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Una stagione lunga 4 mesi


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E’ difficile raccontare una stagione così lunga, selettiva e impegnativa come quella che ho vissuto nel 2014 per il mio fungo preferito, il dormiente. Fungo che come tutti i primaverili segna l’avvio di una nuova stagione nei boschi, con tutte le aspettative e le speranze di chi vive il momento di andare nella natura per respirare aria diversa. Inutile dire che io amo la ricerca di questo fungo per la bellezza dell’habitat, perché ogni fungo è diverso dall’altro, per la difficoltà della ricerca e la concorrenza sempre presente e tutto questo nonostante non mangi più questo fungo. E la ricerca in questo tipo di boschi quanto la amo in questa stagione, tanto non mi appassiona nel tempo dei porcini.

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Una stagione incominciata per caso con pioggia e vento in una giornata di Gennaio in un bosco nuovo, continuata in un altro bosco nuovo e finita nei miei posti più amati, anche quando non c’è più nessuno che cerca questo fungo. Un fungo che è bello cercare in compagnia e io ho avuto il piacere di farlo con Andrea, senza parlare troppo, prendendosi un po’ in giro durante la settimana, ma vivendo in silenzio la ricerca, il freddo, i ritrovamenti attesi e quelli inaspettati, anche quando sai che non ci sono le condizioni ideali o ti dovrai sudare pochi pezzi, magari sottraendoli ai concorrenti o sperando che non ci siano arrivati prima i caprioli

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Poi, dopo una terribile giornata di neve, freddo e vento, che mi è costata una settimana di antibiotici, arriva il tempo dei miei boschi. Decido di lasciare ai pensionati e a Carletto quello più piccolo, la mia prima palestra da dormienti e di tuffarmi in quello più amato. Condizioni strane che non sono state favorevoli ai funghi, tantissima acqua in Aprile e poi tanto vento in Maggio che hanno reso difficile la lettura del bosco e impossibile fare previsioni da una settimana all’altra. E così come mio solito ho deciso di passare le prime 2-3 ore del bosco per la comprensione della buttata a tutte le quote, macinando strada e pendenze e di passare le restanti 5-6 ore a girare i posti noti con le caratteristiche a mio avviso giuste, gioendo per una corretta intuizione o rimanendo male ritrovandosi la fungaia abitata da altri raccoglitori.

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E così poche foto, trasferimenti veloci, verifica di tutti i migliori posti, a volte in anticipo, altre volte in tempo, qualche volta in ritardo. Siccome per me questa ricerca va condivisa, cerco sempre compagni da portare con me, ma tra gli impegni di tutti, le distanze che richiedono di “convocare” solo a colpo sicuro, le brutte giornate, la tanta strada da fare, mi sono ritrovato spesso solo, soprattutto nei momenti che avrei voluto condividere di più: quello dell’esplosione della Fungaia, l’unico posto in cui essere lì al momento giusto mi fa quasi commuovere. E’ difficile da spiegare l’amore per un posto che ci ho messo anni a trovare e che ancora mi farà faticare a lungo per capire come funziona, ma così è: ognuno di noi si sente a casa in un posto diverso.

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Ho invitato alcune persone e altre avrei voluto portarle lassù per la settimana “giusta”, anche se il vento ha fatto danni, ma non sono riuscito a trovare compagni e così, immagino di avere vissuto con ognuno di voi un momento. Non me ne vogliano gli altri, quelli che abitano troppo lontano o con cui non ho rapporti tali da fare un’uscita assieme. Anche l’ordine è casuale, secondo il flusso di ritrovamenti.

Questo è il momento del presidente che riesce a gioire ancora di un ritrovamento, che aggrega tante persone diverse e che ha ancora la passione di un ragazzino per questi momenti nel bosco.

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Questo è il momento che avrei condiviso volentieri con Maurizio (Supermauri) che ho conosciuto tardi e con cui 1-2 volte l’anno riesco a condividere un’uscita. Entusiasta di questi posti, ha già provato l’effetto benefico di un’uscita in questi posti (e anche il mal di gambe del giorno dopo un’uscita con un disgraziato come me :biggrin: ).

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C’è il momento Wolfer, un’uscita l’anno assieme, di solito in periodi di stanca. Sempre di corsa, tutti vogliono uscire con lui, bisogna prendere appuntamento da lontano per beccarlo, ma ogni uscita è molto formativa, almeno per me che ho ancora tanto da imparare. Amante dei funghi nascosti e difficili e delle sfide complicate, questi sarebbero stati i tuoi boschi da battaglia.

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Ed eccoci a Gibbo, uno con cui non sono mai riuscito a fare un’uscita, se non in grupponi numerosissimi. Giacomo è persona di grande generosità e cuore, ha impegni per 72 ore al giorno, ma ha imparato nel tempo a condividere uscite con chi ha la stessa passione.

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Poi c’è Gianmaria, che non sono mai stato così sicuro da convocare per una trasferta lunga e impegnativa. Con lui so che qualcosa nel cesto finisce sempre, non ama particolarmente i porcini (ma sta ancora studiando estatini e neri) e quindi siamo molto compatibili. Vero patito di morchelle, e pensare che ogni tanto si trovano anche in abete e nessuno le raccoglie… :biggrin:

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Poi c’è il mio amico Carletto, ” il pentito”, che bisogna supplicare per farlo venire. Con tutte le scuse di questo mondo trova sempre il modo di stare a casa, salvo poi farsi venire le crisi di astinenza o peggio i rimpianti per non essere stato nel bosco. Fungo preferito da mangiare: dormiente, una sola uscita assieme nel 2014. Carletto è una contraddizione vivente: vorrebbe andare tardi, camminare poco, trovare i funghi e poi quando è nel bosco non vuole più tornare a casa e i km non li sente. Ma se i funghi rischiano di finire nella Lima è capace di farsi due ore di macchina abbondanti per salvarli. In compenso è riuscito a uscire col gruppo pensionato dei suoi amici per riportare 7-8 funghi a testa, ovviamente in boschi sconsigliati da me o in posti diversi da quelli che suggerivo.

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Poi c’è il Vichingo, un altro con cui c’è intesa, ma poca possibilità di fare uscite assieme, al di fuori dei raduni. Uno che dice le cose come stanno e che mi piacerebbe portare in questi boschi: ci ho provato, ma non ce l’abbiamo fatta. Sono certo che hai la forza per affrontare un momento difficile (almeno penso, anche se non mi hai detto nulla), un po’ come questo piccolino ha sopportato la zoccolata del capriolo.

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Poi c’è Marco – Bo, altro super impegnato e stressato, che, nonostante la tanta conoscenza di posti e funghi, su questo fungo è ancora in fase di formazione. E questo fungo ti farebbe tanto bene, libera la mente dallo stress e ci rinfresca le idee, preparati nel 2015, oltre a mangiarli, anche a cercarli.

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In ultimo c’è Andrea, che ha studiato con me posti nuovi e ha fatto esperienza con questo fungo più in altura del Padule cui è abituato… Andrea che scherza sempre durante la settimana, ma che a funghi risparmia il fiato perché lo faccio pedalare. L’ultima volta i posti meglio erano in calo, ma ha potuto vedere i dormienti patata, razza che fa solo in certi posti e con certe condizioni, che è più facile pestare che raccogliere: fungo tozzo, volte informe, completamente bianco e del tutto bianco, a volte si gira a testa in giù perché qualcuno sopra ha pestato al momento sbagliato. Non so se sia un fungo degli angeli, ma di sicuro dà grande soddisfazione vederlo, scavare per intuirne le dimensioni e passare all’estrazione aiutandosi col bastone che va puntato nel modo giusto per non romperlo.

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La stagione volge al termine, temo che per la prima volta non vedrò, salvo piogge salvifiche, a rivedere assieme estatini e dormienti e nemmeno arriveremo a raccoglierli a Giugno, cosa che ho sempre fatto negli ultimi anni. E’ un peccato che questo fungo sia in fondo, avrei voluto ancora 2-3 settimane di ricerca, ma è tempo di lasciare il campo ad altri funghi. Continuerò ancora questa ricerca fino al cappotto e solo allora saluterò questo fungo, nonostante mi dispiaccia vedere funghi sofferenti e seccati in terra, ma ricorderò i primi della stagione, quando il dormiente al tatto ha la stessa temperatura della neve fresca.

Un saluto a tutti e buone camminate nibbosco

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E tutto questo, In soli quattro mesi ??? :huh:

 

Fenomeno ! :biggrin:

 

 

Credo che la cosa più ostica, rimanga Carletto :biggrin: :biggrin: :biggrin:

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