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Lactarius indigo


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Nelle foreste degli Stati Uniti si trova il Lactarius indigo una specie non solo bellissima da ammirare ma anche commestibile!

 

In America e negli Stati Uniti è conosciuto con tanti nomi: indigo milk cap, indigo lactarius, o blue lactarius, tutti nomi che richiamano in qualche modo la sua caratteristica peculiare: il colore blu intenso delle sue carni e del suo latice. Appartenente alla famiglia delle Russulaceae come tutti i Lactarius, questo fungo risulta essere molto frequente nell’America del Nord Est e in quella centrale, mentre è stato segnalato più volte anche in Asia.

La sua scoperta

Originalmente fu descritto nel 1822 come Agaricus indigo dal micologo americano Lewis David de Schweinitz; solo nel 1838 il padre della micologia, Elias Magnus Fries, lo trasferì all’interno del nuovo genere Lactarius. Alcuni studiosi tedeschi lo ribattezzarono Lactifluus indigo ma non ebbero grande risalto in campo micologico. E fu così che nacque anche la sezione Caerulei all’interno del genere, che raccoglie un numero limitato di lattari caratterizzati dal lattice blu e dal cappello concolore, come il Lactarius hemicyaneus.

Un fungo curioso

Il nome della specie, Lactarius indigo, deriva dal latino e significa bluastro. In Messico viene addirittura chiamato fungo azzurro o Hongo azul; il cappello misura da 5 a 13 centimetri di diametro, inizialmente è convesso e poi si sviluppa con una piccola depressione al centro. Il margine è debordante verso il basso e tende ad aprirsi a maturità. Il colore è blu intenso, con evidenti zonature circolari chiaroscure. A maturità tende ad ingrigire e a schiarirsi. Le lamelle sono adnato-decorrenti, spesse e fitte, di colore blu violetto, e secernono un latice di colore blu inteso dal sapore dolce. Il gambo è solitamente concolore o lievemente più chiaro del cappello, dalla consistenza gessosa ma cavo, con alcuni scrobicolature più o meno evidenti. Il sapore della carne è gradevole, simile a quello dei sanguinelli: dove è conosciuto gode di una buona fama culinaria e viene raccolto con frequenza; come i sanguinelli in Italia, negli Stati Uniti questo fungo è considerato delizia da taluni, mediocrità da altri.

I lattari simili

Il Lactarius indigo cresce sia nei boschi di latifoglia sia di conifera, in particolare nella stagione piovosa autunnale; è abbastanza frequente e talvolta cresce a gruppi di più esemplari. Visti i suoi colori sgargianti, non si tratta di una specie difficile da riconoscere. Gli somiglia il Lactarius paradoxus, di colore blu ma dalle lamelle rosseggianti; il Lactarius quieticolor, blu nel cappello e aranciato su gambo e lamelle e il Lactarius cyanescens e Lactarius mirabilis, due specie molto simili, ma rare e localizzate solo in alcune zone della Malaysia.

 

Carta d’identità

Nome scientifico: Lactarius indigo

Sinonimi: Agaricus indigo, Lactarius canadensis

Classe: Basidiomycetes

Ordine: Russulales

Famiglia: Russulaceae

Genere: Lactarius

Specie: indigo

Cappello: 5-13 cm, inizialmente convesso poi depresso; margine debordante verso il basso. Il colore è blu intenso con evidenti zonature circolari chiaroscure; a maturità tende ad ingrigire e a schiarirsi.

Lamelle: adnate o decorrenti, fitte, fragili, di colore blu-violaceo secernenti un latice dolciastro, di colore blu.

Gambo: gessoso, cavo, da 2 a 6 cm di altezza, di colore blu chiaro o grigio con scrobicoli colore blu intenso.

Carne: soda e consistente; di colore azzurro o blu chiaro. Odore e sapore gradevoli, dolci

Habitat: Sotto conifere e latifoglie in autunno. Molto diffuso in Messico, America del Nord e Asia.

Commestibilità: Considerato un buon commestibile, alla stregua dei sanguinelli.

 

Lactarius indigo (Schweinitz) Fries

Epicr. syst. mycol. (Upsaliae): 341 (1838)

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quei cosi australiani e boletus americani non mi piacevano proprio, meglio i nostri, ma questo è un fungo stupendo!!!! :stretcher:

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Bellissimo .

 

Bellissimo, trovarlo in italia sarebbe spettacolare!

 

quei cosi australiani e boletus americani non mi piacevano proprio, meglio i nostri, ma questo è un fungo stupendo!!!! :stretcher:

 

eeee be, i nostrani sono i nostrani :biggrin:

 

Indigo...cioè indaco(come colore) giusto?.....molto bello!

 

Indigo, significa appunto indaco; per gli americani però tecnicamente è un adattamento; nella spettrografia elettromagnetica corrisponde alla colorazione data da C16H10N2O2 e corrisponde a quello che loro chiamano "Indigo" (considerato il colore standard dei jeans). Poi, come si legge in questa citazione:

"A variety of plants have provided indigo throughout history, but most natural indigo was obtained from those in the genus Indigofera, which are native to the tropics. The primary commercial indigo species in Asia was true indigo (Indigofera tinctoria, also known as Indigofera sumatrana). In Central and South America the two species Indigofera suffruticosa (Añil) and Indigofera arrecta (Natal indigo) were the most important. In temperate climates indigo can also be obtained from woad (Isatis tinctoria) and dyer's knotweed (Polygonum tinctorum), although the Indigofera species yield more dye"

Esistono alcune piante, con il nome di specie molto vicino, Indigofera tinctoria, dalla quale estraevano questo particolare colorante. Da noi è diffusa localmente e conosciuta appunto col nome di "Indaco dei tintori".

 

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Siccome poi è curioso notare come il colore di questa Fabacea non sia l'indaco noto come quello del Lactarius,

sveliamo come si ottiene in natura questo colore: le foglie vanno fatte fermentare e il liquido giallo-verde che si ottiene dalla fermentazione viene fatto ossidare all'aria; il colore della soluzione vira gradualmente fino a diventare un viola-bluastro caratteristico, il color indaco. Infatti nella Indigofera tinctoria si trova l'indacano, un composto ricco di glucosio che una volta fermentato si ossida e vira all'aria al colore bluastro. Una curiosità legata, infine, a questo colore, è che l'indaco, nelle regioni del Sahel della Mauritania, è considerato simbolo di nobiltà, infatti la tunica dei Tuareg è tutta indaco e i mauritani, nelle zone del corpo non coperte da indumenti, si spalmano una polvere color indaco che li protegge dai raggi solari e dà origine al soprannome di "uomini blu".

 

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Ospite paolo_68
Bellissimo davvero! L'avevo letto su Funghi e tartufi! :biggrin:

 

 

E' un fungo spettacolare!!!!

Ecco funghi e tartufi ....

Ah Nicò ... mannaggia a te .... ma quando mi arriva la rivista???????

:stretcher:

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