moderne diavolerie tecnologiche, tra cent'anni potranno ancora dire: “guarda qui... un secolo di pioggia vento e grandine e sono ancora al mio posto e perfettamente funzionante!”, come il...

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… Ponte del Diavolo (oggi Ponte de la Lizata; preferivo il vecchio nome), che domina l'accesso a Sottosassa dal 1893.

Ma ieri, per fare quest'immagine, mi sono preso una lavata colossale; non c'entra nulla il Travignolo, ma la pioggia. Me la sono presa tutta sulla strada del rientro, e visto che mi muovo in bici vi lascio immaginare che goduria!!!

Quindi, per oggi mi fermo qui, prima di prenderne ancora.

Alla prossima,

 

Daniele

 

P.S. : però sarei un po' stufo di postare passeggiate... SENZA NEMMENO UN FUNGO!!! Eppure, le radure intorno a questi scivoli sono promettenti

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:clapping: :clapping:

 

Grazie Daniele di avere mantenuto la Promessa...

 

Molto piacevole seguirti e passeggiare con tè..ma non è una novità..come anche vedere questa opera..a suo tempo utilissima per portare i tronchi a valle...

 

Un Abbraccio Forte

 

Giuliano

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Molto bello Daniele ed interessante :clapping: :00010012:

Tecniche naturali che con il peso dei tronchi,

la mancanza dei mezzi meccanici e di strade

doveva ben essere impegnativa per i boscaioli.

Grande merito ai costruttori

ed un grazie a te :friends: che ce li hai mostrati ed illustrati.

Tante opere d'altri tempi vengono troppo spesso misconosciute

e trascurate....ma non è così da tutte le parti.

Per fortuna in qualche posto la memoria di queste opere d'ingegneria

non è dimenticata.

Una domanda : ma i tronchi scivolavano sulle pietre direttamente

o scendevano trasportati dall'acqua o vi era del ghiaccio in quei canali

per farli scivolare meglio ?

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… a parziale rettifica di quello che avevo scritto in precedenza, questi scivoli pare venissero utilizzati per lo più a metà inverno, quando ancora erano pieni di neve; ve l'immaginate Armin Zoeggeler su una pista da slittino di questo tipo!?!

 

è quello che ho pensato alla seconda immagine !!

 

averci vent'anni .....

 

… Ponte del Diavolo (oggi Ponte de la Lizata; preferivo il vecchio nome), che domina l'accesso a Sottosassa dal 1893.

Ma ieri, per fare quest'immagine, mi sono preso una lavata colossale;........

 

spettacolosa!!!!!!!!

la lavata ne valeva la pena (per noi che ce ne stiamo qui all'asciutto e godiamodi cotanta bellezza :mosking:)

 

un altro gran bel post

 

grande Daniele

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Ho sentito parlare, anzi ho letto molto di questo metodo di far scendere a valle il legname prima del "motore": sui libri di Mauro Corona si parla spesso di quando mandavano a valle il legname dentro i canaloni innevati! Non sono sicuro che siano questi che ci hai mostrato ma immagino siano veri e propri canaloni innevati e ghiacciati, mentre questi che ci fai vedere sono costruiti con cura e con l'attenzione di rallentare le forti velocità (Avrà romanzato un pò Mauro Corona?) Mi hanno sempre affascinato quelle storie di tronchi che scendevano a valle con velocità e forza dirompente... e quando si incastravano allora chiamavano il "boldo" ovvero un grosso tronco di Larice con la punta stondata che con violenza risolveva il problema di eventuale intasamento.

 

Grazie Daniele

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tronchi scivolavano sulle pietre direttamente

o scendevano trasportati dall'acqua o vi era del ghiaccio in quei canali

per farli scivolare meglio ?

Fondamentalmente li si utilizzava quando c'era ancora neve, infatti ho l'impressione che li costruissero sui versanti o nelle vallette che prendevano meno sole; almeno è così per quelli che conosco io, sono tutti nei punti più ombrosi.

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non avevo mai visto da nessuna parte questi scivoli, ingegnosi e sicuramente indistrubbili come dici -

vongono ancora utilizzati?

 

 

:bye1:

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