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Marinella Zepigi

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Tutti i contenuti di Marinella Zepigi

  1. Anemone narcissiflora L. Anemone narcissino Pianta perenne, erbacea, con fusti eretti, semplici e ricoperti di peli lanosi. Altezza 20÷50 cm. Le foglie basali, lungamente picciolate hanno lamina suddivisa in 3 segmenti profondamente partiti in lacinie, le foglie cauline simili, ma sessili addensate sotto l’infiorescenza, il margine inciso a volte dentellato, da glabre a pubescenti o villose,. I fiori sono riuniti in ombrelle apicali di 3-8 fiori peduncolati. La corolla è formata da 5-6 tepali ellittici, bianchi, spesso esternamente venati di rosa, del diametro di 20-30 mm. Specie comune in quasi tutto l’arco alpino: antesi: maggio-luglio.
  2. Complimenti ragazzi!!! Bellissimi marzuoli :biggrin: Abetaie sempre generose ciao, marinella
  3. Si, potrebbe anche trattarsi di carota selvatica, Daucus carota, ma attendiamo....però guglielmo potrebbe "stropicciare" un pò le foglie, se fosse Daucus carota se ne accorgerebbe subito: emanerebbe un forte odore di carota ciao, marinella
  4. Ciao, premetto che determinare per immagini, non sempre porta a conclusioni certe, ma per tentare una determinazione verosimile è necessario inserire immagini con più particolari: fiore (fotografando anche le brattee e il calice), fusto, foglie del caule e foglie basali e sempre una foto dell'insieme della pianta, anche il portamento è importante. Le immagini dei dettagli dovrebbero essere in macro. nelle prime immagini potrebbe trattarsi si una Crepis sp., la seconda quasi sicuramente rappresenta una Caryophyllacea, ma oltre non posso andare, mancano tutti i dettagli, stesso discorso vale per l'ultima immagine, sicuramente si tratta di un'Apiacea, ma quale, è arduo sapere cia, marinella
  5. Veronica chamaedrys L. s.l. Veronica comune, Occhi della Madonna.
  6. Veronica chamaedrys L. s.l. Veronica comune, Occhi della Madonna. Pianta perenne, erbacea, con fusti eretti o ascendenti, semplici o ramosi, altezza 10÷30 cm. Le foglie sono opposte, sessili o brevemente picciolate, pelosette, a margine seghettato. I fiori sbocciano all'ascella delle foglie in racemi multiflori, generalmente opposti, la corolla blu-celeste con un anello bianco centrale. Il nome del genere, fissato nel XVIII secolo da Linneo, già adottato in Inghilterra (1527) e in Francia (1545), dal nome dell'italiana Santa Veronica (1445-1497). Alcune fonti ritengono invece che il nome derivi da Betonica per traslitterazione da V a B, nome che appartiene ad un genere della famiglia delle Labiate, altri vedono una radice in "verus" ed "unicus",o in una fantasiosa unione fra"vires" latino e "nike" greco, ipotizzando “forze vittoriose”. Ciò che appare improbabile è che il nome del genere in questione, abbia a che fare con la Veronica che, per pietà, asciugò con un panno il volto di Cristo sulla via del Calvario, la figura della “santa” Veronica, che appare nella sesta stazione della Via Crucis, non è presente nei quattro Vangeli. Popolare nelle sacre rappresentazioni alla fine del Medio Evo, potrebbe derivare il nome dalla storpiatura di "vera ikona",la "vera immagine". Il panno, detto “ sudario della Veronica” fu conservato a Roma in San Pietro dal secolo VIII e fu oggetto di culto fino alla Controriforma. Nel 1527 col sacco di Roma di Carlo V., sparì, fu ritrovato solo nel XVII secolo, inserito in un pilastro della volta della Basilica vaticana, con l'immagine molto sbiadita. Alla Santa, molto stimata alla fine del Medio Evo, è legato il nome di Santa Veronica da Binasco (1445-1497), Papa Leone X ne approvò il culto nel 1517. Il nome specifico significa “piccola quercia” si riferisce alla forma delle foglie.
  7. Ciao Guglielmo, si tratta di Veronica persica Poiret, erba infestante neofita. Introdotta dalla Persia in Europa (in Italia soprattutto durante il XIX° secolo) come pianta segetale (che cresce tra le messi) e adesso divenuta Subcosmopolita. ciao, marinella
  8. Daucus carota L. s.l. Carota selvatica. Pianta bienne, a volte perenne, con tipica radice carnosa ed ingrossata, facilmente riconoscibile per il caratteristico odore di carota. Ha un aspetto molto variabile con portamento compatto oppure slanciato ed espanso. I fusti sono generalmente pelosi a volte striati, semplici; altezza sino a 1 m. Le foglie basali sono 2-3 pennato-partite, le cauline sono alterne; le inferiori sessili e picciolate, le superiori sessili e inguainanti. L’infiorescenza è un’ombrella costituita da piccoli fiori quasi sempre bianchi, a volte rosa, il centrale porpora-nerastro. Le brattee distese durante la fioritura, si piegano a palla al momento della fruttificazione. I frutti sono acheni ovali con coste munite di setole e aculei uncinati, contengono 2 semi. Il nome del genere dal greco “daukos” con il quale si indicava la pianta selvatica. Anticamente i greci indicavano la carota anche con il termine “stafilinos” che identifica l’ugola o la gola in particolare, ma anche le infiammazioni del cavo orale.
  9. Allium schoenoprasum L. Erba cipollina Pianta perenne, erbacea, con bulbo ovoide, gli scapi eretti, cilindrici, generalmente tubulosi, avvolti alla base da guaine fogliari. Le foglie sono cilindriche, cave,lunghe quanto lo scapo. L’infiorescenza è globosa o ellittica, apicale, circondata alla base da spata a 2÷3 valve allargate; i fiori sono peduncolati, hanno 6 tepali roseo-purpurei, raramente bianchi. Presente in tutto l’arco alpino, nell’Appennino settentrionale e nelle Alpi Apuane; vegeta nei prati umidi, torbiere fra 600 e 2.600 m s.l.m. Le foglie e i bulbi possono essere utilizzati per guarnire e insaporire minestre, insalate, per condire formaggi molli, per aromatizzare salse e burro. L'erba cipollina si usa quasi esclusivamente fresca poiché ha un aroma lieve, molto meno intenso degli altri agli.
  10. Non posso che concordare con quanto scritto da Cinzia, infatti la determinazione delle rose è veramente ostica e richiede particolari, quali peli, faccia superiore e inferiore delle foglie, forma delle spine, sepali, frutto in sezione...insomma una cosa da veri specialisti nelle foto 8-9-10-20 è rappresentato Rubus sp. ciao marinella
  11. Cardamine asarifolia L. Billeri rotondifoglio, Coclearia di montagna. Pianta perenne, erbacea, fusti eretto-ascendenti, ramosi in alto. Altezza 30÷50 cm. Le foglie lungamente picciolate, sono rotondo-reniformi a margine crenato. I fiori sono riuniti in racemi multiflori, hanno 4 petali bianchi. Vegeta vicino alle sorgenti, rive dei ruscelli 500÷2.000 m. Il nome del genere deriva dal greco “kárdamon”=”crescione”, perché molte specie ricordano nell’aspetto e nel profuno, il crescione d’acqua che appartiene invece al genere Nasturtium.
  12. Leggo solo ora, bella passeggiata Paolo!!!!! Mi permetto di aggiungere 2 foto :biggrin: La rosa dei venti che si trova sulla cima del M.te Guglielmo
  13. Aruncus dioicus (Walt.) Fernald Barba di capra, asparago di monte Robusta pianta erbacea, perenne, con fusti eretti, alta sino a 2 m. Le foglie composte con contorno triangolare, con lungo picciolo, possono essere lunghe sino a 1 m. I piccoli fiori dioici, di colore bianco-crema, sono riuniti in dense pannocchie costituite da lunghi grappoli penduli. Vegeta nei luoghi a mezz'ombra: boschi freschi submontani genralmente sino a 1500 m s.l.m.; fiorisce da giugno a luglio. I giovani germogli rossastri, che crescono al colletto della radice, sono eduli, possono essere consumati come gli asparagi.
  14. Calystegia sepium (L.) R. Br. Vilucchio bianco, Campanelle bianche Pianta perenne, erbacea, con fusti volubili, lunghi sino a 3 m. Le foglie picciolate, alterne, ovate o ovato-lanceolate, lunghe sino a 10 cm . I fiori su lunghi peduncoli, nascono all'ascella delle foglie; il calice spesso screziato di rosso, racchiuso da 2 grandi brattee fogliacee. La corolla, con diametro di 4-6 cm è leggermente lobata, bianca, raramente tendente al rosa. Infestante delle colture erbacee, dei cereali, dei vigneti e degli incolti. I fiori si chiudono quando piove o il cielo è coperto, ma spesso restano aperti di notte, quando possono giovarsi della frequentazione di grandi falene ed altri insetti notturni. Calystegia sepium (L.) R. Br. Foto di Marinella Zepigi
  15. Aesculus hippocastanum L. Ippocastano, castagno d’India Albero deciduo, alto fino a 40 m. Le foglie sono palmato-composte, con 5-7 foglioline cuneiformi a margine dentato e con lungo picciolo. I fiori profumati, disposti in ampie pannocchie (fino a 20 cm) di forma conica erette, terminali; i petali bianchi sono screziati di rosso. I frutti sono capsule sferiche, spinose, contenenti uno o più semi grossi, bruni e lucidi, simili a castagne. I frutti macinati sono impiegati come sfarinati per mangimi ad uso zootecnico; consumati freschi sono invece velenosi per l'alto contenuto di saponine. Erba amara, astringente, antipiretica, diuretica, antinfiammatoria; riduce la permeabilità capillare e l'edema locale. Per uso esterno le foglie fresche in acqua bollente danno buoni risultati in caso di contusioni. Etimologia: il nome generico indicava, presso gli autori latini una quercia dai frutti commestibili, il nome specifico deriva dal greco "ippos" = cavallo e "kástanon" = “castagno”e indica l’uso del frutto, simile alla castagna, come stimolante e alimento per i cavalli bolsi. Particolare dei bellissimi fiori
  16. Hygrophorus lindtneri M.M.Moser Z. Pilzk. 33: 3 (1967) Sinonimi Hygrophorus carpini Groger Z.Mykol 46:162 (1980) Hygrophorus lindtneri var.carpini (Groger) Bon Docums Mycol. 19(no.75): 57 (1989) Etimologia Da ''Lindtner'', in onore di un famoso botanico di origine serba. Habitat/Periodo Di Comparsa Cresce sotto latifoglie, con preferenza per il genere Quercus. Descrizione Cappello 2-8 cm, viscido, campanulato poi piano; di colore rosato-ocraceo ben marcato al centro e più biancastro al margine. Lamelle Bianco-rosate a volte con sfumature ocracee; adnato-decorrenti, non fitte. Gambo Bianco, con sfumature gialline all'apice; può presentare lievi fioccosità. Solitamente cavo e fragile. Carne Tenace, fibrosa nel gambo, pressochè inodore ed insapore. Commestibilità Di scarso interesse alimentare. Foto ©2008 Marinella Zepigi Descrizioni ©2008 Nicolò Oppicelli
  17. Nymphaea alba L. Ninfea bianca Pianta acquatica perenne il cui lungo rizoma carnoso, può rraggiungere il metro di lunghezza. Le foglie dal lungo picciolo sono di forma ovale, la pagina superiore, liscia, come cerata, ciò allo scopo di facilitare lo scorrimento dell’acqua, ed evitare l’occlusione degli stomi. I fiori, natanti, bianchi e solitari, sono delicatamente profumati , si aprono la mattina per richiudersi al tramonto, superano spesso i 10 cm di diametro. Il rizoma contiene una quantità elevata di amido, che fu usato nel passato, nei periodi di carestia sia come verdura che ridotto a farina . Gli alimenti poveri di origine vegetale, commestibili o resi commestibili dopo trattamento preventivo, entrano in fitoalimurgia, termine coniato nel 1767 dal naturalista toscano Ottavio Targioni Tozzetti che fuse le parole” alimenta e“urgentia” in “alimurgi” per significare appunto ciò che si usa come alimento durante la carestia. La Ninfea forse per la bellezza del fiore ha sempre attirato l’attenzione degli uomini, dando luogo a molte leggende, favole e superstizioni. Nella Grecia antica simboleggiava la bellezza e l’arte oratoria; era il fiore delle ninfe, delle naiadi e degli spiriti delle acque.
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