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Amanite-2° contributo


Giovanni

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Ecco il mio secondo contributo sulle Amanite.Come al solito corredate da schede(per gentile concessione di Verna, che ne ha curato la stesura nella maniera più semplice possibile).

Cominciamo con la terribile:

 

 

Amanita phalloides (Vaill.: Fr.) Link

 

Trattasi del fungo che ogni "fungaiolo" dovrebbe conoscere, essendo il responsabile del maggior numero di casi di avvelenamenti mortali.

Presenta un cappello verdognolo, con fibrille innate e margine liscio. Le lamelle sono bianche e libere al gambo. Il gambo, sempre munito di anello bianco a gonnellina, è cilindrico, con presenza di zebrature su tutta la superficie, e presenta alla base un caratteristico rigonfiamento bulboso rivestito da una volva bianca, sacciforme. La carne bianca e fibrosa, emana un odore mielato.

Nasce sotto latifoglie a tutte le latitudini (dalla macchia mediterranea sino alla faggete), ma è presente anche se non con la stessa frquenza anche sotto aghifoglie.(vedi foto).

VELENOSO MORTALE! 20 gr. sono sufficienti per uccidere un uomo di 80 Kg.

(Scheda e foto di Andrea Verna)

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Modificato da Giovanni
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Andiamo avanti con la non meno temibile:

 

 

Amanita verna (Bull. Fr.)Lamarck

 

Sarebbe sufficiente una attenta osservazione delle sue caratteristiche peculiari per una facile identificazione:

- Colore bianco di tutto lo sporoforo.

- margine liscio del cappello.

- Presenza di anello membranoso e persistente sul gambo.

- Base del gambo bulbosa.

- Presenza di volva bianca avvolgente interamente la base bulbosa del gambo.

Habitat: nasce in periodo primaverile sotto latifoglie (specialmente noccioleto). Non molto comune.

V E L E N O S A M O R T A LE!!!!

(Scheda e foto di Andrea)

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La terza delle Amanite temibili:

 

Amanita pantherina (De Cand.: Fr.) Krombholz

 

Conoscere questa amanita è di rilevante importanza. Trattasi in effetti di una specie altamente tossica per il suo notevole contenuto di muscarina (tossina) ancor maggiore che nella stessa A.muscaria che pure da essa prende il nome.

La sua ingestione, soprattutto da cruda, comporta l'insorgenza della sindrome muscarinica la cui sintomatologia inizia con disturbi gastrointestinali e progredisce con sintomi legati all'interessamento del sistema nervoso centrale.

Dopo un periodo più o meno lungo di grave compromissione fisica e psichica, generalmente la prognosi evolve verso un miglioramento del quadro clinico sino alla remissione completa.

Grave, e a volte con esito infausto, può dimostrarsi allorquando a cibarsene sono stati cardiopatici o soggetti adulti e bambini defedati.

Eppure la specie in questione è facilmente riconoscibile solo se si osservano attentamente i suoi caratteri botanici essenziali:

- Cappello bruno con margine striato (attenti però alla forma robusta ed abietum precedentemente descritta, il cui margine si presenta liscio).

- Resti del velo generale sul cappello color bianco candido.

- Anello ad inserzione sul gambo sempre più basso rispetto a tutte le altre amanite anellate.

- Gambo con alla base un bulbo rotondeggiante ed avvolto da una volva bianca, circoncisa e dissociata in cercini (anelli).

Habitat: ubiquitaria, Estate-Autunno, molto comune.

(Scheda e foto di Andrea)

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Dulcis in fundo (se così si può dire):

 

Amanita muscaria (L.: Fr.) Hooker

 

Si tratta sicuramente dell'Amanita più conosciuta e maggiormente rappresentata su tutti i testi, compresi quelli scolastici.

E' caratterizzata da un cappello di colore rosso, rosso-arancione, ricoperto da verruche bianche, detersili (cioè facilmente dilavate dalla pioggia); margine sempre striato.

Quando, appunto per la pioggia, il cappello si presenta nudo, allora possono insorgere forti dubbi e spiacevoli confusioni, determinandola erroneamente come A.caesarea.

Ma ciò che la rende facilmente riconoscibile e nettamente distinguibile da quest'ultima è il colore bianco delle lamelle, del gambo e dell'anello (gialli nella caesarea) e la conformazione della volva: dissociata in verruche concentriche (mentre a sacco nella caesarea).

Si trova abbondantemente sia sotto lati- che aghifoglie da fine-estate a tutto autunno, inizio-inverno.

Commestibilità: Per lunghi anni è stata erroneamente intesa come velenosa mortale, togliendo questo triste primato alla A. phalloides.

E' sicuramente da evitare per la sua tossicità: dopo una brusca comparsa di sintomi gastroenterici, compare il coinvolgimento psichico.

Il più delle volte la prognosi è benigna e tutto si risolve in 24 ore.

(foto e scheda Andrea)

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