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Er carbonaro va contro corrente.


piccio

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L'aspetto affascinante ed al contempo terribile delle carbonaie, sta nel fatto che un pur minimo errore di valutazione poteva mandare in malora mesi di lavoro...ecco perchè una volta accesa la carbonaia essa andava controllata giorno e notte senza soluzione di continuità.

L'arte dei carbonari (che avevano una loro precisa gerarchia, nella quale lo scalino più basso era occupato dal "meo" di cui parlava Giacomo, una sorta di ragazzino-servo assimilabile al "quatrano" degli stazzi abruzzesi) era appunto quella di trasformare la legna in carbone evitando però che la stessa prendesse fuoco, riducendosi in cenere, vanificando così tutto il lavoro fatto.

La difficoltà era tutta nel regolare l'afflusso di aria all'interno della carbonaia: come si vede dalle fotografie di Piccio, la stessa, una volta ultimata la catasta, veniva ricoperta di terra, nella quale venivano praticati dei fori (quelli da cui si vede uscire il fumo) destinati a regolare la combustione interna.

Quando si alzava un vento improvviso, quindi, le "prese d'aria" andavano subito opportunamente ridotte, o spostate sul lato più riparato, ad evitare che all'interno della carbonaia accadesse l'irreparabile.

 

Appena ho un po' di tempo, vi riporto un mini-glossario dei carbonai, assai utile per meglio conoscere e capire questo antico mestiere che tanto fascino esercita su di noi.

 

:scratch_one-s_head:, Fabio.

 

P.S.: complimenti a Piccio per le immagini, ma dove si trovano quelle carbonaie? Per quanto mi risulta qualche carbonaia ancora si può trovare nella zona di Colle e Poggio d'Api, sui Monti della Laga...

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L'aspetto affascinante ed al contempo terribile delle carbonaie, sta nel fatto che un pur minimo errore di valutazione poteva mandare in malora mesi di lavoro...ecco perchè una volta accesa la carbonaia essa andava controllata giorno e notte senza soluzione di continuità.

L'arte dei carbonari (che avevano una loro precisa gerarchia, nella quale lo scalino più basso era occupato dal "meo" di cui parlava Giacomo, una sorta di ragazzino-servo assimilabile al "quatrano" degli stazzi abruzzesi) era appunto quella di trasformare la legna in carbone evitando però che la stessa prendesse fuoco, riducendosi in cenere, vanificando così tutto il lavoro fatto.

La difficoltà era tutta nel regolare l'afflusso di aria all'interno della carbonaia: come si vede dalle fotografie di Piccio, la stessa, una volta ultimata la catasta, veniva ricoperta di terra, nella quale venivano praticati dei fori (quelli da cui si vede uscire il fumo) destinati a regolare la combustione interna.

Quando si alzava un vento improvviso, quindi, le "prese d'aria" andavano subito opportunamente ridotte, o spostate sul lato più riparato, ad evitare che all'interno della carbonaia accadesse l'irreparabile.

 

Appena ho un po' di tempo, vi riporto un mini-glossario dei carbonai, assai utile per meglio conoscere e capire questo antico mestiere che tanto fascino esercita su di noi.

 

:bye1:, Fabio.

 

P.S.: complimenti a Piccio per le immagini, ma dove si trovano quelle carbonaie? Per quanto mi risulta qualche carbonaia ancora si può trovare nella zona di Colle e Poggio d'Api, sui Monti della Laga...

 

Queste che ho fotografato sono proprio quelle di Poggio d'Api.

A presto e con la speranza che qualcuno come te ci racconti cose nuove.

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  • 11 months later...

UP

 

Questo bel post secondo me è nella sezione sbagliata. Lo vedrei meglio in area pubblica anzichè visibile soli ai Soci. Forse nella sezione " I boschi ". Se l'autore è d'accordo e qualche admin lo sposta... cancellando anche questo messaggio...

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Questo bel post secondo me è nella sezione sbagliata. Lo vedrei meglio in area pubblica anzichè visibile soli ai Soci. Forse nella sezione " I boschi ". Se l'autore è d'accordo e qualche admin lo sposta... cancellando anche questo messaggio...

Grazie mille Sonaldo...per la segnalazione .

Oltrettutto a questo post ci sono molto affezionato , mi ero ripromesso(appena mi sara' possibile) di approfndre con altre documentzioni.

Ciao.

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Grazie mille Sonaldo...per la segnalazione .

Oltrettutto a questo post ci sono molto affezionato , mi ero ripromesso(appena mi sara' possibile) di approfndre con altre documentzioni.

Ciao.

 

 

il post, come dissi anche a suo tempo, merita davvero

 

aribravo picco!

 

vedrò se riesco a dare un mio contributo

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UP

 

Questo bel post secondo me è nella sezione sbagliata. Lo vedrei meglio in area pubblica anzichè visibile soli ai Soci. Forse nella sezione " I boschi ". Se l'autore è d'accordo e qualche admin lo sposta... cancellando anche questo messaggio...

 

 

 

Fatto :give_rose:

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  • 9 months later...

Mi riprometto sempre di andare dai carbonari....

Non ci sono ancora riuscito ...ma presto tentero' incursine con la neve.

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sempre più o meno nella zona dove dice Bariga, in Val Loana, a Fondo li Gabbi hanno ricostruito una carbonaia,

purtroppo l'anno scorso una valanga la ha mezza devastata, la speranza è che venga ripristinata, almeno come

strumento didattico.

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  • 2 years later...

Un argomento fantastico, che affascina tutti quelli che hanno "DNA di Bosco nelle vene".

 

Il bellissimo testo di cui Gianluca (Iggava per gli amici) mi ha fatto cortese e graditissimo omaggio, narra l'epopea dei carbonari della montagna pistoiese emigrati in Francia. I Forzati della foresta è un libro straordinario, che credo andrebbe letto da tutti coloro che amano il bosco e la sua civiltà. :biggrin:

 

Vita durissima e grama, quella dei nostri avi carbonari e purtuttavia ricca di un rapporto primordiale e diretto con la natura che oggi possiamo solo immaginare. Gesti e parole di una civiltà ormai irrimediabilmente perduta, che è bello rivivere nelle sensazioni quando siamo soli con il Bosco.

 

...d'arrivare alla fine 'un lo credèo, Dio mi riguardi di rifarlo, il Meo...

 

L'altra sera col Lupo siamo passati da un posto vicino alla città dove c'è un carbonaio che tutti gli anni fa il carbone e ho scattato questa, e m'è subito venuta in mente questa bella discussione ecc ecc.... friends.gif

 

042.jpg

 

 

 

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Grazie Giacomo, devo trovare un po' di tempo e vedrai che qualche bella storia uscira' fuori.

 

E' un mondo che m i affascina tantissimo, primo perche' richiama una tradizione quasi scomparsa e che difficilmente avra' un futuro e poi il carbonaro racconta ( se riesci ad entrare nelle loro confidenze)storie di funghi e di boschi che staresti ore ore ad ascoltare.

 

Non manchero' appena possibile di scattare qualche foto narrativa.

 

 

Ahhh...dimenticava , quando ci passo compra sempre una 20 di chili di carbone di faggio.

Lo uso per farci le fiorentine, a mio parere un ottimo legno per cucinare.

Edited by piccio
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  • 3 years later...

Incursione dai carbonari in quel di Poggio d'Api, fortunatissimo perchè la carbonaia era stata appena accesa da un paio d'ore coincidenza molto rara.

Mi hanno spiegato che il primo fumo è quello piu' tossico e pericoloso da respirare , presumo per prima combustione da fiamma.

Il leggero vento spostava da un parte altra il fumo ed era quasi impossibile capirne la direzione .

Abbiamo gia' detto molto su questo lavoro legato alla territorialità ed ormai in vie di estinzione, ma ne sono sempre affascinato e dopo foto , respirate di fumo , chiacchiere con il carbonaro , nonostante ci sia andato svariate volte tornero' sempre a trovarli.

La reflex dopo 4 giorni ancora profumo di fumo, i vestiti li ho dovuti lavare ma la gomma dell'impugnatura della macchina fotografica la lascio cosi' sfumare da sola.

La cosa che mi attira molto sono le chiacchiere che faccio con i carbonari.

Storia di montagna , di fatica , di rispetto e tante altre cose che molti di noi amano.

Ancora una volta un esperienza significante nei miei percorsi di montagna.

 

Inserisco qualche foto per poi proseguire i giorni prossimi.

 

post-2095-0-87634600-1440001692_thumb.jpg

 

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