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Iris pseudacorus


cinzia

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Iris pseudacorus L.

 

Famiglia: Iridacee

 

Nomi comuni: Giaggiolo acquatico Giglio giallo, Acoro falso, Acoro adulterino, Coltellaccio

 

Etimologia: Iris dal nome greco dell’arcobaleno, per le varie e vivaci tonalità dei fiori nelle specie del genere, pseudacorus perché confuso in passato con l'Acorus calamus, pianta che proveniva dall'Oriente, che ha foglie e pianta di aspetto simile e vivente negli stessi ambienti.

 

Descrizione: Pianta perenne alta anche oltre un metro, con rizoma obliquo scuro, del diametro di un centimetro e fusto in parte eretto che può essere lungo come le foglie.

 

Foglie: di coloregrigio-verdastre si dipartono dalla base della pianta, formando una specie di stretto ventaglio; sono di forma spadiforme, parallelinervie, con nervatura mediana sporgente, sono larghe fino a 3 cm, le spate fiorali hanno dimensioni minori. Ogni anno la pianta emette nuovi getti dal rizoma.

 

Fiori: sono raccolti a gruppi all’ascella di grandi brattee verdi (spate); di forma attinomorfa hanno diametro che può superare i 10 cm e sono di un intenso colore giallo dorato. La morfologia è piuttosto complessa, essendo il fiore formato da due verticilli di tre tepali ciascuno posti in posizione alternata. Il verticillo esterno è formato da grandi tepali che nella parte distale si ripiegano verso il basso e sono screziati di marrone. I tre tepali interni sono più piccoli di forma allungata e rivolti verso l’alto. I tepali sono nella parte basale saldati a formare un breve tratto tubuloso. L’ovario è infero, triloculare e ha uno stilo diviso in tre lobi di forma petaloide di colore giallo che, coprendo i tre stami, impediscono l’autofecondazione e contribuiscono all’aspetto vessillifero. Impollinazione tipicamente entomofila con una architettura complessiva del fiore che indirizza le api verso i nettari, strofinandosi sotto i grandi stami, tuttavia è una pianta completamente priva di profumo, viene impollinato dalle api, dai bombi e dal Silfide Rhingia rostrata. La fioritura avviene in Maggio e Giugno.

 

Frutto: grande capsula triloculare contenenti numerosi semi. A maturità le capsule si aprono liberando i semi, bruno-giallastri, che galleggiano e vengono facilmente portati alla deriva.

 

Habitat: Vive presso le sponde di laghi, fiumi e fossati, su terreni umidi e melmosi o in acque poco profonde, dal piano fino a circa 1000 metri di altitudine. Pianta comune lungo i fossi è però minacciata dalla sparizione progressiva del suo ambiente, è specie protetta in molte regioni.

 

Distribuzione: Regioni extratropicali dell’emisfero settentrionale in Africa, Europa e Asia, introdotto e ampiamente naturalizzato in Nord America, dove viene considerato infestante.

 

Applicazioni fitoterapiche: In erboristeria il succo ricavato dal rizoma veniva usato nel trattamento esterno delle ferite e per curare il mal di denti ha però un effetto irritante sulle mucose. Il rizoma, anche essiccato, è completamente privo di profumo ed è stato usato come tonico, astringente, diuretico, purgativo e vermifugo, usi oggi completamente dimenticati.. Pianta emmenagoga; astringente; odontalgica; catartica; emetica. Dalla pianta si ricavavano i seguenti prodotti: Tannini, coloranti gialli dal fiore e neri dall rizoma, inchiostro.

 

Curiosità: I semi del Giaggiolo acquatico, in tempi di carestie, sono stati talvolta usati, tostati, come surrogato del caffè. Recentemente è stata accertata la capacità di questa pianta di assorbire ed accumulare nei propri rizomi i metalli pesanti presenti in acque inquinate.

Può essere confusa con l’Acorus calamus quando non è in fioritura ma la distinzione è resa facile perché A. calamus è profumato.

Gli antichi Romani la ritenevano una pianta purificatrice e la chiamavano consecratix, la sua estrazione dal terreno doveva essere fatta seguendo uno specifico cerimoniale.

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Iris pseudacorus L. fiore visto di lato per evidenziare il tubo formato dal sepalo e dal lembo dello stimma, che indirizza l'insetto pronubo verso il nettare facendogli sfregare l'antera piena di polline.

 

foto di Cinzia

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  • 3 settimane dopo...

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