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La pesca delle trote in montagna


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Finalmente trovo l’occasione per descrivervi, attraverso alcune fotografie, un piccolissimo angolo della preziosa e selvaggia Val d’Ala (nel mezzo delle Valli di Lanzo - TO).

In particolare vorrei raccontarvi del recupero di una “pèscheri” e delle vita che trascorre lungo il torrente Stura.

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Premetto che frequento questo territorio da 15 anni ed in relazione alle conoscenze acquisite durante tale periodo, ho avuto modo di apprezzare molti degli aspetti che caratterizzano le attività, la cultura e le tradizioni secolari di questi luoghi.

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In passato ho avuto modo di avvicinarmi al mondo delle api con il prezioso ausilio di un apicoltore hobbista, ho conosciuto posti bellissimi seguendo le indicazioni di amici e parenti, mi sono appassionato alla ricerca dei funghi lungo sentieri, che in un passato non troppo remoto, sono stati calpestati da vite vere fatte di gesti oramai inusuali.

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Durante l’ultimo periodo passato in montagna, mosso dalla curiosità e dalla particolare atmosfera che si respira su quel lembo di terra, ho deciso di passare qualche ora in compagnia del mio amico Marino all’interno della sua “pèscheri” e, approfittando della sua disponibilità, ho ricostruito una piccola parte della storia di questa attività.

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La vita de la “pèscheri”, unica per tipologia ancora oggi nelle Valli di Lanzo, ebbe inizio nel 1954 e per un lungo periodo vide il papà di Marino quale proprietario dell’attività; dopo la sua scomparsa fu proprio il figlio a mantenere in piedi una preziosa eredità fatta di sabbia, acqua, trote e molto altro che è difficile da rappresentare attraverso le sole fotografie.

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Nel 1994 e nel 2000 due alluvioni devastarono questo luogo che è situato a pochi metri dalla riva del torrente e a causa del cedimento strutturale dell’unico ponte che “raccordava” la frazione con la peschiera, per molto tempo tale attività rimase chiusa (…e non si poteva andare a funghi su quel versante di montagna….. ndr).

Con la costruzione del nuovo ponte, completata nel 2004, Marino e la sua famiglia si dedicarono alla ristrutturazione della peschiera e soprattutto allo svuotamento delle vasche a terrazzo sotterrate da centinaia di metri cubi di sabbia.

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Oggi è stata ripristinata l’iniziale condizione strutturale e finalmente si è tornati alla normalità (…pure per i porcini!). E’ piacevole ritrovarsi a parlare sotto quegli alberi che fanno da cornice agli specchi d’acqua sottostanti circondati da gigli, rocce ed erbe spontanee con uno sfondo di cielo sempre azzurro.

La limpidezza, la calma e le trasparenze di questo luogo sono una vera terapia d’urto per i “traumatizzati da città” come il sottoscritto.

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