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Cortinarius subbalteatus f.ma balteatotomentosus


Gaspy

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Sezione Patibiles P. Moënne-Loccoz, P. Remaux

Cortinarius sez. Patibiles P. Moënne-Loccoz, P. Remaux 1990 Atlas des Cortinaires I : 16

Sinonimi :

sez. Variecolores, M.M.Moser ex Brandrud et Melot 1990 Nord. Journ of Botany 10(5)538;

sez. Phlegmacioides Fr.ex Brandrud, et al. in Flora Photographica III, 20 (1994)

6

S

Specie tipo: Cortinarius variecolor (Pers.:Fr.) Fr.

Sottosezione Balteati (R,Hry.) ex Moënne-Loccoz et Remaux

Moënne-Loccoz et Remaux tlas des Cortinaires 1.16

 

Specie tipo C.balteatus Fr.

Serie Crassus Bidau et al ex Gasparini

Bidaud, A., P. Moënne-Loccoz, P. Remaux, Atlas des Cortinaires VII : 219 inv. Art. 36.1

 

 

Cortinarius subbalteatus Kühner R. f.ma balteatotomentosus (R. Hry ex R. Hry) Bid et al.

Basionimo: Cortinarius (Phlegmoloma - Balteati) balteatotomentosus Henry 1985 SMF 101-1 ,: 4 (T),

C. (Phl., Patibiles, Crassi, crassus) subbalteatus forma balteatotomentosus Bidaud & al. 1995 Atl. Cort. 7 Fiche 288 +Livret,: 214(chiave), 231(stat. nov.),

Cappello: ∅ < 105 mm convesso, convesso-spianato di forma regolare, cuticola asciutta anche nel giovane o al massimo lievemente appiccicaticcia, feltrata – tomentosa, di colore fulvo-beige o bruno grigiastro, con tonalità lilacine al margine chiare nel giovane ma talvolta appena presenti anche nell’ adulto, lamelle fitte, L – 90 al gambo, alte, sottili e fragili, adnate, lilacine, gambo corto e tozzo, 50 mm x 15 mm, cilindrico, da bulboso a fortemente bulboso- (sub) marginato, concolore al cappello o più pallido ocraceo, fortemente fibrilloso per il velo ocraceo, in gioventù toni lilacini all’ apice, carne bianca, soda, odore nullo, gusto gradevole; reaz. chim.= alle basi forti brunastro poi (molto lentamente) grigioporpora. Rilievi microscopici (fig.4): spore amigdaliformi, lievemente mucronate, medie, con ornamentazioni medie, regolari, salienti (9,2 ) 10,3 – 11,5 (-12,1 x (5-) 5,6 – 6,5 (-7,5) μm; imenio: filo quasi sterile per la presenza di numerosissime cellule sterili claviformi; basidi tetrasporici 34 - 40 x 8 - 9 μm; pileipellis: epicute formata da ife grosse. cilindriche x 6 – 10 μm, intrecciate e con peli emergenti arrotondati; ipodermio in acciottolato; pigmento fortemente incrostante le ife dell’ epicute in forma di placchette, giunti a fibbia abbondanti, cortex: all’apice presenza di peli con punta lanceolata. Habitat: piuttosto comune in tarda primavera in Carnia in faggeta o pecceta

Osservazioni: questa varietà assomiglia molto al C. balteatoalbus R.Hry. ed al. C. crassus Fr. La presenza del colore violetto su lamelle ed apice del gambo e l’ assenza di reazione alle basi lo distingue dalle due specie. Da notare che Moënne-L. & al. (1990) lo pubblicano come specie conformando la descrizione dell’’Henry, mentre nel 1995, nel dare al taxon uno stato nuovo, rappresentano un taxon segnatamente privo di colore violetto all’ apice del gambo: tuttavia il taxon è riconducibile al basionimo per le caratteristiche contenute nella descrizione.

La collocazione tassonomica di questi Phlegmacium asciutti è alquanto discussa. Brandrud et al.(1990) li collocano in una sez. Crassi che comprende Cortinarius poco o nulla viscosi. Fanno inoltre appartenere la sezione al sottogenere Cortinarius che non ha nessuna affinità con questo gruppo di Phlegmacium privi o quasi di glutine. Bidaud et al. (1990) la trattano come una sottosez. dei Phlegmacioides (sinon. Patibiles Moënne-L. & Reum.). Dall’ evidenza emersa dai vari studi – compresi quelli del DNA (v. Garnica. &

7

Oberwinkler 2003), quest’ultima soluzione pare la più indovinata, anche perché la viscosità viene ormai generalmente considerata di scarso valore tassonomico.

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. Bidaud et al. (1990) la trattano come una sottosez. dei Phlegmacioides (sinon. Patibiles Moënne-L. & Reum.). Dall’ evidenza emersa dai vari studi – compresi quelli del DNA (v. Garnica. & 7

Oberwinkler 2003), quest’ultima soluzione pare la più indovinata, anche perché la viscosità viene ormai generalmente considerata di scarso valore tassonomico.

 

Questo è estratto da un mi articolo inedito del 2005.

 

 

Studi da me condotti (v. il mio articolo sui Phlegmacium della Tasmania) mi hanno portato a concludere che il taxon "Phlegmacioides" usato da Brandrud e prelevato dalll' Epicrisis di Fries è invalido in quanto il termine Patibiles è precedente alla validazione di Breandrud.

Gaspy

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:biggrin: :friends: :hug2:

 

e secondo te avrei mai potuto azzeccarlo???

 

Non era difficile: almeno quakcunoi avrebbe potuto chiamarlo C.crassus o C. balteatusalbus.

 

Fa parte di quei Phlegmacium asciutti o quasi che sono i Crassi e i Balteati.

Gaspy

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