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daiano

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  1. Il tracciato attraversa in più punti la Drava...
  2. Un piacevolissimo incontro con gli amici, un’amicizia che si corrobora sempre più, chiacchierate edificanti e rilassanti ed anche divertenti. Il tempo è volato. Dobbiamo tornare a Daiano, che lasceremo alle prime luci della sera in fondovalle. Per tutto il tempo la Cima di Cece è stata lassù, alta ed ancora un pò bianca (quello è infatti il suo versante esposto a nord). Ci ho compiuto la mia ultima e grande ascensione, con partenza da Malga Valmaggiore, cioè da sud. Rispetto ed affetto. Questo nutro per lei. E tanta nostalgia. Perché tanta è la voglia d’ascendere. Poter faticare e sudare nell’aria frizzante, conquistando passo dopo passo la cima. Su cui sedere ed ammirare il mondo a 360°. Forse pregare. Sentirsi in stato di grazia. E sul sentiero del ritorno scolpire nella tua capace memoria le miriadi d’immagini collezionate. Per quando, come oggi ad esempio, i ricordi torneranno a volare fra le rocce, lungo i canaloni, sibilando attorno alla croce di vetta... Ciao a tutti :biggrin: :biggrin: giorgio
  3. A metà pomeriggio abbiamo appuntamento con Giuseppe (ChiCercaTrova) e Giovanna a Bellamonte. :biggrin: E’ ora perciò d’affrettarci. Indugio ancora. Un ultimo sguardo ai Lagorai...
  4. Motivo architettonico al bellissimo Maso dello Speck, sopra Daiano. Sul nostro tavolaccio, invece, prosaiche costine di maiale rosolate nella birra di Fiemme, non filtrata e non pastorizzata, affiancate a polenta gialla e taragna. Ed innaffiate da una radler freschissima :biggrin: Cielo terso, boschi bellissimi, cime accattivanti sono tutt’attorno e sopra di noi. Atmosfera bellissima. Come faremo a partircene ?
  5. Torniamo a Daiano per la strada provinciale della Taoletta, che attraversa un’altra delle Ville di Cavalese, Carano. Sotto il Doss Veronza che sovrasta Carano c’è un punto particolarmente panoramico. :biggrin: Qui fermo l’auto. Osservo. Campanili di rocce e di sasso, di mattone. Al centro le diafane Pale di San Martino, “strette” a sinistra dai Cornacci di Tesero e dalle Pizzancae, e a destra dall’ancora innevata Cima di Cece e dagli altri Lagorai Centrali.
  6. La frazione più grande d’Anterivo, Guggal, anch’essa sotto un sole luminosissimo. La incoronano i “nostri” Lagorai, quelli affacciati anche al nostro balcone. :biggrin: Al pensiero d’allontanarmi e far ritorno a casa mi viene un pò di malinconia.
  7. Prova di paesaggio con motivo arboreo. Uno dei frequenti sorbi degli uccellatori ed una torre angolare di villa. Uno dei tanti squisiti scorci di questo piccolo gioiello che è Anterivo...
  8. A tarda mattinata un’intuizione mi coglie : di recarci nella vicina Anterivo, già Alto Adige. E’ una cittadina non grande, ma adagiata su terrazze di una panoramicità inarrivabile, unica. Pensate, l’avevo sempre vista sotto la pioggia o sotto una grigia cappa. Oggi nel cielo sopra di noi non c’è il benché minimo sfilaccio di nube. E’ un tripudio autentico di bellezza che le mie foto non potranno certo rendere. :biggrin: Sotto di noi e fin quasi all’orizzonte zigzaga la profonda e lunghissima Val di Cembra. Si riconoscono la strada alta sulla sinistra orografica e le cave del suo famosissimo porfido. Laggiù, la cuspide triangolare del Monte Bondone, la più famosa montagna di Trento. :biggrin:
  9. Gli astri sul terreno vanno sfaldandosi. Belli, ma effimeri. Come tante cose su questa nostra terra...
  10. Il bosco ha termine sulla Conca di Aguai. Un’ampia radura circolare chiusa fra i monti di Carano e quelli di Anterivo, cittadina ai margini del Parco Naturale del Monte Corno (di Trodena). Negli anni è gradatamente aumentato il numero delle case, ma la conca è ancora grandissima, e nascosta ai più, cioè ai turisti che frettolosamente transitano in valle alla volta degli agognati centri di villeggiatura. Laggiù si elevano i Lagorai di Valfloriana, oltre cioè la mitica Val Cadino, che è il vero, grande serbatoio di legname pregiato della Val di Fiemme. :biggrin:
  11. Il nostro passo lento e dinoccolato ci consente d’apprezzare i tanti colori che costellano il bosco. L’acqua non è ancora svaporata dalle bacche, che ci premuriamo di non urtare, magari con un’improvvida manovra di macrofotografia… :biggrin:
  12. Per questa mattina avevamo programmato d’andare a visitare il bosco di S. Lugano. Che inizia poco sotto la chiesetta posta sulla omonima sella e scende dolcemente verso la Conca di Aguai. E’ un’abetaia, principalmente, inframmezzata da un ciuffo di betulle, qualche immancabile larice e pochi pini. Regno di edulis, di galletti e di finferla pregiata. :biggrin: Attorniamo le macchie d’abete e pino in cerca della finferla, appunto. Confidando nelle recentissime piogge. Stamani, invece, solo qualche timida mazza di tamburo calca la scena.
  13. Ecco Cima di Cece, laggiù, disegnata in un cielo quanto mai terso, celeste e celestiale. Completamente ricoperta del “bianco mantello”. Provo ad immaginare l’immane conca di sfasciumi, sotto la vetta, sepolta dal sottile candido tappeto. Come sempre, quando sogno ad occhi aperti, mi commuovo istantaneamente. Un piccolo magone che si deve sciogliere, come presto farà anche quella neve…
  14. Domenica mattina. In quota la pioggia era neve. La temperatura minima notturna era scesa infatti a 5 °C, a Daiano, a 1200 metri. La Pala di Santa, ma soprattutto il Latemar, ci rivelano questa bellissima novità. Una gioiosa vena di più… :biggrin:
  15. Quanto è incredibile la montagna ! Alle 17 il cielo si apre. Erompe l’azzurro risucchiando l’umidità dal fondovalle. Nell’animo torna una piccola gioia. Luce dello spirito. Ottimismo benefico. Il sole accarezza il Cimon facendolo spiccare da tutti i Lagorai. Mentre la “cipolla” di Daiano ancora intristisce al buio del maltempo che fugge. Dedico questa foto al carissimo Albe. :biggrin: Vista la sua “predilezione” per il tardo barocco… :biggrin: Arriva sera e dopo cena ritorna a piovere e fa sempre più freddo.
  16. Dopo pranzo vorremmo effettuare il solito giretto, andarci a sedere sulla nostra panchina “affacciata alla Valdadige”, ma tutt’attorno a noi è acqua e nebbia e freddo. Appena 9 °C. Sorella strada, oggi non ci incontreremo. Stai scomparendo agli occhi, ma non a quelli della memoria. Acqua sull’asfalto. Una piccola lacrima di rimpianto. Ritorniamo in Fiemme. Sono le 15. E piove a più non posso.
  17. Piano piano s’avvicina l’ora di pranzo. Come spesso succede quando siamo quassù, decidiamo d’andare nella nostra amatissima Aldino, sull’Altopiano delle Regole, appena al di là di Fiemme e già in Provincia di Bolzano. :biggrin: Il tempo sta cambiando molto in fretta. Nuvoloni neri stanno correndoci incontro provenendo dalla Catena della Mendola. Ad Aldino è già tutto coperto. A Lerch, qualche km più in alto, stanno scendendo fredde secchiate d’acqua.
  18. …è un fungo che s’è ritagliata la nomea di “marcabrisa”. Ed infatti, ad un solo metro di distanza, affiora il piccolo cappello d’un giovin edulis. :biggrin:
  19. Bighelloniamo nel bosco così, placidamente, cercando di ripristinare un rapporto che s’era affievolito, stemperato nella memoria. Compare così una piccola Amanita che, se ricordo bene… :biggrin:
  20. Per non smentirsi, il bosco regala a Maria (è sempre lei, ormai, a rompere il ghiaccio :biggrin: ) un bocciolo di rosso, che doverosamente e giustamente lasciamo in loco, perché privi di permesso e per la minuscola stazza del funghetto. :biggrin:
  21. Il bosco è quasi completamente pianeggiante e quindi adattissimo ai miei mezzi fisici. :biggrin: E’ un misto abete rosso-pino silvestre, l’ambiente ideale per il Boletus pinophilus, da inizio a fine stagione. :biggrin: Nel luglio del “lontano” 2004 ho fatto conoscere questo bosco ad alcuni forumisti di allora, alcuni dei quali sono qui in APB, altri invece sono rimasti di là, c’est la vie. Ad anni di distanza non mi sono mai pentito della scelta fatta. In quella giornata ho visto attorno a me facce sorridenti, soddisfatte, riconoscenti. E nel tempo ho visto andarci tanti altri forumisti ed uscirne sempre con facce altrettanto sorridenti e soddisfatte.
  22. Prima ancora che fungaioli e/o escursionisti, Maria ed io siamo turisti, amanti delle belle comodità. Due che si vogliono gustare anche le opportunità ed i comforts cittadini che il bel paese di Cavalese di anno in anno elargisce sempre più. :biggrin: Così alle 7.30 di sabato siamo scesi a far colazione presso il forno-pasticceria-caffetteria più rinomato del capoluogo. Alla fine, con la bocca ancor dolce e la scossa del caffè in corpo, partiamo. Risaliamo i larghi tornanti che portano a Varena attraverso ampi prati e pascoli bassi. Attraversiamo il paese e proseguiamo per la strada statale del Passo di Lavazè, boicottando i boschi sulla sinistra, quelli che, per intenderci, scendono dal versante sud-orientale del Corno Nero. La nostra meta è infatti il bosco del Passo di Pramadiccio. E’ questo un insignificante scollinamento stradale fra la Val Gambis e la Val di Stava. Il passo in questione si trova poco dopo il Pian di Bedolè, che prende il nome dalle tante betulle che lo contrassegnano.
  23. Una brevissima premessa. Sarà un thread lungo, più per i testi che per il numero delle foto. Mi va così, ho voglia di raccontare, di raccontarmi. Ho tante cose in testa e non le voglio tenere per me... Non ci speravamo più. E invece siamo riusciti a ritagliarci un weekend in Val di Fiemme. Riaffacciarci dal balcone di casa. Dopo un po’ chiudere gli occhi e ripercorrere idealmente il profilo della cresta dei Lagorai di fronte. Lì, a sinistra del fiore, c’è l’amica piramide del Cimon di Val Moena. Ed il ricordo di una tribolata, ma impareggiabile ascensione. Respiro profondamente le fresche ventate che ci avvolgono. Pregustando domani…
  24. Più che grigiastra, direi "acquosa"...dai, Tom, è un pinophilus di quelli col cappello brunastro, anzichè vinaccia... :biggrin: giorgio
  25. daiano

    Alpi....

    Caro Sdrogio, sono perfettamente d'accordo con te...molti forumisti latitano...e la parola "condivisione" suona vuota e datata, se non risibile :biggrin: Tu continua ad andare e a raccontarci e non temere di indicare i luoghi :wink: :wink: Un abbraccio :biggrin: giorgio
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