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Gaspy

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Tutti i contenuti di Gaspy

  1. Samurai fà bene dire che senza vedere le lamelle e conoscere l' habitat (ma io presumo latifoglia venendo dalla Sicilia) non si può dire di che cosa si tratti. Ma fà male a pensare al C. calochrous e particolarmente alla var. carlìoli che, è si, dalle latifoglie e particolarmente dai leci, ma ha lalelle e gambo violetti. Io ho ipotizzato il C. elegantissimus, ma è solo uj' ipèotesi che, senza ulteriori eòlementi vale quanto un tirare ad inbdovinare. Gaspy
  2. Secondo me si tratta della Bovista plumbea. Gaspy
  3. Caro Samurai, fai bene dubitare sempre. Putroppo , nella ricerca - quindi non limitata solo ai funghi - esistono i lumpers (= buttare tutto in caldaia) quelli che sinonimizzano tutto e gli splitters (=tetratricotomologi, cioè che spaccano il capello in quattro) per i quali ogni neo determina una specie diversa. Convivere con entrambi, significa studiare molto e farsi delle idee proprie: qundi le idee di Consiglio o di Melot, ecc. finiscono per equivalersi quando si ragiona con la propria testa e ci si basa su esperienza e conoscenza: non esiste un libro manicheo, ne esistono tanti più o meno buoni, più o meno giusti. Io sono stato porcinaro fino al giorno in cui mi sonoi reso conto delle contraddizioni esistenti Coraggio Gaspy
  4. Gaspy

    La commestibilità dei cortinari

    Sulla commestibilità dei Cortinarius (ed altri funghi) ho appena scritto il seguente articoletto: Nel mezzo del sentiero di un bel bosco……. È cominciata quella parte dell’ anno in cui, finiti gli ozi estivi, le passeggiate nei boschi vengono motivate con la raccolta di quei gustosi carpofori che vengono volgarmente chiamati funghi. E, nonostante la campagna di educazione micofagica e le restrizioni alle raccolte, centinaia di persone affollano i Pronto Soccorso dei nosocomi sospettando (e talvolta purtroppo con ragione) di essersi avvelenati. E naturalmente partono i corsi dei cosiddetti esperti che dicono ciò che è commestibile e ciò che non lo è. Salvo essere smentiti il giorno dopo quando si verificano sintomi imprevedibili in quanto imprevisti. Così come è capitato per il Tricholoma equestre abbondantemente consumato in Francia e dato per commestibile su tutti i libri, fino al giorno in cui qualcuno ci ha lasciato la pelle. E così come si è verificato con la Gyromitra esculenta, con il Paxillus involutus, ora anche la Russula subnigricans ecc… I corsi di micologia sono in genere tenuti da persone con una cultura assolutamente superficiale, in molti casi addirittura privi di adeguato titolo do studio, cui vengono impartite nozioni del tutto estranee ad una micologia seria e scientifica. Siamo quotidianamente governati dalle statistiche che sostituiscono il metodo analttico quando questo non è praticabile. È sempre un metodo usato per indicare le probabilità che qualcosa accada.Gli è che nella maggior parte dei funghi (ma anche delle piante e degli animali) sono contenute delle sostanze assolutamente sconosciute che, per nostra fortuna (o sfortuna) non ci recano danno immediato, per cui ci accorgiamo soltanto di quelle che il danno ce lo recano in tempi più o meno brevi. Statisticamente parlando, ad esempio il fungo che genera più cure ospedaliere è il chiodino (Armillaria mellea). Ma proibirne il consumo in Veneto, provocherebbe una rivolta. E la stessa cosa vale per la Clitocybe nebularis (il fungo della nebbia, per colore e stagione) il più ricercato nell’ Appennino settentrionale. Di fatto né nell’uno, né nell’ altro si sono scoperti i principi tossici e quindi la gente continua a consumarli e ad esserne più o meno gravemente disturbata! Ma ponetevi voi la domanda: “Siamo certi che nei due funghi summenzionati (o in altri) non esistano sostanze che ci porteranno a danni futuri?” Il normale Agaricus bisporus (il prataiolo di coltivazione) contiene sostanze potenzialmente cancerogene (esiste una vastissima letteratura al riguardo, data l’ importanza commerciale che questo fungo riveste); eppure esso continua ad essere coltivato e commercializzato in tutto il mondo. È stata lanciata una campagna allarmistica circa i funghi del genere Cortinarius. Questo perché una ventina di anni fa due biologi (Tebbett e Caddy - ed ero presente quando presentarono le loro conclusioni) hanno elaborato e diffuso la notizia di un contenuto chimico (ciclopeptidico e quindi analogo alle tossine delle amanite del gruppo falloide) presente in tutte le specie (cortinarine) che avrebbe effetti devastanti e agirebbe per accumulo. Come ogni teoria scientifica, anche questa è stata più tardi confrontata da Laash che ha concluso – prove alla mano – che quello dei due biologi era uno scoop. Esistono, è vero, le cortinarine (A,B e C), ma sono risultate innocue anche ad esperimenti effettuati in laboratorio. La cortinarina <<B>> è presente solamente nel gruppo degli Orellani, ma in quelli il responsabile riconosciuto dell’ avvelenamento è l’ orellanina o, almeno, questa consociata ad altri (sconosciuti) principi tossici. Naturalmente, secondo la filosofia attuale, più che la sentenza, conta l’ avviso di garanzia e la leggenda delle cortinarine sussiste come altre infinite leggende metropolitane. Indubbiamente esistono dei Cortinarius tossici e mortali. Si tratta del C. orellanus e del suo simile C. orellanoides (meglio conosciuto come speciosissimus). Di questi, come anzidetto, sono ben conosciuti i principi tossici, l’evoluzione e gli esiti dell’ avvelenamento, come dal sottoscritto riferiti in due noti articoli della stampa scientifica internazionale. A parte questi, di nessun altro Cortinarius europeo è stata provata la tossicità con due eccezioni: il C. gentilis (test su ratto, nessuna statistica su persone) e C. splendens, un Cortinarius tutto giallo confondibile con il succitato Tricholoma equestre (con il quale peraltro condivide il pigmento antrachinonico la flavomannina, che potrebbe – ma uso il condizionale - essere il responsabile degli avvelenamenti). Il colonnello Azema – compianto presidente onorario dell’ Associazione internazionale Les journées des Cortinaires - ha voluto dimostrare l’ innocuità di questo Cortinarius consumandolo senza nessuna conseguenza. Con ciò un invito da parte mia a mangiare tranquillamente i cortinari? Tutt’altro, ma solo a considerarli potenzialmente commestibili o sospetti, come la stragrande maggioranza dei funghi. Mangiate tranquillamente – se vi fa piacere - il C. praestans o quei pochi altri ( a carne bianca o violetta), purché siate in grado di riconoscerli con certezza (esistono putroppo molti casi di errata identificazione), ma usate sempre quantità modiche e non ripetitive. Come nel caso del Tricholoma equestre, se molti l’ hanno consumato senza conseguenze è probabile che – al di là delle sensibilizzazioni individuali – siano le abbuffate a portare in superficie la pericolosità di sostanze sconosciute. Quindi modus in rebus: il pericolo consiste nell’ esagerare con questo prodotto della cucina, gustoso si ma non dietetico, di cui ancora si conosce troppo poco. Gaspy
  5. Non mettete in dubbio l'identificazione di Brisa, perchéne abbiamo discusso anche altrove e Brisa ha dimostrato che l'odore è relativo, ma conta A) la marmorizzazione della carne (pari a pohe altre Telamonia), il gusto amaro le lamelle ocracee sin dai primordi. La varietà indicata finitimus ha poco senso, perché il metabolita muta odore a seconda delle condizioni ambientali e l' invecchiamento: tipico + l' odore di pre Williams, l' odore simile al C. camphoratus può trovarsi in qualche caso, ma, ripeto si tratta dello stesso metabolita che in altre condizioni ha oore diverso. Gaspy
  6. Leucocoprinus luteus (sinonimo L. birnbaumi) Gaspy
  7. Qui chiedo venia: quando devo dire Tricholosporum mi si annoda la lingua e lo pronuncio (e poi scrivo) in modo errato. Gaspy
  8. Sempre secondo Sarasini: a maturità con superficie liscia o screpolata....senza o con corto pseudopiede. Habitat: Eucalyptus. Io appunto l' ho trovato in Tasmania (l'Australia è la patria degli eucalitti) ai piedi del Monte Field a pochi metri dallo S. citrinum. La microscopia è totalmente differente: lo S. citrinum ha una spora ben aculeata e ben reticolata (come certe Russule) mentre il cepa ha spore soltanto con aculei sparsi e ife prive di giunti a fibbia (che invece sono numerosi nel citrinum. Ripeto che per essere certi della determinazione bisogna considerqre tutti gli elementi distintivi. Gaspy
  9. Gaspy

    Tricholosporum goniospermum

    Capp. gallognolo, laamelle che possono essere violette o biancastre. Spore tipicamente angolose (leiospore) come quelle degli Entoloma. Trovato in questi giorni, ma solitamente in tarda primavera o in autunno. Gaspy
  10. Mancaando la microscopia - ch è quasi indispensabile per gli Schleroderma - propendo anch'io per lo S. verrcosum, per via del pseudopiede. Tuttavia noto anche che la superficie del carpoforo ha l' naspetto dello S. citrinum e che di norma lo pseudopiede dello S. verrucosum è talmente vistoso da risultare sovente più grande del carpoforo. Lo S. cepa è da escludere, non soltanto perché la superficie è liscia, ma anche perché cresce soltanto sotto eucalitti. Il colore rosato - se esistente - non è determinante perché più di una specie lopuò avere. Gaspy
  11. Se si vuole mantenere l'artificioso genere Rozites, allora, a termini di codice, esso è maschile: pertanto Rozites caperatus. Oggi ormai è universalemente riconosciuta la cogerericià con Cortinarus: C. caperatus. Gaspy
  12. Direi che si tratta dell' I. umbrina. Gaspy
  13. Concordo Collybia fussipes e Russula foetens (salvo odore diverso da lisciva) Gaspy
  14. Bella la F.14: dovrebbe essere la Laccaria bicolor. Gaspy
  15. Bello: è dal '92 ( Vernet-Les Bains, Nord Catalogna) che non lo vedo dal vivo: Geastrum fornicatum, dal collo ungoi e le lunghissime lacinie. Gaspy
  16. E' probabilmente il C. anomalus Fr. o qualcuno del gruppo. Gaspy
  17. Rinaldo e Pino hanno perfettamente agione: i Cortinarius non sono particolaarmente difficili, purché si tenga conto di alcune cose A) il numero elevaatissimo dispecie (quelle <<buone>> in Europa sono non meno di 800 - 1000, escluse le varietà e forme i caratteri distintivi non sono così ovvi ed è perciò indispensabile conoscerli tutti per arrivare alla giusta sezione ed individuare la specie C) I carpofoori sono rapidamente deteriorabili, per cui da una foto è azzaredato dare una classiiificazione. l ortinarius in foto è probabilmente - badate dico probabilmente - un Phlegmacium del gruppo dei Multiformes, forse il C. aurantiacus Moser. Ma potrebbe aanche essere una Telamoinia: dalla foto noj è dato di sapere se abbia la cute gelatinizzata o no. Vi allego uno schema al quale, se darete risposta, si potrà A) determinare correttamente nonriuscire a determinare C) non prendere granchi Dimenticavo: saluti a tutti e buon lavoro Gaspy DESCRIZIONE_CORTINARI_scheda___ital._.DOC
  18. Si tratta del Cortinarius caerulescens (l'alternativa potrebbe essere il C.moenne-loccozii Bidaud o il C. vaaginatopus Bidaud et al. per ia dell abbondaaante velo submembranoso volviforma). Per imparare come destreggiarsi sui cortinari vedere la mia discussione in alktra postata. Gaspy
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