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Sottosassa e oltre...


tyrnanog

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Approfittando del ponte del 1° Maggio ho provato a modificare un poco il mio solito itinerario; così, anziché inerpicarmi da Boscampo, ho proseguito per Sottosassa e per la zona ancora più a monte che non avevo mai raggiunto.

Tre mattinate di seguito per esplorare una parte del Travignolo che non conoscevo; ma c'era anche un'altra meta: vedere se riuscivo a seguire il corso di un suo affluente, il Rio de le Laste, che scende dal laghetto di Cece e che, da quanto visto l'estate scorsa lungo il suo tratto più alto, dovrebbe presentare non poche sorprese.

Comunque, come non iniziare sostando un istante in contemplazione della cascata del Travignolo che chiude la gola di Sottosassa al Ponte de la Lizata; ci passi cento volte, ma rimane sempre uno spettacolo!

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Fotografare a Sottosassa in una giornata di sole non è mai un'impresa facile: la direzione della gola (grosso modo Est-Ovest) e le alte pareti creano dei chiaroscuri micidiali. Solamente in determinati orari si riesce a combinare qualcosa.

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Ma questa volta la mia meta è più avanti, quindi non mi soffermo oltre.

Imbucata com'è lungo il corso di un torrente alpino, tutta quest'area si mantiene fresca a lungo, così, anche se il caldo barbino di sabato si sentiva fin qui, non è raro incontrare certi “ritardatari” a primavera già inoltrata.

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Terminato il tratto di Sottosassa la strada si impenna bruscamente per una cinquantina di metri, fino al Maso Andreola, per poi mantenersi ad una certa altezza. Da qui non ci sono molti punti d'osservazione che mostrino il corso del Travignolo; occorre scendere di qualche metro, lungo un camminamento debolmente tracciato che costeggia il ciglio della scarpata.

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Le cartine turistiche indicano la presenza di un sentiero che dovrebbe risalire zigzagando lungo il corso del Rio de le Laste, ma prima bisogna trovare il “Ponte de la Scofa” da cui inizia il percorso; qui in zona le indicazioni sono alquanto lacunose (anche se non sono molti i punti in cui i sentieri ridiscendono al livello del torrente) e si rischia di proseguire fino ad una semplice passerella che si trova più a monte e che non fa al caso nostro.

Prima di raggiungere il guado, comunque, si passa di fronte al punto dove il Rio de le Laste si getta nel Travignolo e, per fortuna, nel frattempo il cielo si è velato di nubi addolcendo le ombre; è la situazione che preferisco per scattare foto nel bosco.

Scendo di qualche passo dal sentiero per cercare un varco tra piante e arbusti che disturbano la visuale. Sono quasi sul bordo delle rocce, ma riesco a trovare un buon punto d'osservazione senza andare in cerca di pericoli: come inizio non c'è male!

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Ed eccoci al Ponte de la Scofa, un'opera di “quando c'era lui!” (c'è ancora un fascio littorio scolpito su uno dei conci).

Visto da valle sembra in perfette condizioni, ma quello sfasciume di rocce poco oltre è ciò che rimane di una parete il cui crollo, alcuni anni fa, ha danneggiato il ponte...

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… così da rendere necessaria la realizzazione di una (robusta, ad onor del vero) passerella in legno.

Una curiosità: i parapetti del ponte furono realizzati recuperando vecchi binari per carrelli da miniera.

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Inviato (modificato)

Da qui inizia il sentiero che, salendo con una pendenza non troppo faticosa, ritorna verso il Rio de le Laste. Giunto al primo tornante sento il fragore delle acque, ma non vedo ancora il ruscello; in questo punto il bosco sembra percorribile e provo ad avvicinarmi.

Mi trovo su una di quelle “rive” che richiedono un minimo di prudenza ma, per un fungaiolo abituato ai boschi di questi monti, non mostrano pericoli particolari; c'è solamente la scocciatura di trovarla ingombra di vecchi alberi schiantati (non dev'essere agevole venire a “far legna” da queste parti). Sono in gran parte tronchi di piante “pioniere” (soprattutto betulle) soffocate dalla successiva ricrescita delle più alte conifere. Gli abeti sono tutti abbastanza giovani e il legname a terra è caduto negli ultimi anni: probabilmente tutta questa fascia è stata vittima, tempo fa, di un grande schianto da sovraccarico di neve (non ci sono segni di tagli da sega) e si sta lentamente riprendendo.

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Modificato da tyrnanog
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E finalmente sono nel letto del rio!

Nonostante l'abbondanza di alberi caduti ne riduca un po' il fascino, devo dire che “lo spettacolo vale i soldi del biglietto” (ovvero tre mattinate di scarpinata per cercarlo e una vescica che mi si sta formando su un piede!).

Non so se il rio sia raggiungibile anche in altri punti, tra qui e la sommità del salto; ho visto rocce nel bosco più in alto che mi piacciono solo perché lo rendono “pittoresco”! Dovrò studiare con calma la situazione prima di provarci.

Ad ogni modo, qualche metro oltre la sommità di questo stupendo gioco d'acqua, una moderna strada forestale attraversa il corso del rio e intercetta il sentiero che sale dal Ponte de la Scofa...

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… si lancia nel vuoto.

Per il momento mi fermo qui. Sono ormai al di sopra della gola del Travignolo e il tratto più a monte del Rio de le Laste dovrebbe essere più agevole da percorrere (e meno affascinante da vedere), ma lo esplorerò in seguito.

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Lungo il rientro, sotto il Maso Andreola, trovo una pianta di uva spina (Ribes uva-crispa o R. grossularia) fiorita.

Fiori... funghi... ma, animali? É inutile, la caccia fotografica non è il mio forte; forse dovrei dedicarmi alla... pesca fotografica.

Dove?

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