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  • Giorni Vinti

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Risposte pubblicato da testa

  1. Fatti pochi passi le colline,

    che fino a qualche minuto prima apparivano deserte e silenziose,

    lentamente si risvegliavano.

    Il canto di un merlo salutava il nuovo giorno,

    uno scoiattolo poco lontano ci guardava stupito dall'alto di un ramo,

    mentre un pettirosso a spasso fra i pruni e il biancospino,

    saltellava tra i rami e si fermava incuriosito a pochi metri da noi.

    Sembrava quasi volerci salutare con il buffo movimento della sua coda,

    e girando la testolina da un lato il suo petto colorato veniva illuminato dalla prima luce del mattino.

    Allora scrollava le piume e frettoloso come era arrivato se ne ritornava a caccia di insetti tra il fitto.

    post-42-1194799780.jpg

  2. Sulla strada non incontravamo mai nessuno,

    qualche volta solo il camioncino della nettezza urbana che stancamente finiva il suo giro di lavoro.

     

    Parcheggiavamo le biciclette nel cortile di una casa

    il cui proprietario conosceva molto bene mio padre,

    avendo condiviso quel brutto periodo che era stata la guerra.

    La casa non era isolata ma all’interno di una contrada

    e quando arrivavamo c’era sempre qualche contadino sull’uscio

    che ci salutava con un cenno della mano e del capo

    per non rompere quel magico silenzio che precedeva il sorgere del sole.

    post-42-1194801662.jpg

  3. Non appena aprivo la porta d'ingresso

    per andare verso mio padre, che mi aspettava in cortile con la mia bicicletta per mano,

    l'aria della notte fredda e pungente mi ricordava che comunque eravamo in novembre

    ed oramai prossimi all’inverno.

    Una breve occhiata verso il cielo,

    dove milioni di stelle illuminavano una notte senza luna,

    e poi via, pedalando a ruota di mio padre,

    ci portavamo nelle contrade alte ai piedi dell’Altopiano di Asiago

    da dove partiva il nostro itinerario.

    post-42-1194801538.jpg

  4. Ci si alzava sempre molto presto

    anche se sapevamo che il cielo sereno e le temperature in rialzo

    non ci avrebbe portato ad avvistare nessuna allodola

    ne tordi o tanto meno le beccacce,

    ferme tutte ancora in montagna ad assaporare l’ultimo caldo sole autunnale dell’estate di San Martino.

    post-42-1194799212.jpg

  5. Spesso anche a novembre le burrasche fredde

    tardavano ad arrivare e con loro gli uccelli di passo.

     

    E così spesso si decideva di andare ugualmente

    a fare un giro in collina con l’obiettivo di recuperare quello che restava

    di alcune delizie di stagione per un piatto davvero speciale;

    uva fragola, nespole, pere volpine, mele della rosa, giuggiole, castagne e marroni

    erano i frutti spontanei o coltivati nei poggi o nei prativi

    annessi a qualche vecchia casa ristrutturata e utilizzata ora solamente nel periodo estivo.

     

    Frutti di una stagione, l’autunno, ricca di suggestioni e sorprese.

    post-42-1194799078.jpg

  6. Sono veramente felice nel vedere, e soprattutto,

    nel leggere le vostre risposte a questo 3D.

     

    Mi piace molto leggere ed avvertire nelle vostre parole

    la sintonia di sentimenti ed emozioni che ci accomuna.

     

    Vorrei rispondere a ciascuno di voi, perché ogni vostra risposta meriterebbe

    una sottolineatura, ma non voglio appesantire un 3D che voleva essere leggero.

     

    E allora almeno un :kuzya_02: a Max, Remigio, Giuliano, Andrea, Nicolò, Antonio...

     

    ...........e ancora un :give_heart: a Carletto, Giuseppe, Marco, Pasquale, Fabrizio, Luciano e Giancarlo

     

    e un :clapping: per tutti

     

    mario

  7. Sapori dell'infanzia, per troppo tempo dimenticati

    perché battuti sui banchi dei fruttivendoli da coltivazioni più redditizie,

    salvati dall'estinzione grazie ad un rinnovato interesse nei confronti

    di tutto quanto si lega alle tradizioni di un certo territorio.

     

     

    Trifle di composta di corbezzolo con yogurt e marroni al rhum

     

    Ingredienti:

    ½ base pan di spagna

    150 gr di yogurt greco

    100 gr di marroni al rhum

     

    per la composta:

    300 gr di corbezzoli

    90 gr. di zucchero

    10 gr. miele di castagno

    9 gr di pectina

     

     

    Ricetta illustrata

    post-42-1193618500.jpg

  8. Spesso queste uscite, per me e mio padre,

    erano una scusa per poter trascorrere qualche ora tra prati, boschi e valli alla ricerca dei frutti dimenticati.

     

    Nespola, sorba, pera volpina, mela della rosa, giuggiola, corbezzolo, corniolo.

     

    Nomi che riportano alla memoria ricordi ormai lontani ma soprattutto sapori,

    a quel tempo, ben noti a mio padre e mia madre che da quei frutti spontanei

    o coltivati in aree marginali sapevano ricavare piatti gustosi e ottime marmellate.

    post-42-1193616690.jpg

  9. Fuori era notte fonda con l’aria di fine ottobre fredda e pungente,

    mentre l’intensa luce delle stelle faceva presagire un’alba fredda ma ancora lontana.

     

    I rituali si ripetevano come ogni volta che a quest'ora mi alzavo per correre dietro,

    con mio padre, a questa nostra passione,

    mai completamente capita da mia madre.

    Non riusciva a capire cosa ci trovavamo nell'uscire al freddo e spesso con la nebbia,

    di notte per salire in montagna alla ricerca di funghi o a caccia nei campi e nelle valli in collina,

    e sopportava a malapena queste nostre uscite e sicuramente non riuscì mai ad accettare questa passione.

    post-42-1193616596.jpg

  10. Solo allora mi decidevo e nel massimo silenzio uscivo dal letto

    avviandomi lentamente verso il corridoio e la porta che scendeva in cucina.

    Mentre scendevo di sotto,

    sentivo nell’aria il buon profumo di caffè che gorgogliava nella moka

    che mio padre aveva già posto sul gas.

    In cucina aleggiava ancora il profumo della legna che la sera prima bruciava nella stufa.

     

    L’atmosfera calda, creata dall’aroma del caffè e dalla fioca luce della lampada,

    ci avvolgeva e rendeva quei momenti particolarmente dolci

    e carichi di un’intensa pace mista ad una strana aria di complicità tra noi due.

  11. Percepivo sempre con leggero anticipo il rumore della porta della mia camera che si apriva

    e mio padre che sottovoce mi invitava ad alzarmi.

    A quel punto avevo la certezza che erano le quattro del mattino

    e immancabilmente in quel preciso istante dal campanile del paese arrivavano i rintocchi delle campane .

     

    Approfittavo di questi ultimi attimi sotto le coperte

    per gustare quel piacevole calore,

    per assorbire quanto più era possibile di quello star bene.

     

    Tendevo l'orecchio per cercare qualche rumore esterno

    che mi potesse far intuire le condizioni del tempo,

    ma avvertivo solo il silenzio profondo della notte,

    e il regolare respiro di mia madre che dormiva nella camera a fianco.

    post-42-1193616250.jpg

  12. Almeno questa volta non devi dare le coordinate GPS per fare verificare

    le tue raccolte :00015014:

     

    Giustamente, come hai sottolineato anche in altro tuo post,

    andare a "passeggio nel bosco" non significa voler sempre

    riempire il cesto.

    I nostro boschi e le nostre montagne ci danno sempre

    (con o senza funghi) emozioni forti.

     

     

    :bye1:

  13. Potrei dirti che forse e' ancora possibile recuperare qualcosa (in teoria questo e' vero) ma sarebbe un continuare a dare vane speranze e in questi casi preferisco andare subito al sodo.

    ...............

    In sostanza... Mettiamoci l'anima in pace e avanti con le nuove uscite.

    :ambu:

    Iacopo

    .........................

    ...............................

     

     

    Mi dispiace molto leggere questa sentenza che con molta probabilità è definitiva.

     

    Certamente non tanto per le foto dei funghi perché quelle sono sempre al sicuro

    nell'archivio del mio hard disk,

    quanto soprattutto e solamente per aver perso per sempre

    tutti i pensieri e le parole che accompagnavano quelle poche foto di funghi che avevo postato.

     

    Erano per me la cosa più importante, e non posso negare che ci sono rimasto molto male.

    Ma non voglio colpevolizzare alcuno di Voi perché dovevo io essere previdente e fare un backup dei miei post

    (se è vero che ci tenevo così tanto).

     

    Peccato proprio perché tenevo veramente molto ad alcuni 3D. :bad: :give_heart: :swoon:

  14. Il versante opposto di Bellamonte è dominato e custodito dalla Cima Viezzena, la cui cresta sud-occidentale (qui ripresa) deve essere godibilissima e panoramicissima (come ci ha mostrato Antonio b. in un suo topic recente).

    .................

    Senso di pace, di bellezza…di benessere…

     

    Giorgio,

    quella che hai mostrato nella splendida foto è la dorsale sud che porta all'abitato di Bellamonte.

    La dorsale sud-ovest è quella che si ricongiunge al Mulat

    (i cui versanti hanno degli splendidi noccioli :friends: )

     

    Provo a postarti una mia foto che sicuramente non è paragonabile alle tue,

    ma solo per farti vedere i tre crinali sud del Viezzena

    post-42-1190933982_thumb.jpg

  15. Bravo Cris,

     

    finalmente anche il tuo appennino comincia a regalarti gioie e "tuffi al cuore".

    Purtroppo io sono ferma al palo da una settimana per una forma virale.

    Mi sembra che comunque anche Genesia non abbia buone nuove dalle alpi.

    E' anche giusto così, ci siamo divertiti alla grande nelle nostre valli in

    questo scorcio di fine estate.

     

    Ti saluto

    un abbraccio e un :drunk:

     

    mario

  16. Ma bada che ti combina il testa oh...

    Si fa spedire i funghi da Carletto, li mette nel cesto, parte per l'alta montagna e poi, dopo averli piantati, li fotografa.

     

    ihihihihihihihi :cc_surrender: :friends: :smile: :bye1:

    Massi

     

     

    oh bischero finalmente ti si sente eh :air_kiss

     

    hai finito di stare stravaccato al mare a S. Vincenzo ??????

     

    Perché non metti la testa a posto e cominci a cercare funghi sul serio??

    post-42-1189690217.gif

  17. post 71

     

    he già proprio la Marmolada con una inquadratura insolita

    degli spalti rocciosi del suo versante est dove c'è la cabinovia che parte da Malga Ciapela

    e ti porta direttamente al rifugio Serauta (che si vede molto bene nella foto) ai piedi del ghiacciaio.

     

    Quando siamo al rifugio non possiamo non andare a visitare il museo della Grande Guerra che

    conserva molti reperti trovati nelle "Città del Ghiaccio".

     

    La "Città di Ghiaccio" era un complesso di gallerie con depositi, cucine, dormitori per uno sviluppo complessivo di 12 Km

    e capace di contenere fino a 70 uomini.

    La vita sotto il ghiaccio permetteva di evitare le rigidissime temperature esterne (fino -30° gradi C).

    Infatti nelle gallerie la temperatura poteva variare dai +3°ai +5° d'inverno, scendendo a 0° durante l'estate.

     

    I baraccamenti e le stanze dovevano essere continuamente modificati

    a causa del movimento lento ma incessante del ghiacciaio che le stritolava come in una potentissima morsa.

    Complessivamente però la costruzione della "Città di ghiaccio"

    rappresentò una geniale soluzione che consentì la sopravvivenza a molti kaiserschutzen.

     

    Abbandonata nel novembre del 1917, probabilmente già nei primi anni '20 non esisteva più.

    A causa del costante ritiro del ghiacciaio,

    la Marmolada dopo aver gelosamente conservato praticamente intatto per decenni

    il materiale lasciato dai militari ,

    permette ora il rinvenimento di vari cimeli,

    molti dei quali sono esposti nel Museo di Punta Serauta.

     

     

    ...per saperne di più...

  18. Post 68

     

    gli spalti rocciosi sono quelli della Croda Negra con la Punta Gallina

    che dividono il Passo Falzarego con il Lagazuoi (che si intravvede in secondo piano) a nord,

    dall'abitato di Andraz con il suo castello a sud.

     

    Il Castello di Andraz, ristrutturato di recente, assieme al piccolo borgo ancora abitato di Andraz,

    raffigura bene l'importanza che ebbe fin dall'antichità la "via della vena che scendeva dalle miniere

    verso i paesi della vallata (Caprile, Alleghe, Agordo)

  19. Seconda puntata

     

    Post 23

    Si tratta, invece, del Sorapiss, il monte che sovrasta, dal lato non visibile, il Lago di Misurina.

    Si riconosce, qui avanti, la Forcella Staulanza ed il sovrastante Rif. Città di Fiume (ricordo bene, Mario ? :friends: )

     

    Post 29

    Qui è tutta una scommessa. Forse, in questa giornata, hai compiuto in auto ed in senso antiorario il periplo del M. Civetta. Allora quello potrebbe essere il paese di San Tomaso Agordino (ChiCercaTrova potrebbe toglierci ogni dubbio in tal senso :swoon: )...

     

    Un abbraccio :rofl: :ok:

     

    (continua)

     

     

    Per il post 23 ricordi molto bene Giorgio. Il Rif. Città di Fiume è il punto di partenza del sentiero CAI 480 che sale

    (non senza un considerevole impegno fisico al Rif. Venezia. E da lì si può salire per sentiero alpinistico (sempre il 480)

    sino in vetta al Pelmo a quota 3.168.

     

     

    Per il Post 29

    sono ancora una volta in dubbio. Mi sembra comunque possa essere la chiesa di Selva di Cadore con lo sfondo delle Tofane ????????

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