La montagna d'autunno

[Fagus]

La montagna d’autunno

Fuga dal caos

 

Roma, metà novembre.

Si sta avvicinando Natale e la città come sempre sembra impazzire.

Nervosismo, fretta, frenesia, intolleranza.

Una settimana di pioggia durante la quale i palazzi diventano ancor più grigi di quello che sono.

Le strade, il traffico, i clacson, migliaia di luci degli stop delle macchine che mi si accendono davanti.

Il lavoro che mi opprime, mi prende alla gola, non mi fa respirare.

Poi arriva il sabato e finalmente il sole rende tutto meno pesante.

Ancora un salto a lavoro, poi una telefonata a due persone amiche: scappo.

 

La montagna d’autunno, questa è la mia cura.

 

 

 

[Fagus]

Che sensazioni provo?

Immagino quando ho molto freddo ed entro in un rifugio e il tepore della stufa mi avvolge.

Quando assetato mi trovo in un posto molto caldo, qualcuno mi offre un bicchiere di acqua fresca.

Quando al termine di una giornata faticosa ed estenuante mi butto sul mio letto.

Quando mi viene offerta una sedia per riposarmi, un posto a tavola per rifocillarmi.

 

[Fagus]

Serenità, silenzio.

Ogni tanto solo il leggero sussurro del vento.

Un rapace che volteggia in cielo e lancia il suo richiamo.

 

[Fagus]

Ora l’anima è leggera;

per un giorno si toglie di dosso tutti i fardelli della vita quotidiana.

 

Libero.

Posso coltivare le mie passioni,

posso sdraiarmi su un prato e guardare in alto senza porre limiti alla mia vista, al mio pensiero.

 

[Fagus]

La montagna, quella che ho visto tante e tante volte e che ogni volta mi regala sensazioni diverse, che mi fa rimanere stupefatto. Eppure è sempre lei, la stessa di sempre.

 

[Fagus]

È lì immobile taciturna serena, sempre pronta ad accogliermi e a raccontarmi qualcosa pur nel suo silenzio.

Sento che mi vuole bene, sa che la rispetto.

 

[Fagus]

Piccoli angoli di paradiso, il mio paradiso.

Ciò che sogno durante la settimana,

anche inconsapevolmente, anche nei momenti in cui sto torturando il mio animo con tutte le str...ate della vita che mi sono costruito intorno.

 

[Fagus]

L’amicizia, quella che troppo spesso trascuro e che invece è una delle ancore di salvezza.

Sento che dovrei curarla di più.

 

[Fagus]

Ritrovo me stesso; ritrovo la parte migliore di me stesso, quella meno inquinata.

Gli ostacoli che vedo tutti i giorni davanti a me, ora sembrano svanire. Tutto appare più semplice, più bello.

 

 

[Fagus]

Entro nel rifugio, entriamo nel rifugio ed incontriamo altre anime.

Cominciamo a parlare liberamente, come se ci conoscessimo da sempre, senza vincoli, senza timori, senza ritrosie.

Mi accorgo che non ci accoglie solo il calore del fuoco della legna che brucia nel camino.

 

Fuori c’è il sole, ma anche dentro pur nella penombra brillano nuovi raggi di luce.

Sembra tutto così diverso, così bello, così leggero.

 

[Fagus]

Usciamo e ci rendiamo conto della stagione che stiamo vivendo. Il sole comincia presto ad abbassarsi all’orizzonte, ma nonostante tutto regala sempre più calorosi raggi di luce.

 

 

[Fagus]

Passeggiamo nel bosco, sotto di noi un tappeto morbido; sembra di accarezzare il terreno.

 

 

[Fagus]

La montagna ancora lei, sempre lei, ma ancora una volta mi ritrovo a guardarla stupito, come se fosse la prima, come se non la avessi mai vista.

 

Un albero solo sopravvive qui e subito domando a me stesso: come fa a vivere solo? Come fa a resistere?

 

 

Modificato 14 Novembre 2010 da Fagus

[Fagus]

Guardo meglio e vedo che non è solo. Ci sono tante e tante cose belle intorno a lui.

Il pensiero torna a me stesso: quante volte non mi accorgo di quante cose belle mi circondano.

La mia mente troppo spesso è catturata, assorbita dalle cose negative.

 

[Fagus]

Il sole lentamente lascia il passo alla luna, come il giorno alla notte,

 

 

 

ma prima di andar via dona colori sempre più belli, sempre più calorosi.

Sento la sua voce che parla al mio cuore:

"ti lascio un po’ dei miei raggi; ti saranno utili.

 

 

 

Utilizzali per passare al meglio la notte.

Ti voglio bene; ci rivediamo domani".