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Sorprese dell'Alta val di Non


peter

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In compagnia di Giorgio e Stella, 2 amici micofili appartenenti al gruppo micologico del DLF di Verona , abbiamo visitato ieri alcuni boschi dell'Alta Val Non.

Il tempo era magnifico, con un cielo azzurro che contrastava con il verde dei boschi di abete, e la temperatura in quota (circa 1400 metri ) superiore ai 20 gradi.

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I boschi non erano in condizioni ottimali (si nota infatti una certa carenza di acqua dovuta al perdurare del bel tempo e al vento che nei giorni scorsi ha soffiato) ma non hanno voluto deluderci con la presenza, seppur rada, degli amati porcini ma anche di altre specie che meritano la nostra attenzione.

Fra le specie reperite segnalo un fungo tossico che può essere scambiato con il commestibile Tricholoma terreum o gausapatum.

Si tratta del Tricholoma pardinum, splendido e corposo fungo, che si differenzia dal T. terreum per un odore e sapore di farina, per un gambo massiccio a forma di clava e per le squame del cappello di colore grigiastro e squame trapezoidali.

Se consumato crudo o cotto dà luogo ad una sindrome gastrointestinale.

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Nel titolo anticipavo che abbiamo anche avuto anche alcune sorprese e tra queste il ritrovamento da parte di Stella di una inaspettata fungaia ( e perciò ancor più gradita) di straordinari edulis.

La felicità per il ritrovamento la troviamo dipinta nel sorriso di Stella che abbiamo qui ripreso.

E' evidente che anche Giorgio ed io abbiamo gioito per il ritrovamento.

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Modificato da peter
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Ma le specie fungine interessanti che popolavano il bosco erano numerose come ad esempio queto fungo lignicolo cespitoso dal colore rosa o rossastro-mattone. E' un fungo tossico con sindrome gastrointestinale.

Si tratta dell' Hypholoma sublateritium che presenta anche delle lamelle grigiastre poi grigio-lilacino e carne dal sapore amaro.

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Sempre su ceppaie di abete abbiamo reperito un fungo abbastanza frequente, che ha una particolare caratteristica a livello delle lamelle: inizialmente di colore bianco diventano a maturità rosa in quanto le sue spore sono appunto di colore rosa.

Si tratta del Pluteus cervinus.

Il nome della specie deriva probabilmente dal colore della cuticola del cappello

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Altro interessante ritrovamento per il 2009 è stato quello di una boletacea che in alcuni anni è abbondante nei nostri boschi ed in altri introvabile.

Si tratta dello Xerocomus chrysenteron, fungo che si riconosce per la cuticola del cappello vellutata, che presenta una caretteristica sottocuticola rossa visibile nelle zone ove vi siano delle screpolature o delle linee di frattura.

I pori sono di colore giallo, al taglio e al tocco virano al blu. Anche la carne vira al blu al taglio.

Altra caratteristica importante è anche la colorazione rossastro-vinosa del gambo ad eccezione della parte apicale che è gialla.

E' commestibile.

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Anch'io ho avuto, come Stella, il mio momento magico quando ho scovato in un'area umida del bosco un tris di Boletus edulis.

Erano proprio degli splendidi boccioletti....... , quelli che ti fanno amare e desiderare i porcini.

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Un'altra boletacea trovata ieri è stata il Boletus erythropus, fungo conosciuto da molti ma consumato da pochi ma che sul piano culinario non ha nulla da invidiare ai migliori funghi.

Nei boschi trentini di norma non viene raccolto in quanto i locali, seguendo una falsa credenza , ritengono che tutti i funghi che virano di colore al taglio siano tossici. Il fungo in questione vira rapidamente al blu al taglio e pertanto di norma i locali non lo raccolgono (con mio grande piacere) o spesso viene calciato da vandali. Se la carne del fungo calciato è ancora in buone condizioni il fungo finisce nel mio cestino.

Nella foto si nota il colore della carne virato dal giallo al blu, a distanza di alcuni secondi dal taglio.

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Attraversando un prato ho intravisto una piccola macchia rosso-arancio tra l'erba e ho potuto così vedere e riprendere un fungo di colore rosso, con cappello appuntito (umbone acuto) e che al tocco in tutte le sue parti cambia di colore dal rosso arancio al nero.

Si tratta della Hygrocybe conica che alcuni autori considerano non commestibile o tossica.

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In una zona del bosco di latifoglie abbiamo reperito un fungo dalla crescita cespitosa a partire da una base carnosa unica interrata da cui si dipartono numerosi gambi.

Si tratta di esemplari di Lyophyllum conglobatum (sinonimo Lyophyllum fumosum).

Foto di gruppo da cui si nota l'origine unica dei vari carpofori.

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Modificato da peter
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