La “mia “ Cima di Cece è iniziata venerdi alle 11: l'autobus fino alla stazione Termini, poi il treno per Bologna, l’abbraccio con Giuseppe e sua moglie Giovanna, l’incontro con Gianluca lungo la strada e poi via, verso Predazzo, parlando e ricordando, e soprattutto vivendo con un insopprimibile senso di attesa ed emozione la giornata che sapevamo ci avrebbe segnato tutti in modo indelebile.
E’ stata per me una giornata dal sapore dolce-amaro: da un lato era bello pensare che una persona era riuscita a fare da catalizzatore per coagulare un gruppo di persone provenienti da varie parti d’Italia, ma al tempo stesso era triste pensare che noi eravamo là e lui non c’era, almeno in modo visibile, tangibile.
Ho vissuto Cima di Cece dal basso, restando alla malga Valmaggiore con Maria, la sua amica Lucia e Roberto. Ho salutato commossa ed emozionata gli amici che partivano, li ho guardati allontanarsi con il batticuore ed un leggero rimpianto per non essere andata con loro.
Abbiamo provato la sete di notizie, l’attesa snervante aspettando che qualche cellulare facesse giungere finalmente una voce da lassù. Volevamo sapere se ce l’avevano fatta, se il tempo era stato clemente, ed ogni ora che passava ci faceva supporre che forse era andata così, altrimenti li avremmo visti tornare prima.
Ero con Maria: ero lì con lei, ma non accanto a lei… qualche passo indietro: lei ha voluto vivere l’attesa da sola, con i suoi pensieri e ricordi, rivivendo quel giorno di 3 anni fa. Ed è stato giusto così.
Se abbiamo vissuto questa giornata così intensa, così speciale è stato proprio grazie a Giorgio, che ci ha uniti nel suo ricordo, che ci ha spinto ad incontrarci lassù in nome del suo amore per la montagna, con il desiderio di calcare le sue orme per conoscerlo ancora meglio.
In fondo in ognuno di noi lui ha lasciato un pezzetto di sé, ed noi aggregandoci abbiamo tentato di ricomporre un piccolo angolo di un puzzle chiamato Daiano, ognuno donando agli altri quello che ha ricevuto da Giorgio, mettendo a disposizione degli altri gli aneddoti, le frasi conservate negli MP, le parole sentite al telefono. Tempo fa ho girato a Gianluca un MP in cui Giorgio usava parole di stima e considerazione nei suoi confronti, penso che sia bello sapere che qualcuno che noi stimiamo molto ha la stessa idea di noi.
Quello che mi rende felice è sapere che a Maria è arrivata la percezione del nostro affetto, della nostra voglia di tenere vivo il senso della presenza di Giorgio in mezzo a noi, attraverso i ricordi ma anche e soprattutto attraverso lo scambio di emozioni con lei. Con lei che era la metà di Giorgio, e che adesso è il filo che ci lega a lui e a tutti quelli che lo hanno conosciuto, apprezzato ed amato.