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tyrnanog

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  1. Ovviamente, di porcini nemmeno l'ombra! Così arriviamo a questa mattina, preceduti da un vero e proprio nubifragio che la notte scorsa ha flagellato più o meno tutto il Trentino (in alcune zone la grandine pare abbia totalmente compromesso il prossimo raccolto di uva e frutta); la pioggia di “stravento” è addirittura entrata in cantina, non da allagarla, ma da formare una bella fascia bagnata larga almeno un metro lungo la parete. Insomma, mi sveglio, guardo fuori dalla finestra e decido che forse oggi non è giornata da inforcare la bici e “migrare” verso Valmaggiore o Boscampo (chissà come mai!?!). Così mi accontento di una passeggiata nella prima fascia di bosco sopra casa, alle pendici del Mulàt, con macchina fotografica, obiettivi, cavalletto e... ombrello, viste le minacce. Naturalmente lascio a casa il cesto da funghi dato che il Mulàt, con la sua esposizione a sud, era letteralmente secco da giorni; non sarà certo l'acquazzone di una notte che risolve tutto, che diamine...
  2. … mentre quello delle foto sembrerebbe presentare un etalio abbastanza complesso, che mostra inoltre una superficie a “buccia d'arancia” (qui sono quasi al limite con l'ingrandimento!) e non liscia come in T. decipiens. Nella (scarsa) letteratura disponibile, o su Internet, non sono ancora riuscito a trovare qualcosa che gli assomigli; chi vivrà vedrà!
  3. … di una specie che ancora non avevo fotografato. Non sono in grado di identificarlo, ma sicuramente non si tratta di Trichia decipiens, nonostante il colore e la dimensione siano simili, perché quest'ultima presenta sempre singoli sporangi di aspetto clavato, su peduncoli biancastri...
  4. … ma per lo più vedo esemplari troppo piccoli per essere raccolti; alla fine metto in cesto una manciata abbondante di finferli e nulla più! Tuttavia, abituare l'occhio ad osservare le cose piccole porta a vedere anche quello che normalmente sfuggirebbe... almeno in senso fotografico... come l'ennesimo myxomycete...
  5. … così raggiungo il ponte e mi inerpico per il sentiero. I boschi che circondano il tratto terminale del Rio de le Laste sono molto belli e sembrano promettenti, ma non li conosco ancora abbastanza, però qualcosa trovo ugualmente...
  6. … anche perché cresceva sui resti di un vecchio ceppo marcio, completamente nascosto sotto una spessa coltre di muschio. La sua presenza, di solito, è un discreto indicatore di una buona umidità ambientale, e con le secche dei giorni precedenti...!!! Ma mi trovavo nella gola del Travignolo, un ambiente che non fa testo perché si mantiene sempre più o meno umido; ad ogni modo, già lì vicino trovo i primi finferli...
  7. … dovrebbe trattarsi di Xeromphalina campanella...
  8. In queste ultime settimane, oltre alla pazienza, ho ricominciato a portare anche il cesto da funghi insieme all'attrezzatura fotografica nelle mie uscite a bosco (non vi dico l'ingombro e le peripezie per riuscire a far stare il tutto nello zainetto, così da avere entrambe le mani libere e ben salde sul manubrio della bici!), ma i funghi quest'anno si fanno pregare! Sabato scorso, ad esempio, sono uscito con l'idea di risalire la parte bassa del Rio delle Laste, partendo dal sentiero che si inerpica dall'alveo del Travignolo. Soprappensiero, sorpasso la deviazione per il Ponte de la Scofa e scendo alla passerella successiva prima di ricordarmi che la mia meta non si raggiunge da qui; poco male, infatti appena mi volto per tornare sui miei passi scorgo questo bel gruppetto parecchio fotogenico...
  9. Mi pare che oltre alla gamba ci sia ancora anche il fiato, perché a queste quote è quello che deve essere più allenato, cosa facile solo per chi quassù ci abita, che il fiato lo tiene allenato tutto l'anno anche senza muoversi, perché se si viene dalla pianura, o comunque da località parecchio più basse, in genere serve qualche giorno solo per "acclimatare" i polmoni. Complimenti, Daniele
  10. Belle le passeggiate sul crinale! Però quel porcinotto lungo il sentiero..., era lì per caso o lo avevi scritturato come attore coprotagonista? In ogni caso devi avergli offerto un contratto migliore che non all'abitante della tana, che infatti non è uscito dal buco... peccato, perchè hai fatto delle belle riprese (videocamera o fotocamera Canon di ultima generazione?), e mi piace anche il montaggio. Ciao, Daniele
  11. Mi andrebbe si, ma a parte fotografarla non sono all'altezza di farne una scheda completa. Ciao, Daniele
  12. Non esattamente; ho provato a lavorare in HDR vero e proprio, ma non mi soddisfa. Preferisco utilizzare fusioni di immagini in manuale. Comunque la base di partenza è sempre la stessa: 2-3 o addirittura 5 scatti da sovrapporre. Ciao, Daniele
  13. Ennio, non sai quanto sono felice di leggere nuovamente qualche tuo commento; però adesso mi hai incuriosito e vado a cercarmi Mitrula gracilis su Internet (i miei libri non arrivano a tanto). Un immenso :hug2: Daniele
  14. … rimanere vicini all'acqua, in un modo o nell'altro ripaga! Alla prossima, Daniele
  15. Raramente mi era capitato di incontrarli, e siccome questa volta ce n'erano tanti, mi sono sbizzarrito a fotografarli; vi lascio solo immaginare le pose da contorsionista per riuscire a comporre l'inquadratura senza finire completamente a mollo! Già... perché Mitrula paludosa, come suggerisce il nome, è un fungo decisamente... acquatico. Insomma, nonostante quassù la stagione non sia ancora propizia...
  16. … un minuscolo ma bellissimo Ascomicete; una manciata di pagliuzze d'oro sparse sul tappeto verde di muschio. Non so se il nostro caro Ennio (un abbraccio) li battezzerebbe come “fungacci”; forse “fungaccini”, date le dimensioni!
  17. … tanti gruppetti di Mitrula paludosa...
  18. … un piccolo ruscelletto che mantiene sempre un velo d'umidità, con qualunque situazione climatica, ecco comparire una piccola sorpresa fotografica...
  19. In compenso, entrando in un angolo di bosco un po' più selvaggio, dove una striscia di ontani contorti e quasi minacciosi tradisce la presenza di...
  20. … e qualche timido finferlo inizia a fare capolino (alla fine, in due giorni di raccolta ne ho trovati abbastanza da mettere in padella un contorno per due). Per il resto, si vedono solo alcuni Leccinum, che però non soddisfano più che tanto il mio palato (che ci volete fare: i gusti sono gusti!) e perciò li lascio dove sono.
  21. La situazione però ancora stenta a cambiare veramente; qualcuno (un'Amanita del gruppo della vaginata, mi pare) spunta tra le “spie al contrario”, come per sfidarle...
  22. E allora, questo fine settimana mi sono incamminato di nuovo verso Valmaggiore.
  23. Però, siccome “chi la dura la vince”, alla fine qualcosa ho visto muoversi anche qui, complice l'unico giorno di pioggia dell'ultimo mese, venerdì (e per chi ci crede anche la Luna).
  24. tyrnanog

    A passo lento

    Certo, non sono un campione di marcia veloce, ma non è di me che sto scrivendo, bensì della stagione fungina nei dintorni di Predazzo, che poi è il motivo delle mie due settimane di assenza dal forum; perché... d'accordo che se piove poco i funghi crescono solo vicino ai ruscelli, ma continuare a postare sempre e solo immagini “liquide” perché in realtà gli agognati non crescevano nemmeno lì, mi sembrava un po' monotono (a maggior ragione se si tratta di foto del “solito” Rio di Valmaggiore)
  25. Forse dovevo precisare che quel lembo di bosco che la Magnifica Comunità di Fiemme ha recentemente dedicato alla tradizione del legno da liuteria col nome di "Bosco che suona" (con tutta la sequela di dediche annuali di un albero specifico ad un maestro e virtuoso)non si trova all'interno dell'area del Parco di Paneveggio, che fu certamente quella storicamente più conosciuta in tal senso, ma che, per ovvie ragioni protezionistiche, non potrebbe più essere utilizzata per continuarne la tradizione in senso materiale ed economico. Il "Bosco che suona" che abbiamo visitato ieri è appena un fazzoletto ricavato, più che altro a scopo promozionale, all'interno della normale foresta a sviluppo controllato (una sorta di coltivazione intelligente e secolare, ma pur sempre artificiale) in cui anche la raccolta di funghi è soggetta alla normale regolamentazione. Sono però d'accordo sul fatto che almeno in quel fazzoletto la musica concorra a creare una sorta di sacralità del luogo che vada rispettata anche evitando raccolte di qualunque genere, indipendentemente dal fatto che siano vietate o meno per Legge. Infatti sono contento di aver avvistato il rosso solamente sulla strada del ritorno, ormai lontano dalla "cattedrale", come si nota persino in foto: il fungo è circondato da un bosco "normale", con alberi di ogni età distribuiti apparentemente a caso, mentre alle spalle del suonatore si vedono solamente alberi coetanei di oltre 100 anni di vita, tutti disposti a distanze che sembrano calcolate (in realtà sono dovute al diradamento selettivo attuato nei primi decenni di vita). Ok, in foto se non lo avessi scritto non ci si farebbe caso, ma vi assicuro che entrando di persona nel "Bosco che suona" vi accorgereste subito della solennità che lo caratterizza e del rispetto che merita. Daniele
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