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Con l'Ass. Micol. Monti Sibillini di Macerata


rossano

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Una luminosa e splendente giornata di primavera per una escursione che ha saputo regalarmi emozioni e stupore di fronte a tanta bellezza.

L'Associazione Micologica Monti Sibillini di Macerata in sinergia col C.A.I. di Macerata mi ha dato l'opportunità di visitare questi luoghi magici modellati dalla natura dalla notte dei tempi.

Vi assicuro che è un'esperienza fantastica....da non mancare.

Il Prof. Andrea Antinori, Geologo e Pres. del C.A.I. di Macerata, ci ha accompagnato in questa meravigliosa avventura.

 

Ecco un suo documento riguardo le Lame Rosse:

 

A.Antinori “I sentieri del silenzio“ Soc. Ed. Ricerche

“Il Fosso della Regina che scende ripido sul versante sud del monte Fiegni, ha profondamente inciso uno spesso di mantello detritico, di colore rossastro all’ocra, che ne ricopriva le pendici. Il colore acceso spicca anche da lontano per il contrasto con il verde scuro della lecceta che cresce tutto attorno. La morfologia tormentata, le estese e profonde erosioni indotte dalle acque di ruscellamento superficiale e il colore dei depositi detritici ha fatto denominare la zona “Lame Rosse" (“lama” in latino significa acquitrino, zona di ristagno idrico, ma in tutta l’Italia centrale sta per scoscendimento, zona di erosione idrica ecc.). Il deposito detritico, su cui l’acqua scavato fantastici pinnacoli e torri, simili alle più note piramidi di terra nei sedimenti glaciali alpini, è costituito da fitte alternanze di straterelli di brecce calcaree a diversa granulometria, immersi in una matrice di limi e argille. Il detrito calcareo deriva per la maggior parte dalla disgregazione della “scasglia rossa”, roccia densamente fessurata e quindi molto sensibile all’azione ciclica del gelo e disgelo (processi crionivali); tale origine spiega il colore rossastro del sedimento. Questi spessi deposito detritici sono infatti i muti testimoni di passati periodi a clima freddo, quando le condizioni di tipo periglaciale e l’assenza di copertura vegetale favorivano l’azione disgregante degli agenti atmosferici sulle rocce. Ritornando condizioni di clima più temperto, la vegetazione ne ha ricoperto la superficie, sottraendoli all’azione erosiva delle acque ruscellanti superficiali. Le acque, infiltrandosi invece lentamente nel sottosuolo, attraverso suoli ricchi di humus, diventate acide e capaci di sciogliere il calcare dei clasti, lo hanno rideposto più in profondità sotto forma di crostoni calcitici. Più tardi, l’intensificarsi delle attività agro-silvo-pastorali hanno portato lentamente al degrado dei suoli e alla progressiva diradazione della vegetazione. Le acque meteoriche, non più trattenute hanno preso ad erodere profondamente il versanrte, scavandovi stretti ed incisi canali. I crostoni calcarei, più resistente, fungendo da cappello, hanno protetto la sottostante colonna di detrito dando origine alla struttura a fungo o a torre. Esse sono però effimere perché il procedere dell’erosioni le farà alla fine crollare, fino alla completa asportazione di tutto il deposito detritico”.

 

Immagine del Lago del Fiastrone dove ha inizio il sentiero per le Lame Rosse

post-128-1206908886.jpg

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Lungo il sentiero il Prof. A. Antinori illustra in ogni suo aspetto questa escursione...qui ci sta spiegando il motivo della presenza di un Habitat prettamente termofilo con prevalenza di leccio (sembrerebbe inusuale per queste altitudini)

post-128-1206909546.jpg

Modificato da rossano
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Inviato (modificato)

Eravamo andati per vedere le Lame Rosse ma......tanto c'eravamo e allora.......... un piccolo sguardo anche ai biancospini non costa nulla........purtroppo è ancora presto siamo troppo alti.........se per caso c'erano anche gli spinaroli la giornata

sarebbe stata....(troppo) perfetta. Va straordinariamente bene così.

post-128-1206911304.jpg

Modificato da rossano
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