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Un chiarimento


Gaspy

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Dato che comporta delle spiegazioni di carattere tecnioco-scientifico, ritengo che la discussione sia più adatta in questo sito.

 

 

Un’altra cosa proprio per stemperare ogni velleità polemica.

 

Qualche tempo fa – Russula lo sa – presi un grossolano granchio credendo che tassonomia e sistematica fossero cose distinte. Ne discussi – facendo una figuraccia – sul forum Mycologia Europea, dove venni giustamente ripreso dal Melot.

Altri in Italia mi confermarono che la pensavano come me (perciò, se un asino ero, ero in u ‘ampia stalla).

Il tarlo è rimasto e vedo che altri continuano a pensare che tassonomia sia la scienza che assegna sei nomi (taxa) mentre sistematica sia il gioco di scatole cinesi in cu i taxa si pongono.

Ragion per cui criticare un’impostazione tassonomica ritengono significhi sparare a zero sui tassonomi!

Ma vado oltre. Dare un nome ad una specie è relativamente opinabile. Esistono molte pubblicazioni quotidianamente discusse sull’ assegnazione del nome di una specie, tant’è che si è coniata l’ abbreviazione “ss” che significa ai sensi di…..

Usare un taxon sovraspecifico dovrebbe essere la stessa cosa: se io ritengo che un Phlegmacium con i colori violetti è un Caerulescente ed un altro lo ritiene un Glaucopode è una questione di interpretazione e di opinione personale. Ma se poni uno di questitaxa nelle Dewrmocybe o nelle Telamonia è un grave errore e non solo interpretativo, ma perché prescinde deal concetto base che dice che un taxon è rappresentato dal suo tipo e solamente tutti quelli che sono affini al tipo possono entrare nella scatola.

Ora io vedo scelte che se fossi cattivo definirei cervellotiche per cui il mio amico Bidaud (i cui meriti descrittivi non discuto affatto, e che se critico è solamente perché le sue descrizioni sono adatte soltanto ad un pubblico molto “advanced”) mi mette le Sericeocybe nelle Dermocybe, non si tratta soltanto di interpretazione, ma di grave errore tassonomico. Ed è solo uno dei molti esempi che potrei portare.

Del pari quando Melot mi colloca i Crassi ed altri Cortinarius asciutti nel sottogenere Cortinarius dimentica che questi funghi poco hanno a che fare con il Cortinarius violaceus, ecc….

Se poi si tratta soltanto di nomi allora io posso chiamare Boletus una Russula e l’ unica condizione è di avere un numero sufficiente di sostenitori d’accordo con me e mezzi finanziari tali da poter pubblicare una tale fesseria!

 

Quindi, sia ben chiaro non condanno le opere che rimangono sempre dei documenti e come tali meritano rispetto, ma quelle impostazione che – come qualcuno ha scritto – nulla di nuovo portano alla micologia.

 

Ma vi porterò un altro esempio: di recente dovevo pubblicare una critica ad una scelta tassonomica di Melot.

Per farmi confermare circva l' esattezza della mia critica, feci il giro dei micolopgi europei.

Uno soltanto -pur affermando di non essere molto approfondito nel codice, ritenne la mia osservazione corretta. Gli altri o non risposero o si defilarono dicendo di essere ignoranti del codice (come io guidassi senza conoscere o conoscendo affrettatamete il codice della strada).La mia sensazione era tuttavia questa "Se l' ha detto Melot, chi ha il coraggio dicontraddire?"

 

Circa Consiglio non mi vergogno a ditre quella che è la mia opinione e cioè che interpreta (qualche maligno dice che si fa interpretare) i funghi secondo le due opere succitate e di ciò non c’è da vergognarsi, ma che manca totalmente di una impostazione sistematica autonoma.

Mi è bastato il giorno in cui pubblicò (anche qui materiale altrui) un Cortinarius non indigeno (sotto Eucalyptus) con tale commento "Ha l’ aspetto di una Dermocybe, ma, essendo viscido si tratta di un Phlegmacium dei Fulvi.

Alla mia naturale critica (perché, ripeto, un Phlegmacium è un Phlegmacium perché è un Phlegmacium e non perché viscido e lo stesso vale per una Dermocybe), mi rispose con un< tipica citazione dantesca che a me suonava “E chi se ne frega di ciò cheGasparini pensa.

Della sua opinione nei miei riguardi non c’è pregio nella micologia, del suo atteggiamento si, perché il non essere in grado di contestare una critica dimostra la qualità (non intendo umana,che qui non conta) del micologo.

 

Come vedete il mio non è né astio, né tantomeno acrimonia nei confronti di nessuno: ma non mi dispiace di comportarmi come quel bambino che…….tolse i vestiti all’imperatore.

 

Gaspu

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