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Vi racconto di Xhjna


Lupo del salento

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Xhjna ha 19 anni e abita alla fine di una lunga strada sterrata.

 

Il pick-up toyota sale con difficoltà nel punto più ripido penso che forse le quattro ruote motrici mi avrebbero aiutato non poco.. ma alla fine ci siamo, lo spiazzo dove si arriiva è grande sul lato destro c’è una piattaforma di cemento e attaccata a questa il tetto malmesso di una piccola stalla, ci impiego un po’ a capire che sotto quella piattaforma c’è la casa di Xhjna…

 

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La povertà lo sappiamo esiste ovunque perciò non troviamo più nulla strano: la stanza/casa è di tre metri per tre con una piccola veranda coperta; Xhjna è seduta composta sul divano davanti all’unica finestra di questa stanza sugli altri due lati un altro divano e un lettino e dall’altra parte un mobile-credenza con una televisione e qualche oggetto… ora che ci penso non ricordo di aver visto una porta. Sono venuto per visitare Xhjna perché nei giorni scorsi ha avuto un febbrone e hanno visto del materiale simile a pus scolarle dalle orecchie.

 

Gli occhi incavati, cerchiati da occhiaie datate anni, le palpebre semichiuse che li fanno sembrare un po’ ebeti, ma capisce al volo quello che devo fare e docilmente gira la testa per essere visitata, l’otoscopio mi aiuta a capire e a vedere gli esiti di numerose infezioni cronicizzate, vabbe’ ho capito cosa è successo abbiamo portato un po’ di farmaci dovrebbero andare bene. Mentre completo la visita pian piano il puzzle prende corpo e riesco a farmi una idea, ma ancora non so.

 

Lo stetoscopio sul precordio e il cuore di Xhjna è un atlante didattico di suoni, click e soffi il più importante un soffio a sbuffo di vapore 5/6 si percepisce anche a distanza… un po’ sorpreso mi guardo intorno: “c’è almeno una insufficienza mitralica importante dovrebbe essere rivista per un eventuale intervento”, “po.. po..” è la risposta (si si lo sappiamo), un altro tassello va a posto.

 

A questo punto chiedo ma perché Xhjna non cammina? Lei capisce al volo, conosce l’italiano e solleva un po’ i pantaloni: i piedi sono deviati come se fossero dei piedi torto congeniti, ma Xhjna non è stata così fortunata da piccolissima ha sofferto per anossia perinatale e una tetra-paraparesi spastica pian pianino ha portato alla deformità. Xhjna aveva anche una tetralogia di Fallot e allora a otto anni grazie all’aiuto delle suore è stata portata in Italia, dove è stata alcuni anni, qui hanno iniziato a riparare la cardiopatia congenita con una protesi biologica e avrebbero dovuto sottoporla ad altri interventi correttivi dopo due anni, sempre in Italia hanno iniziato a farla camminare con un tutore in attesa di eventuali correzioni chirurgiche, forse un semplice allungamento del tendine di achille sarebbe bastato, poi il padre ha deciso che non era più necessario curarla e l’ha riportata in Albania e da allora Xhjna sta li’ in quella stanza.

 

Intanto inizio letteralmente a grondare sudore li’ dentro ci saranno almeno 35 gradi, fuori è molto più fresco, la mamma di Xhjna fa comparire magicamente una coppa piena di cioccolatini e ci dice adesso dobbiamo bere qualcosa di fresco e dal frigorifero sulla verandina d’ingresso arriva una bottiglia di aranciata, Xhjna si lancia tutta felice sul cioccolatino, beviamo l’aranciata ringraziando, faleminderit.

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Xhjna non parla non dice una parola ma vede una macchina fotografica ce l’ha Ida una volontaria che è venuta a conoscere questa realtà, Xhjna ci fa capire che le piacerebbe farsi una foto con noi, lei ti guarda e ti sorride ed è un sorriso puro…

caspita ragazzi mi sto rammollendo mi si stringe un po’ lo stomaco mentre mi fotografano con lei.

 

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Andiamo via mi faranno avere la documentazione relativa alle precedenti cure per capire meglio, in futuro spero di rivederla. Cerco di salutare mirupafshim dico uscendo, ma la mamma di Xhjna come si fa con i bambini mi spiega che ci si saluta solo fuori da casa, perciò ci accompagnano alla macchina e li’ ci salutiamo.

 

Quando riesco a vedere tutta la documentazione scopro che tutto è già noto, le infezioni croniche, il programma operatorio già pronto dal 2000, tutto pronto, ma…. adesso è tardi, dieci anni senza cure, dieci anni tirando a campa’, dieci anni di infezioni su infezioni, dieci anni e il suo cuore adesso è stanco.

 

Non Xhjna ha colpa e come poteva lei aiutarsi se non sorridendo, come fa adesso con il suo sorriso, puro.

 

Il nome Xhjna è inventato la storia è vera.

 

 

PS Un grazie e un abbraccio a Ida che ha condiviso con me questa esperienza e che ha scattato queste foto

PSS Ho condiviso questa nota anche su FB ma qui è diverso, qui la racconto ad amici

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Arturo queste storie stringono il cuore e ci fanno sentire impotenti, non credo tu ti stia rammollendo, semplicemente hai un cuore che non batte solo in modo meccanico, ma che prova ancora emozioni e questo è molto bello.

 

Giovanni

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io quando leggo/sento queste cose, provo tanta rabbia, rabbia per cosa la miseria a un passo da noi (se non nelle nostre case) può creare e rabbia perchè non ho capacità e conoscenze mediche e/o specifiche in alcunchè che possano servire e mi sento impotente d fronte a queste storie....

 

meno male che esiste chi del proprio lavoro, anzi della propria conoscenza non ne trae solo un modo per arrivare al 27 ma ne fa un modo per offrire un'utilità sociale, e facendo così dispensa conoscenza alle persone e nei posti in cui ce n'è maggiormente bisogno..

 

con ammirazione.. :friends: Ivan.

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Certe volte la vita quotidiana ci estranea da queste realtà che dovrebbero farci riflettere di quanta gente meno fortunata di noi c'è vicino a noi.

Sarebbe tanto semplice dare un mano a chi ce la chiede con gli occhi, invece questo turbine di pensieri quotidiani fa si' che la realta' a volte diventi sfuggente.

Xhjna ha incontrato te ed altre persone fantastiche, anche se clinicamente sara' difficile riprendere la situazione in mano, il suo cuore si e' riempito di gioia .

Gli avete portato l'amore , quell'amore che manca a loro che vedono poca luce.

 

Grazie Arturo per aver condiviso questa tua intensa esperienza con noi amici di APb , hai davvero un cuore d'oro

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Tutti vorremmo una storia con miglior lieto fine e invece ci dobbiamo scontrare con queste brutte realta'.

Noi generalmente le ignoramo siamo piu' concentrati sui funghi,sul debito pubblico e default o peggio sulle telenovela e gossip.

Grazie per questa tua testimonianza, per il tuo operato di medico volontario e per aver dato qualche attimo di felicita' a quella ragazza.Faccio il tifo per una prossima storia piu' a lieto fine. :hug2:

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caspita ragazzi mi sto rammollendo mi si stringe un po’ lo stomaco mentre mi fotografano con lei.

 

 

Non ti stai rammollendo Artù: stai solo mantenendo sempre più quella promessa fatta a Ippocrate. :wink:

 

 

:hug2:, per quello che fate.

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Storie che fanno male, vorresti che non ce ne fossero di così tristi da raccontare, e invece...

 

Sono certa però che questa storia farebbe ancora più male se non ci fosse nessuno che va a visitare la ragazza, che si informa, che consiglia, che porta un po' di speranza..

 

Grazie Arturo, come ho già detto credo che il tuo sia il più bel "mestiere" del mondo

 

:friends:

Modificato da raffaela
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Ciao Artù...Non puoi nemmeno immaginare quanto ti voglio bene. Stai facendo quello che mi piacerebbe tanto fare ma di cui non sono capace. Ho quasi le lacrime agli occhi. Ti abbraccio forte. :friends: :friends: :friends:

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Quando riesco a vedere tutta la documentazione scopro che tutto è già noto, le infezioni croniche, il programma operatorio già pronto dal 2000, tutto pronto, ma…. adesso è tardi, dieci anni senza cure, dieci anni tirando a campa’, dieci anni di infezioni su infezioni, dieci anni e il suo cuore adesso è stanco.

 

 

Ciao Artù, lo sai quanto ti ammiro e quanto sono contento che ci siano persone come te, che danno una speranza a chi ne ha più bisogno.

Rischio di ripetermi, lo so, ma è giusto che tu sappia quanto siamo orgogliosi di quello che stai facendo tra quella gente!

Che vuoi dire con...' adesso è tardi, dieci anni senza cure......',che non potrà più essere operata?

 

:friends: :friends:

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Quando vedo persone con il tuo coraggio, si coraggio di aiutare di guardare senza nasconderti in me nascono due sentimenti, il primo è di estrema gioia nel vedere che c'è qualcuno che oltre a riempirsi la bocca fa qualcosa di concreto per chi vive "Nei quartieri dove il sole del buon Dio non dà i suoi raggi" come diceva De Andrè, il secondo è di rammarico nei miei confronti nel capire quante volte e troppe volte giro la faccia per non vedere.

Ciao Artù :friends:

Modificato da Vichingo
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