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B&W - Sfida all'Ok Corral...


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Sarà per il mio percorso di studi artistici o sarà perché, fotograficamente parlando, sono nato sviluppando il bianconero 30 anni fa, sta di fatto che per me l'immagine monocromatica conserva un fascino tutto particolare, al punto che ancora oggi mi capita a volte di osservare una scena “in toni di grigio” prima ancora di fotografarla.

In fondo il B&W sta al colore come il disegno alla pittura.

E poi diciamocelo... i paesaggi naturali alla Ansel Adams sono tuttora tra le cose più belle che la fotografia abbia mai prodotto (Si è appena chiusa una mostra dedicata a lui e tenuta proprio a Modena, la mia città natale... E NON SONO NEMMENO RIUSCITO AD ANDARLA A VEDERE... nnagg...orc... utt...!!!) e se non è in APB che parliamo di natura, sia pure fotografata, dove allora?

Così è normale che ogni tanto io ritorni all'immagine monocromatica anche nell'era del digitale, solamente che ora si parte da una tecnologia nata per il colore, perciò non potremo non tenerne conto quando rielaboreremo le nostre immagini in postproduzione. Proprio da qui nasce la prima riflessione: indubbiamente impostare la fotocamera direttamente per il B&W restituisce un risultato nettamente migliore della semplice desaturazione della foto a colori, ma anche questo espediente non convince più di tanto; dovremo pur sempre apportare modifiche e correzioni, ma non è meglio elaborarle disponendo ancora dei tre canali separati e visibili?

Esistono diverse tecniche e strumenti software per ottenere un B&W più o meno valido a partire da un'immagine a colori, purtroppo però (ma non è un difetto insormontabile), Gimp non possiede tutte le potenzialità di Photoshop. È possibile installare alcuni validi plugin, ma anche qui non mancano le difficoltà: ecco ad esempio come si presenta la finestrella (sarebbe meglio definirla pertugio) d'anteprima di G'MIC, per altri aspetti un'ottima utility con un sacco di filtri e comandi di correzione. Pensate che ci si possa realmente valutare la qualità di una elaborazione che deve essere osservata a fotogramma intero?

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Così ho provato varie tecniche (compatibili con i comandi di Gimp) ed ho sperimentato anche percorsi apparentemente stravaganti, affinando sempre più un approccio personale al problema; a questo punto ho pensato di rendervene partecipi (e magari di raccogliere qualche consiglio, suggerimento e correzione metodologica).

La foto che utilizzo per questo post è stata scattata verso le Pale di S. Martino durante il “periodo di prova” della nuova reflex, quando ancora dovevo decidere se acquistarla o meno. In particolare volevo sincerarmi che il mio vecchio cavalletto reggesse senza vibrazioni il 200 mm, almeno su tempi di scatto brevi.

Premetto che non si tratta di un sandwich di più esposizioni (HDR), quindi anche sul colore ho dovuto lavorare un po' per non perdere del tutto alcune parti dell'immagine (boschi in ombra); però ero abbastanza soddisfatto del risultato e volevo provare a trasporlo in B&W.

Comunque sia, restituire la spettacolarità dell'Enrosadira rimane una bella sfida già a colori, figuriamoci in bianconero! (Ecco perché spero mi perdoniate se utilizzo una foto che ho già postato altrove)

 

Cos'è l'Enrosadira (pron. ladina: enrozadìra, con la “o” chiusa e la “z” di zanzara, che tradotto in italiano maccheronico suonerebbe “inrosatura”)? È quel fenomeno ottico per cui, nelle giornate più terse (quindi generalmente in inverno), all'alba o al tramonto quando a prevalere nella luce solare sono le onde lunghe, causa la leggera concordanza tonale delle rocce carbonatiche, le vette dolomitiche si incendiano letteralmente di sfumature rosate o dorate (quando invece c'è brutto tempo, la dominante luminosa azzurrognola interferisce con la colorazione della roccia che appare grigiastra).

 

Per prima cosa mi sono ovviamente chiesto quali fossero le caratteristiche salienti della foto in questione e cosa volevo ricavarne: è evidente che l'aspetto che maggiormente colpisce è la fiammata di colore delle Pale al tramonto, accompagnata dall'eco luminoso che rimbalza dalle nuvole in primo piano, che le stacca nettamente da tutto il resto dell'immagine. D'altra parte non volevo perdere, come spesso accade nel passaggio al bianconero, quel poco di leggibilità che avevo recuperato dalle ombre in basso e, al contempo, desideravo mantenere o magari rafforzare il peso delle ombre sulle pareti rocciose; insomma, quasi come “volere la botte piena e la moglie ubriaca”!

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La sfida è quindi riuscire a tradurre in toni di grigio quello che in natura è un trionfo del colore; ci si prova giocando con la luminosità.

Per prima cosa, però, mi sono “costruito ad arte” una finestra d'anteprima che mi permettesse di verificare ogni passaggio nel migliore dei modi consentito dal mio monitor, cioè l'intera finestra di lavoro! Naturalmente, per utilizzarla come tale, dovevo fare in modo da poter visualizzare l'immagine in bianconero, mantenendo tuttavia la separazione delle informazioni dei tre canali RGB.

Per fare questo ho sovrapposto all'immagine base un nuovo canale, rinominato “Desaturazione”, in Grigio al 50% con “Modalità di livello” (la “Modalità di fusione” di Photoshop) Colore, in modo da far riapparire l'immagine sottostante, ma in toni di grigio, conservandone tuttavia le informazioni colorimetriche.

Il livello Grigio 50% si ottiene aprendo la maschera del “Cambia colore di primo piano” e impostando 50 come valore del terzo cursore dall'alto (in alternativa portiamo a 128 i valori dei tre canali RGB o, più semplicemente, digitiamo 808080 nello spazio della Notazione HTML), poi abilitando l'opzione “Nuovo livello” e, nella maschera che compare, scegliendo “Colore di primo piano”.

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Lo stesso effetto è ottenibile duplicando il livello originale, desaturando il nuovo livello e impostandone ugualmente la modalità a Colore, ma preferisco il metodo precedente per non confondere, a colpo d'occhio sulla finestra dei Livelli, quello della Desaturazione con gli altri che si aggiungeranno durante il lavoro.

L'aspetto visivo della nostra foto è ora in toni di grigio, ma potete vedere che al di sotto del nuovo livello si conserva quello con tutti i valori colorimetrici.

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Se in alcune aree di un'immagine è evidente la prevalente luminosità di un particolare colore della terna RGB, è praticamente sicuro che il Canale corrispondente presenterà la medesima differenza rispetto agli altri due; è esattamente quello che accade per il Rosso in questa foto, ma per osservarlo dobbiamo disattivare momentaneamente la visibilità del livello Desaturazione (quello grigio appena creato) altrimenti, aprendo la finestra dei Canali, questi ci appariranno tutti identici perché faranno riferimento al visibile e, quindi, ad un'immagine priva di informazioni differenziate per i tre primari. Ecco perché ho creato tutto questo ambaradan pur di mantenere il livello di base a colori!!!

Perciò, con il livello Desaturazione temporaneamente invisibile, apro la finestra dei Canali e posso constatare che sul Rosso è presente una differenza di luminosità, tra le diverse aree della foto, più marcata che non sugli altri canali (data la ridotta dimensione delle icone dei canali si deve fare un certo sforzo, ma la cosa è comunque visibile); si vede abbastanza distintamente (parole grosse o vista acuta!?!) una maggior luminosità sulle pareti di roccia colpite dai raggi solari e sulla nuvoletta al centro.

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Ho deciso perciò di utilizzare questo canale per creare una “Maschera di luminosità” basata sul Rosso.

Tuttavia, la maschera non è servita per produrre un effetto particolare direttamente sull'immagine, ma per creare un livello B&W aggiuntivo di correzione.

Ecco la procedura:

 

1.Con la finestra dei Canali aperta ho cliccato col tasto destro del mouse sul canale Rosso ed ho impostato “Canale alla selezione”. Ho creato, cioè, una selezione graduata e basata sulla presenza del rosso nelle diverse aree dell'immagine;

2.sono tornato alla finestra Livelli, ho creato un nuovo livello bianco, l'ho rinominato “Schiarita Rosso” e, con la selezione ancora attiva, l'ho riempito con il colore nero (utilizzando lo strumento “Riempimento di colore”, il comune “secchiello” della palette Strumenti). Quello così ottenuto è un “negativo” B&W, ma non basato su tutti i canali, bensì sulla diversa incidenza, zona per zona, del colore rosso nella versione RGB;

3.ho deselezionato, invertito la colorazione del nuovo livello (menu “Colori>Inverti”) e impostato la Modalità di livello a Schermo. Si nota immediatamente il maggior impatto del sole sulle Pale; quindi ho regolato l'opacità fino ad ottenere l'effetto che mi sembrava ottimale (in questo caso circa 80%).

 

Ho così enfatizzato, schiarendole, le aree con maggiore presenza della componente rossa. In particolare, ho evidenziato le nuvole e le pareti di roccia illuminate dal sole al tramonto, avvicinando l'impatto chiaroscurale a quello dell'immagine originale a colori (spero!); ma anche le zone di bosco in ombra ne hanno tratto vantaggio con un aumento di contrasto che le rende più leggibili; questo perché anche in queste zone c'era una componente di rosso su cui sono andato ad agire lasciando relativamente invariate le altre tinte.

Nella foto sotto possiamo vedere il livello appena creato (a sinistra) e l'effetto ottenuto una volta che gli si applica la Modalità di livello (a destra)

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Attenzione: se, anziché colorare di nero con la maschera attiva e POI invertire il colore del livello, invertiamo PRIMA la maschera e coloriamo il livello, il risultato non sarà identico, come si vede dall'immagine qui sotto. Potremo eventualmente utilizzare anche questo secondo metodo in seguito, per schiarire la parte di bosco se dovesse risultare ancora troppo scura e indifferenziata IN STAMPA, ma per quello che voglio mostrarvi ora dimentichiamocelo.

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A questo punto manca forse ancora un pizzico di “grinta”, soprattutto nel gioco di luci ed ombre determinato dalle “quinte” rocciose, variamente illuminate, che compongono il gruppo delle Pale e nel rapporto tra queste e il cielo; manca cioè un po' di profondità (almeno sul mio monitor, ma anche questo sarebbe un discorso lungo, costoso e da professionisti). Io ho provato ad aggiungere “contrasto locale” in due modi differenti:

 

Primo metodo (più lungo):

 

1.ho duplicato il livello di base (quello originale a colori) abbassandone l'opacità al 50% e mantenendo sempre visibili i livelli superiori (e fin qui non accade nulla);

2.poi ho aumentato sia la Luminosità che il Contrasto, del duplicato, di 50 punti (menu “Colori>Luminosità-contrasto”). Ho provato a variare ulteriormente l'opacità del livello, ma mi pare che vada già bene così.

3.Forse alcune zone innevate risultano un po' troppo schiarite, così ho creato una “Maschera di livello” bianca (mantiene la visibilità completa del livello) su cui ho apportato alcuni ritocchi in nero (rende trasparenti le zone ritoccate) con un pennello morbido a bassa opacità (per non appesantire il ritocco).

 

Secondo metodo (classico):

1.ho copiato tutto (menu “Modifica>Copia il visibile”) incollandolo come nuovo livello, sopra l'intera pila;

2.ho aperto “Unsharp Mask 2”, un plug-in liberamente scaricabile dal sito ufficiale di Gimp, ma si può ottenere lo stesso effetto con la comune “Maschera di contrasto” del menu “Filtri>Miglioramento”, impostando un Raggio molto alto (in questo caso 130 px) e, viceversa, un Ammontare piuttosto basso (0,50), con la Soglia a 0. In questo modo la maschera di contrasto non agisce evidenziando i contorni (nitidezza), ma differenziando ulteriormente le aree adiacenti che presentano variazioni chiaroscurali, dando maggior profondità all'immagine.

 

Ecco la differenza tra il primo metodo (a sinistra) e il secondo (a destra); è evidente che entrambi operano nella direzione voluta, ma con risultati non identici. In particolare: il primo metodo schiarisce e contrasta un po' di più il cielo, ma lascia leggermente più scuro il bosco e viceversa.

Che dire... questione di gusti?

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Personalmente ho scelto come definitivo il secondo metodo ed ho poi schiarito leggermente il bosco aggiungendo anche un livello ottenuto con l'inversione a cui vi avevo avvertito di prestare attenzione (ricordate l'enfatizzazione del rosso?), ma questi sono ritocchi che vanno oltre lo scopo di questo post e si possono realizzare in molti modi.

Ecco l'immagine definitiva...

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P.S.:

Un'ultima considerazione:

quando si operano ritocchi di un certo peso che interessano l'intera immagine è facile che si evidenzino nuovi (o latenti) difetti, nelle zone larghe e uniformi, come in questo caso gli aloni nel cielo sopra le nuvole (si vedono anche nella foto ridotta).

Non devono spaventare; sono risultati comuni, la cui successiva eliminazione è abbastanza semplice,

ma, come per tutta un'altra serie di piccoli ritocchi, esulava dal nodo centrale di questo post, per cui mi fermo qui.

 

Daniele

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:clapping: :clapping:

 

Caro Daniele..mi sono perso presto nei meandri dei tuoi ragionamenti e prove...ma il risultato è Molto Bello..Grazie..

 

Lasciamo agli altri Esperti i commenti Tecnici...

 

Un Abbraccio di cuore

 

Giuliano

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Scusa Daniele, ero convinto di essere nel topic del Verbale di assemblea del C.D !! :cc_surrender:

 

Immagino la tua faccia quando hai letto la mia risposta, era più o meno così? :scratch_one-s_head: :scratch_one-s_head:

 

 

Tornando al tuo topic, credo che sfida più ardua non potessi sceglierla.

"Fissare e raccontare" l'incanto dell'enrosadira in bianco e nero...non sò. :scratch_one-s_head:

 

La tua "esercitazione", se mi passi il termine, a mio parere realizza un ottimo risultato visivo, ma rischia di raccontare un'altra storia.

A me ad esempio parla di montagne dure e taglienti, cupe e fredde come la guerra che le ha viste incolpevoli protagoniste, di giorni pesanti insomma, dove c'era più niente da poter sognare.

 

Mi sembra che insieme al colore svanisca anche l'incanto del Rosengarten... insomma, che vada perso proprio quell'elemento unico in gardo di restituire, oltre che un'immagine, soprattutto un'emozione.

 

E' una mia sensazione, chiaramente opinabile. :derisive:

 

:flowers2: Ciao

Carlo

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