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  1. Grazie per la delucidazione sulla grafiosi , avevo in mente un fenomeno tipo la mixomatosi , che decima i conigli fino al 90 % , il resto della popolazione che si salva , ricostruisce la colonia fino al prossimo propagarsi della malattia. Spero che si verifichi anche con gli olmi , che le piantine piccole possano produrre delle piante sane e vigorose per molti anni.. Per quanto riguarda la biodiversità mi sembra che anche per i funghi sia in atto un cambiamento, correlato di sicuro alla mutazione del clima. Quando ero ragazzo nei boschi vedevo molti più funghi di tutte le specie, le russole erano invasive in ogni parte, adesso sono sempre presenti in buon numero , ma a mio parere molto inferiore ad anni fa. Ricordo per esempio la virescens era comunissima adesso faccio fatica a trovarla, il pes-capre sono anni che non lo vedo e molti altri . Per contro arrivano specie nuove, proprio qui scrissi un articolo sul ritrovamento dell'amanita erjtrocephala trovata da un mio amico anni fa presso le colline di Savona, guarda caso porto internazionale.. Adesso leggo di ritrovamenti nel Biellese e Vercellese, quindi netta espansione, come a mio parere i porcini che forse grazie alla loro raccolta e conseguente dispersione di spore nei boschi mi sembra che siano la specie più comune nei boschi a loro adatti. In alcuni boschi anche grazie alle condizioni meteo favorevoli si trovano solo quelli, e pochissimi altri carpofori, non mi sembra fosse così 40 anni fa, almeno per quello che ricordo io. Biodiversità, tra gli animali, tra le piante , tra i funghi .tutto cambia , ma mi piacerebbe dire ai miei nipoti che da ragazzo non esistevano le nutrie, i gamberi killer , i siluri , e che nel cielo non volavano gli ibis sacri e i parrocchetti, ma moltissime pavoncelle ora sparite, e che l'alianto la pianta puzzona non esisteva come tante altre....
  2. Io condivido tutto quello che riguarda l'evoluzione e anche la biodiversità, e rimango deluso quando capisco che non posso fare nulla per aiutare al natura a difendersi. Giusto il fatto che le piante vecchie devono lasciare il posto a quelle giovani e forti, ma non vorrei andare fuori tema dicendo che ad oggi è l'uomo il maggior pericolo per i nostri boschi . Nella fattispecie ho notato negli ultimi 5 / 6 anni la moria degli olmi nella pianura padana ( Ulmus campestris ) causata dalla grafiosi , questo fungo che attacca la corteccia e quindi la linfa che scorre sotto di essa. Ho potuto constatare che le piante adulte sono state decimate fino al 99% e si salvano solo le piccolissime qua e là, lungo le rive padane praticamente si possono solo vedere gli scheletri secchi di quelle che erano tra le principali piante autoctone della valle del Po. L'ho notato proprio perchè sotto queste piante raccoglievo stupende morchelle che adesso sono solo un ricordo, adesso mi dedico al frassino maggiore di collina ma anche qui ho iniziato a vedere una forte moria, non ancora a livelli dell'olmo ma in forte accelerazione rispetto agli anni passati. Penso che una volta le piante malate venivano subito tagliate perchè servivano come legna, adesso le vedi che marciscano e cadano da sole , nessuno fa pulizia, va bene che ci sono i funghi saprofiti , ma con la pulizia dei boschi tante malattie fungine non ci sarebbero. E allora faccio alcune riflessioni sui meli citati da Gibbo . Bisogna salvaguardare quelle che sono le piante dei nostri vecchi senza dubbio , io ho dei meli "campanini " e "ruggine " che sono delle piante antiche , e in contemporanea delle Fuji e Pink. le varietà antiche sono senza dubbio più resistenti alle malattie ( ticchiolatura , colpo di fuoco batterico , alternariosi, ) e hanno bisogno di meno fitofarmaci , ma per contro sono poco commerciali e la gente non le compra. Nei mercati non arrivano, e la loro coltivazione si ferma a qualche appassionato, la legge del commercio non accetta regole di sopravvivenza ma solo quella dei guadagni. In verità anche io preferisco la Fuji in primis la trovo molto più buona di altri tipi , il suo sapore dolce -acidulo non ha paragoni , ed è una specie relativamente nuova che abbiamo importato dal Giappone. Ma con essa abbiamo importato oltre al frutto anche parecchi patogeni. Adesso non so da dove salti fuori questa grafiosi , ma penso che se fosse un fungo da sempre esistito non capisco come abbaino fatto gli olmi a sopravvivere fino ai giorni nostri, qualche dubbio mi rimane adosso. E chiaro che oltre alla cinipide gallica , alla cimice asiatica, tanto per fare un esempio anche alcuni funghi sono stati introdotti, e senza dubbio ci trovano impreparati, o meglio impreparati a livello di difesa naturale , mentre chi vende pesticidi e anticrittogramici ha sempre la soluzione giusta , ma non è quello che noi vogliamo. In ultimo cito la poppilia Japonica che dal nulla è apparsa nel mio orto e che divora letteralmente in primis la vite e poi le drupacee , io la raccolgo tra giugno e agosto a secchi e la dò da mangiare alle galline, dovreste vedere quante sono è impressionante , su una pianta di vite se ne possono contare 200/300. Non oso pensare ai vigneti delle colline ,se arrivano queste pesudo coccinelle prevedo , insetticidi a fiumi per salvare le colture. Il succo del discorso è che vorrei fare qualcosa per aiutare la natura a svolgere il suo corso, ma l'evoluzione del commercio globale vuole le sue vittime ad ogni costo, nuove specie , nuovi frutti, nuovi insetti, e nuovi funghi...il tutto a discapito delle vecchie specie autoctone.
  3. Abete nero ? non lo conosco il rosso il bianco e anche il pino nero quelli si , ma l'abete nero non l'ho mai sentito mi piacerebbe saperne di più
  4. Un interessante ritrovamento avvenuto nell'autunno scorso di amanita erytropochepala , in Liguria provincia di Savona, praticamente dove il primo scopritore ( Fabio Aste ) l'ha rinvenuta nel 2003. Nella fattispecie è stat ritrovata in 7-8 esemplari in tre ceppi differenti sotto castagno misto faggio alt. 500-600 metri. Molto simile alla sua gemella Flavoconia che vive in America , lo stesso scopritore non esclude che come per tutte le specie colonizzatrici , anche in questo caso qualche spora sia arrivata fin da noi...
  5. L’influenza della luce sulla crescita dei funghi. Molti di noi si saranno chiesti se la luce abbia qualche influenza sulla crescita, ovvero se le belle giornate di sole favoriscono lo sviluppo dei funghi, oppure non condizionino affatto le nascite. Bisogna dire che i funghi si formano e nascono principalmente al buio, ovvero sottoterra, è lì che si formano i piccoli primordi che poi si svilupperanno diventando oggetto delle nostre attenzioni. Ma non sempre è così , funghi come i chiodini, o i pioppini che nascono direttamente sul tronco subiscono la luce fin dal primo momento della nascita senza nessuna influenza. Ma allora perché quelli cresciuti alla luce come l’edulis diventano di un altro colore ? Ovvero sotto le foglie possiamo trovare dei boleti molto bianchi, e all’aperto invece di un bel colore marrone scuro. Andiamo con ordine, sappiamo che i prataioli ( agaricus bisporis ) che troviamo al supermercato sono coltivati principalmente nelle caverne, dove la luce non penetra ma la temperatura è costante e l’umidità si mantiene su livelli favorevoli. Eppure in totale assenza di luce crescono e si sviluppano in maniera ottimale. Ma stiamo parlando di funghi saprofiti e non simbionti. Ma in natura gli esseri viventi sono regolarmente influenzati dalla luce e non solo gli uccelli che migrano con l’allungarsi della luce verso nord , ma anche semplici piante dell’orto come la melanzana sono in grado di capire attraverso la luce se le giornate si allungano o si accorciano a seconda della stagione, infatti anche se abbiamo un settembre- ottobre caldissimo, la maggior parte delle solanacee dell’orto smetteranno di crescere. Quindi apparentemente la luce non avrebbe nessuna influenza diretta sul fungo, se non quella dell’apporto calorico fornito dai raggi solari, ma la colorazione si , quella può essere alterata perche la superficie pileica del fungo investita direttamente dal sole, varia la sua consistenza molecolare, praticamente le molecole restringendosi o allungandosi permettono il cambiamento del colore, e come se allunghiamo con l’acqua una tinta , questa si schiarirà, senza acqua il colore sarà più scuro. Eppure indirettamente la luce può avere sicuramente un influenza sulla crescita , dato che alle nostre latitudini con il sole avremo anche il calore e l’umidità. Le giornate piene di luce poi favoriscono la fotosintesi clorofilliana delle piante che sono quelle che danno da mangiare ai miceli, se le piante ricevono molta luce crescono bene e se loro stanno bene senz’altro trasmettono questo benessere ai miceli. Sotto quest’aspetto la luce influenza senz’altro la crescita, ma come effetto secondario, per il fungo restano fattori primari la temperatura e la relativa umidità. Vi sono posti in cui ognuno di noi ha potuto raccogliere bellissimi funghi cresciuti completamente all’ombra nel folto di faggete o abetaie. Vi sono annate come il 2014 in cui le giornate con copertura nuvolosa hanno prevalso in maniera considerevole, eppure sulle Alpi nel mese di Agosto tutti hanno fatto delle copiose raccolte. Non ultimo possiamo considerare il fatto che i funghi crescono anche di notte, non solo di giorno. E vero che molti funghi amano la temperatura costante con poco divario tra il giorno e la notte, ma è anche vero che altri crescono solo con un forte divario della temperatura , tra questi il noto chiodino. Quindi come al solito molte contraddizioni perché siamo tenuti a considerare tutti i funghi come un unico essere , ma le esigenze variano da specie a specie ed ognuna è diversa dalle altre. Ogni singolo fungo ha le sue esigenze in fatto di calore e umidità, e questa costante è molto variabile da specie a specie, e questo spiega come mai in certi momenti della stagione appare solo quel determinato fungo. Ma la variante luce è o non è determinante per la crescita ? Non ho certo la capacità di dare una risposta ad un quesito del genere, posso solo esprimere un mio parere, ci sono i funghi ipogei ( tartufi ) che non vedono mai la luce del sole eppure crescono felicemente, e prendono una colorazione da bianca a nera, senza nessun bisogno apparente della luminosità. Penso che la luce in se stessa non abbia la capacità di influenzare la crescita dei carpofori, molto più importante è il calore che il raggio solare è in grado di produrre. Mario Devo dire che a distanza di anni sono sempre più convinto che i funghi non hanno bisogno di luce per crescere.
  6. dati78

    Un quesito sulle morchelle

    Forse ne avete già parlato ma ripropongo un quesito che mi sta a cuore. Nella moderna bibliografia non vengono riportate alcune specie di morchelle, come la rigida, la crassipes , hortensis ecc. ma la suddivisione rimane semplicemente in rotunda e conica. Sembra che oltre allo studio classico che si effettua al microscopio, adesso si sia passato anche al molecolare, e insigni studiosi non hanno riscontrato particolari differenze tra le specie sopra citate, quindi vengono classificate solo due specie distinte. In questa foto di una mia raccolta io identifico tre specie. La prima con gli alveoli piatti e la costolature sottile ci vedo la rigida La seconda la classica rotunda La terza con il gambo grosso e la mitra "spettinata " la crassipes Ora mi chiedo come mai in uno studio sempre più approfondito in cui si è arrivati addirittura al molecolare, non venga tenuto in considerazione la differenza morfologica ed esteriore dei funghi ? Che i tre funghi della foto siano tutti e tre solo morchelle rotunde ? Mi sembra alquanto difficile da digerire questo concetto, anche perché i funghi in questione vengono in periodi diversi e sono rinvenuti sempre nello stesso posto e sempre con le medesime caratteristiche morfologiche. Lo stesso discorso vale anche per il gruppo elata, quindi non capisco proprio come mai in una evoluzione continua nello studio dei macromiceti ci sia questa controtendenza.
  7. Alcuni amici trovano puntualmente degli edulis di colore verde grigio e si chiedono se sia una razza se stante naturalemnte come riportato nei testi per la il citrinum e albidum non viene riconosciuta come specie a se stante, resta il fatto che ci potrebbero essere delle teorie per dare una spiegazione. Savino il Maestro ha scritto: Invece per il grigio/verde sono due le fungaie dove lo abbiamo trovato , la prima nei pressi di un Ontano , la seconda vicino ad un Pungitopo , mai in castagneto o faggeta pura. Certo potrebbe essere, la teoria dell'assorbimento delle sostanze nutritive avrebbe in questo esempio un valido fondamento. Sappiamo tutti che per colorare le ortensie di azzurro ci vuole poco, con del fertilizzante a base di ferro si passa dal rosa al blu. Se ogni pianta ha dei fabbisogni differenti di minerali rispetto alle altre, logico pensare che l'ontano abbia dei requisiti nutrizionali differenti rispetto al castagno-faggio, così come sappiamo che le leguminose ( fagioli e piselli ) rilasciano azoto nel terreno, anche l'ontano se entra in simbiosi con l'edulis avrà uno scambio di nutrienti diverso rispetto alle fagacee. Ma come ci è arrivato il micelio dell'edulis a contatto delle radici dell'ontano ? Fantasticando posso formulare due ipotesi. 1) Il micelio primario si è sviluppato in castagno (faggio) nelle vicinanze, e alla morte di quest'ultimo essendo ancora giovane si è sposato con l'unica pianta a lui vicino che gli permetteva di vivere. 2) Il micelio primario è diventato bigamo e non gli bastava aver sposato una pianta sola è ha cercato nelle vicinanze un alternativa, ed ha partorito figli bastardi di una altro colore. Naturalmente questo è tutto da provare e ho cercato di spiegare in maniera allegorica il perché di questo cambiamento di colore, l'importante è porsi le domande e non tralasciare i particolari alla fine qualcosa di vero ci può anche scappare. e forse siamo riusciti a dare una soluzione al quesito di Paolo anche se questo è tutto da dimostrare è anche vero che non lo possiamo smentire..... uno stralcio di una discussione tra amici senza nessuna pretesa
  8. dati78

    Relax.

    belle foto mi sembra per il leccinum lepidum o corsicum, e le morchelle hortensis e rotunda le dimensioni sono in relazione all'annata, speriamo che arrivino anche qua fino ad adesso in lombardia non si vede niente, dopo le prossime pioggie penso che arriveranno
  9. Belle orme mi piacerebbe sapere a che animale apprtengono
  10. anche le nuove leve imparano
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