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didò

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Risposte pubblicato da didò

  1. Che rabbia ! Non ce la faccio a fare le solite condoglianze di circostanza in questa occasione.

     

    Era giovane e con due figli piccoli, ci eravamo conosciuti al Ceppo insieme a mio figlio Lorenzo qualche anno fa ed avevamo passeggiato tutti e cinque insieme sembrava un uomo sereno e realizzato, per lui non era ancora iniziato il Calvario .

     

    Le nostre lamentele sulle piccole miserie quotidiane e l'enfasi che a volte diamo ai nostri problemi trovano il giusto ridimensionamento di fronte a simili disgrazie .

     

    Ciao Fabio, ti sei dimostrato coraggioso e dignitoso.

    Sei stato grande!

     

    Sottoscrivo ogni parola di Enrico, a volte vediamo i nostri quotidiani problemi, piccoli o grossi che siano, come qualcosa di enorme e invece dovremmo capire che di fronte a simili tragedie i nostri risolvibili problemi sono davvero nulla e forse non ci rendiamo conto di quanto siamo fortunati.

  2. Tricholoma caligatum var. nauseosum (A. Blytt) Bon, Documents Mycologiques, 20 (78). 1990.

    Io l'ho trovato sotto Corbezzolo e Leccio, lo si trova unito sempre a Pino o Abete.

    Ha un odore molto forte che a me è sembrato di formaggio.

    E' conosciuto soprattutto in Giappone col nome di Matsutake e venduto a prezzi inusitati.

    20.jpg

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    22.jpg

     

    Ciao Giacomo...!!! Innanzitutto foto da sballo come sempre... :hail:

     

    Ricordo di aver trovato il medesimo fungo in una pineta costiera ed approfondii un pò la questione...T. caligatum, T nauseosum, T. matsutake.

     

    Se non erro attualmente si tende a considerarle 2 specie distinte sebbene assai "imparentate" ossia Tricholoma caligatum e Tricholoma nauseosum (sinonimo tricholoma matsutake).

     

    Il Tricholoma caligatum che è quello che meravigliosamente fotografato tu, si trova appunto nelle pinete specie costiere, spessissimo con corbezzolo, ed è un fungo che organoletticamente ha strane connotazioni: talora amarognolo e sgradevole (praticamente immangiabile) altre volte dolce e gradevole ed apprezzato commestibile. In Salento e sul Vesuvio di regola è molto dolce, in Liguria e Toscana spessissimo amaro ed immangiabile, dipende dal substrato in cui cresce. Tipicamente mostra quelle placche bruno nerastre sul gambo simili a quelle del cappello.

     

    Il Tricholoma nauseosum invece è sinonimo del Tricholoma matsutake, pregiatissimo, richiestissimo e costosissimo in Japan (contenti loro...).

    E' fungo molto simile ma distinto dal precedente, con carattiristiche distinte dal precedente. Le placche non sono mai così marcate, e di regola più piccine.

     

    Interessante è la distribuzione topografica delle 2 specie: il T caligatum tipicamente nasce a sud delle alpi, il nauseosum a Nord delle stesse.

    Il caligatum è segnalato in tutte le zone costiere di Italia, Francia e Spagna, il nauseosum viceversa è stato sporadicamente segnalato in pinete del Ticino e del Trentino (come apice meridionale di crescita) mentre è comune in nord europa, scandinavia in particolare.

  3. beh certo, per me tutti gli anni è una croce questo raduno, il periodo fa parte della organizzazione mostra ed altro, se riesco solo all'ultimo minuto riuscirò a comunicarlo e spero che qualcuno a quel punto mi aiuti a trovare posto

     

    un :hug2:

     

    Come anticipato sabato ad Enzo (Full) purtroppo quest'anno mi si sino combinati una serie di impegni di lavoro per cui il venerdì e sabato sono via :cray:

    Purtroppo il Raduno è caduto giusto quel WE...e vabbè...vi penserò e vi invidierò...molto...

     

    Beh per fortuna che li si mangia malissimo... :stretcher: :00004009:

     

    Un abbraccio a tutti e aspetto con ansia le foto... :x124:

  4. Bellissime riflessioni Alberto, bellissime emozioni che hai condiviso con noi attraverso immagini stupende. :give_heart:

    La Scozia, come l'Irlanda, sono per chi ha come noi amore per la Natura, un vero Eden.

    Ci andai oltre vent'anni fa non vedo l'ora di tornarci...vorrà dire che ti chiederò consigli...

  5. Ciao Giorgio, bellissime scorribeande vedo, peccato non esser stato con voi...

     

    Mi raccomando Piero tienimelo calmo, mettigli del sonnifero nella borraccia, del Lexotan nel caffè, fai qualcosa perchè non lo si tiene più :wacko:

     

    Vabbè deve recuperare le uscite forzatamente perse l'anno passato, ma quest'anno è scatenato... :loco:

     

    Dai che va bene così, vogliamo vederlo sempre adrenalinico... :wink:

  6. ...ma da chiuse , perchè rischiare.....per portarsi a casa che cosa...........bah!!!!!!!!!

     

    velenoso ma bellissima anche lei........

     

    ma non è sempre meglio sapere cosa si mette nel cesto?.......vale davvero la pena rischiare la "vita" per raccattare ad ogni costo qualcosa nel bosco?

     

    Direi proprio di nò.........:nono:

     

    post-1869-0-35554500-1313692238.jpg

     

    :bye1::hug2:

     

    Preciserei sempre...non velenoso, ma velenoso mortale.

     

    Con tutti i funghi buoni che ci sono, vale la pena rischiare...?

     

    Eppure c'è chi raccoglie e consuma dopo drastici trattamenti (salamoia, aceto, bollitura, rimozione della cuticola) anche funghi acclaratamente tossico come Amanita muscaria e Boletus satanas...è veramente non da incoscienti ma da deficienti, non trovo altre parole.

    Io a quest'ultimi che raccolgono e consumano funghi tossici a loro dire resi inerti da queste particolari procedure, semplicemente farei pagare per intero le spese sanitarie una volta che s'intossicano.

  7. Raccogliere funghi allo stato di ovolo chiuso oltre che da incoscienti visto che si rischia di lasciarci le penne, è contro la legge, già questo dovrebbe essere un buon motivo per evitare. La legge punisce la raccolta do ovoli perchè a parte i terribili pericoli che si corrono, la forma chiusa non permette al fungo di completare il ciclo riproduttivo.

    Anche ad un occhio esperto identificare ovoli di cesarea e falloide dalla forma è difficile anche se quello della cesarea spesso è più stretto alla base, e quello della falloide il contrario...ma mai fidarsi.

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