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Illecippo™

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Risposte pubblicato da Illecippo™

  1. Ale, facciamo un analisi

     

    Fungo eterogeneo a lamelle, lamelle libere e non aderenti al gambo.

     

    Assenza di velo parziale, presenza di velo generale...

     

    Se avesse sporata bianca e margine striato: --> Amanita gr.vaginatae

     

    Non ha margine striato.

     

    Se ha sporata rosa potrebbe essere un Pluteus e una Volvaria, ma il primo non può essere poichè già escluso per l'assenza di una volva.

     

    Ergo, genere Volvaria.

     

    All'interno del genere Volvaria vi sono diverse specie, più di interesse micologico che altro.

     

    Sicuramente velenosa Volvaria surrecta che non può essere poichè specie parassita di Clitocybe nebularis;

    Curiosa non commestibile Volvaria bombycina che non può essere perchè ha volva grigia e cresce su tronchi di latifoglia;

    Rimangono Volvaria volvacea e Volvaria gloiocephala.

     

    La prima (V.volvacea) la escludi per le colorazioni grigio cenere scure del cappello che presenta anche sfumature verdastre; è l'unica specie di un lieve interesse gastronomico dato che viene coltivata e commerciata come fungo di muschio/paglia.

     

    Rimane, come ha detto correttamente Salvo, Volvaria (Volvariella) gloiocephala (=Volvaria speciosa), specie teoricamente edule ma scadente.

     

    Nico

     

  2. Max,

    con questo proposito ho aperto questo post.

    Saperne di più

    Questo perchè ho trovato un vecchio libro del '60 dove si parla di questa pratica (Adolfo Banti, I funghi italiani, Vallardi ed.1963) e di questo fungo particolare.

    Spero che qualche amico romano o lettore sappia dirmi di più: per ora ho scovato solo queste informazioni; sono certo solo del fatto che alcuni usino realmente alcoli per bruciacchiare parzialmente il tronco di nocchio (nocciolo).

     

    Nico

  3. Max,

    con questo proposito ho aperto questo post.

    Saperne di più

    Questo perchè ho trovato un vecchio libro del '60 dove si parla di questa pratica (Adolfo Banti, I funghi italiani, Vallardi ed.1963) e di questo fungo particolare.

    Spero che qualche amico romano o lettore sappia dirmi di più: per ora ho scovato solo queste informazioni; sono certo solo del fatto che alcuni usino realmente alcoli per bruciacchiare parzialmente il tronco di nocchio (nocciolo).

     

    Nico

  4. Polyporus corylinus Mauri. Un fungo davvero poco conosciuto e particolare, che gode di una ottima fama in alcune località nei dintorni di Roma. Venne descritto per la prima volta da Ernesto Mauri nel diciassettesimo secolo, nell'opuscolo "due funghi mangerecci del contorno di Roma". Si tratta di un curioso "dimenticato" fungo che, forse più di ogni altro in ambito nazionale, può rappresentare un territorio e una delle più antiche forme di coltivazione fungina. Esclusivo della provincia di Roma e più nello specifico dei Castelli Romani, è stato da sempre coltivato dai boscaioli soprattutto del comune di Rocca di Papa, che probabilmente in epoche remote, producevano il carbone e avevano notato le esigenze di fruttificazione. La particolare "coltivazione", tramandata da generazione in generazione e tenuta in gran segreto, consiste nel riconoscere, al suono caratteristico prodotto da percussione, un ceppo di nocciolo (Corylus avellana) miceliato (che in alcuni casi viene sdradicato per farne una coltivazione casalinga), il quale subisce una veloce sfiammata, dopo essere stato cosparso di liquido infiammabile: a quel punto viene ricoperto e dopo una settimana circa inizia una copiosa fruttificazione,che finisce in parte nei ristoranti tipici della zona (!!!) che lo servono principalmente fritto o dorato! Lo "sfogatello del nocchio" o “sfocatello del nocchio” è considerato quindi un buon fungo commestibile, tenero e profumatissimo se appena raccolto, poco comune in condizioni naturali; il periodo di fruttificazione "forzata” coincide con il periodo più caldo dell'anno nei mesi di luglio e agosto.

     

    Carta d'identità

     

    Polyporus corylinus Mauri

     

    Cappello: di piccole dimensioni, convesso,poi piano e leggermente depresso-ombelicato,margine incurvato,biancastro poi bianco-crema,presto leggermente areolato-squamoso.

    Imenio: formato da tubuli corti,bianco poi bianco-crema, pori concolori, molto decorrenti, di media ampiezza.

    Gambo: cilindrico, svasato in alto, bianco liscio,snello.

    Carne: bianca,esigua,soda,leggermente elastica,odore e sapore dolci-farinacei,intensi,gradevoli.

    Spore: 7-8 x 2-3 cilindriche ialine finemente granulate, con basidi clavati 15-25x5-6 tetrasporici con giunti a fibbia

     

     

  5. Questo l'elenco delle specie trattate:

     

     

    Agrocybe erebia

    Amanita argentea

    Amanita battarrae

    Amanita ceciliae

    Amanita excelsa

    Amanita ochraceomaculata

    Asterophora lycoperdoides

    Asterophora parasitica

    Boletus dupainii

    Boletus legaliae

    Boletus luteocupreus

    Boletus pseudoregius

    Boletus torosus

    Bovista paludosa

    Calocybe ionides

    Clavaria fragilis

    Clavaria fumosa

    Cortinarius coalescens

    Cortinarius cyanites

    Cortinarius rubicundulus

    Cortinarius spilomeus

    Cortinarius subpurpurascens

    Cortinarius terpsichores

    Craterellus ianthinoxanthus

    Craterellus melanoxeros

    Creolophus cirrhatus

    Delicatula integrella

    Gyrodon lividus

    Hebeloma radicosum

    Hygrocybe calyptriformis

    Hygrocybe chlorophana

    Hygrocybe citrinovirens

    Hygrocybe flavipes

    Hygrocybe glutinipes

    Hygrocybe ingrata

    Hygrocybe intermedia

    Hygrocybe irrigata

    Hygrocybe lacmus

    Hygrocybe ovina

    Hygrophorus eburneus

    Hygrophorus hypothejus

    Hygrocybe lucorum

    Hygrocybe queletii

    Hypholoma radicosum

    Inocybe cincinnata

    Inocybe fibrosoides

    Inocybe lanuginosa

    Inocybe melanopus

    Inocybe napipes

    Lactarius acris

    Lactarius blennius f. albidopallens

    Lactarius cremor

    Lactarius glyciosmus

    Lactarius illyricus

    Lactarius pterosporus

    Lactarius rubrocinctus

    Leccinum nigellum

    Limacella glioderma

    Lyophyllum paelochroum

    Lyophyllum rhopalopodium

    Marasmius rotula

    Mycena stylobates

    Oligoporus placenta

    Phylloporia ribis

    Pluteus roseipes

    Podophacidium xanthomelum

    Porpoloma pes-caprae

    Pterula densissima

    Russula albonigra

    Russula amarissima

    Russula arpalices

    Russula aurea f. axantha

    Russula carpini

    Russula cremeoavellanea

    Russula exalbicans

    Russula faginea

    Russula farinipes

    Russula faustiana

    Russula fontqueri

    Russula gracillima

    Russula lilacea

    Russula luteotacta

    Russula mairei

    Russula medullata

    Russula melliolens

    Russula minutula

    Russula olivacea

    Russula pelargonia

    Russula poikilochroa

    Russula pseudoromellii

    Russula puellula

    Russula raoultii

    Russula rhodella

    Russula romellii

    Russula roseoaurantia

    Russula rubra

    Russula solaris

    Russula terenopus

    Russula velenovskyi

    Russula versatilis

    Russula versicolor

    Russula viscida

    Suillus tridentinus

    Taphrina pruni

    Thelephora penicillata

    Tricholoma umbonatum

    Volvariella volvacea

    Xerocomus depilatus

    Reticularia lycoperdon

    Hemitrichia serpula

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