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Il mio fiume


pandino & pandina

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Cade dalla sorgente

un sottile zampillo d’acqua

che si frantuma

in mille bollicine

nello specchio di sassolini.

Gelido

inizia una corsa

e quasi sparisce.

Rieccolo

nel pendio in mezzo ai muschi

riforma piccole pozze;

ma trema l’acqua

su questi specchi

e l’immagine dell’uomo

che non si vede.

Corre, corre

e si fa più forte

il suono della sua voce.

Ha solcato la terra;

ora , inciso nella roccia

gorgoglia e romba.

Nella sua valle,

non più un verde prato

né una malga,

prosegue tagliente,

sconquassa tra i massi

e spumeggia.

E’ sinfonia cristallina

arpeggiata

da un mago celeste.

Or giunge al piano

dopo mille montagne

e si spande.

Silenzioso e queto

abbraccia il frutto

delle sue imprese

e benedetto è

dall’uomo che crede.

Ancor verde

di questa fantasiosa

battaglia

già si sente

il sapore del sale.

 

23-2-86

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