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Gravi danni ambientali nella foresta di Vallombrosa...


wolfer

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Mi spiace per l'arboreto che è un discorso a parte,

un gioiello a livello mondiale,

ma per il resto del bosco che tanto amiamo,

a parte l'evento infausto eccezionale,

forse serve riappropriarsi di metodi di approccio al bosco ben diversi dagli attuali.

 

:hug2:

 

 

ovvero, non è che se non facciamo la legna, potiamo, disboschiamo in modo gusto,

o non facciamo assolutamente lo strame o la pulizia delle ramaglie facciamo il bene del bosco,

anzi , tutto il contrario, poi se viene il tifone Katrina poco possiamo, ma almeno portare

il rispetto ad una parte dell'ambiente che lo vuole se vogliamo viverci in relazione

 

Giacomo, tempestivo e illuminante come sempre!

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Quoto in pieno quanto detto da Gibbo!! (cosa mi tocca fare per mantenere un tetto sopra la testa...) :biggrin: :biggrin: :biggrin:

 

Scherzi a parte, ho vissuto per anni in Carinzia, dove il bosco è sfruttato per fini economici come in pochi altri posti, nella sola regione sono 23.000 i posti di lavoro legati al legname. Chi ha avuto la fortuna di visitare quei luoghi può come me essere testimone della bellezza dei boschi, del loro stato di salute straordinario, dell'assenza totale di incendi da anni, dall'equilibrio che si percepisce davvero straordinario fra natura e uomo, che lì evidentemente ha capito di esserne parte, e non arbitro e padrone incontrastato.

 

Basterebbe capire che l'immensa risorsa per l'uomo che il bosco può rappresentare ha valore solo se la si vuole considerare tale anche per i nostri nipoti e per le future generazioni, con le conoscienze e le tecniche a nostra disposizione se usate con onestà morale e lungimiranza oggi più che mai sarebbe possibile unire gli interessi nostri e della natura con la quale dovremmo imparare a sentirsi uniti per dare un senso veramente evolutivo alla nostra vita, che senso avrebbe la presenza di ogni essere vivente se non portare il proprio minuscolo ma unico contributo all'evoluzione globale?

 

stefano

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Al giorno d'oggi c'è pochissimo rispetto per l'ambiente, basta vedere la deforestazione selvaggia che stanno mettendo in atto in amazzonia. L'uomo insegue da sempre logiche di profitto e le tecniche avanzate agevolano i misfatti. Detto questo però non vedrei di cattivo occhio il piccolo agricoltore che si limita a coltivare piccoli appezzamenti di terreno senza l'uso smodato di pesticidi. Mi vengono in mente per esempio gli uccelli, che quando nevica durante l'inverno si avvicinano alle case ed ai fondovalle in cerca di cibo. Nei coltivi trovano con facilità quello che in natura non riescono a procurarsi. Oppure gli ungulati che si avvicinano regolarmente al primo verde o ai campi di grano ai primissimi tepori di fine inverno.

 

Sarà forse perchè di terreno lasciato a se stesso qui ce n'è tantissimo, credo he con un po' di giudizio e tanta tanta tolleranza l'uomo potrebbe inserirsi nell'ambiente senza provocare troppo danno. Fantasia, lo so, ma se non fosse per la caccia qualche bel sodo ben tenuto non dispiacerebbe agli animali. Banchettano per bene :wink: .

 

E.. il piccolo agricoltore che non fa uso di pesticidi e in montagna(quindi anche giovane) che tu non vedresti di cattivo occhio, come lo vedresti campare?? Prego soluzioni e proposte.

Senno' sono solo parole al vento!!

Roberto

 

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La discussione non dovrebbe esistere tra persone che amano la natura e la rispettano nel totale. Vale sicuramente il rammarico.

I boschi così come i prati,come i fossi,come i fiumi come vi pare, andrebbero lasciati alle forze della natura; però non si può fare perchè dobbiamo mangiare ogni giorno due o tre volte. E allora lasciamo la foresta,il bosco al più naturale possibile poi se il vento piega i più deboli....

Roberto

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Scherzi a parte, ho vissuto per anni in Carinzia, dove il bosco è sfruttato per fini economici come in pochi altri posti, nella sola regione sono 23.000 i posti di lavoro legati al legname. Chi ha avuto la fortuna di visitare quei luoghi può come me essere testimone della bellezza dei boschi, del loro stato di salute straordinario, dell'assenza totale di incendi da anni, dall'equilibrio che si percepisce davvero straordinario fra natura e uomo, che lì evidentemente ha capito di esserne parte, e non arbitro e padrone incontrastato.

 

stefano

 

Vero Stefano......e non solo in Austria........direi anche in Slovenia e anche in Norvegia e Svezia se non sbaglio....

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E.. il piccolo agricoltore che non fa uso di pesticidi e in montagna(quindi anche giovane) che tu non vedresti di cattivo occhio, come lo vedresti campare?? Prego soluzioni e proposte.

Senno' sono solo parole al vento!!

Roberto

 

Evidentemente non mi sono spiegato bene, perchè se guardi l'ultima frase scrivo chiaramente "fantasia". La convivenza uomo-mondo animale è in effetti molto difficile.

 

Questo non significa che no si può cercare un punto di equilibrio nella gestione del territorio. La selvicoltura equilibrata e la gestione del prato pascolo dovrebbero essere fattibili senza troppi problemi a patto che il lucro a breve termine non sia l'unico movente per la gestione. Il busco però lo vogliono tutti e subito...

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Fattore determinante è l'educazione ma anche la densità della popolazione gioca il suo ruolo. Dove mi giro mi giro ora vedo boschi e verde ma solo sessant'anni fa era tutto un coltivo. All'epoca i bipedi erano seminati ovunque in questi greppi, ed avevano anche una bella pancia sottile.

Modificato da marcog
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Vero Stefano......e non solo in Austria........direi anche in Slovenia e anche in Norvegia e Svezia se non sbaglio....

Anche Trentino Alto Adige..o no?

Roberto

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Se un bosco o anche una popolazione di animali non avessero i loro antagonisti ci sarebbe in questo caso l'aumentato di un numero di essere viventi sprositato tanto da avere una selezione stessa in poche parole agenti atmosferici come neve e vento e pioggia per quanto riguarda il mondo vegetale ma anche per quello animale in più anche flagellato quando l'alto numero cresce veramente sopra il potenziale di alimenti presenti nel loro habitat si ha il colasso della popolazione..........

In questo caso per il bosco il taglio programmato nel senso rispettando il ciclo vegetale ha un impatto favorevole per il bosco stesso è quando si vogliono creare cattedrali legnose immutabili nel tempo cioè senza nessun disboscamento che accadono in particolari condizioni forti abbattimenti in condizioni climatiche avverse.

Se osserviamo in un bosco naturale non impiantato dall' uomo si osserva che ogni elemento vegetale colonizza la sua porzione di bosco in armonia con le altre essenze vegetali.Sicuramente anche il nostro limitato spazio del tempo nel senso come durata di vita dell'essere umano consideriamo gli alberi come qualcosa di eterno ma tutto ha un inizio e tutto ha una fine la vita e la morte seguono il loro ciclo il loro tempo.

Lo so dispiace quando avvengono delle ecatombe come in questo caso di alberi ma ci troviamo di fronte al sisteme Terra inteso come un organismo vivente con le sue regole sicuramente anche violente e portatrice di un cambiamentoe dove la Terra saprà trovare ancora la vita dalla stessa morte.

Dispiace ma nell'uomo come essere vivente vedo soltanto uno sfruttamento del pianeta Terra fine a se stesso eppure sarebbe più semplice di quanto crediamo cambiando il pensiero che da alcuni secoli è predominante dell'uomo al centro della Terra in quello di uomo inserito insieme a tutte le altre forme di vita che interagiscono fra loro sul pianeta Terra dove tutto si crea nulla si distrugge ma si trasforma.................

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Lascio perdere il contorno anche perchè le arterie sarebbero le mie e non gradirei rovinarmele per delle discussioni OT. Aggiungo che ti ho scritto un MP con la speranza di chiarire la faccenda ma per ora non ho ricevuto alcuna risposta. Torniamo in argomento anche se come ho già detto in partenza è materia che non mi compete. Se scrivo due "baggianate" abbiate pazienza.

 

Innanzi tutto mi verrebbe da dire che il prato pascolo sia una buona fonte di reddito perchè ci pascolano bovini e ovini. Il prato pascolo se gestito con criterio, ossia in modo non intensivo, è al tempo stesso un'ottima piazza alimentare per gli allevati ed i selvatici. Nel territorio in cui abito, le chiazze verdi che si aprono in mezzo a galle, boschi e foreste, sono davvero poche e non rappresentano un fattore di dominanza dell'uomo; anzi, laddove si apre il bosco, sono presenti tantissime forme di vita richiamate appunto dal pascolo stesso e dai frutti che ginepri, prugnoli e germogli riescono ad offrire.

 

In queste chiazze verdi la convivenza uomo e fauna selvatica è possibile, a patto che l'uomo non ricorra ai soliti metodi poco ortodossi per tutelare parte del proprio interesse. Non sto parlando ovviamente di seminato, dove l'uomo vedrebbe persa buona parte del raccolto, ma di pascolo, punto.

Modificato da marcog
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fortunatamente in natura ci sono eventi come questo che "spazzano via i vecchi per lasciare spazio ai giovani"

 

 

p.s. nessuno si senta personalmente toccato, ma ciascuno coinvolto

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fortunatamente in natura ci sono eventi come questo che "spazzano via i vecchi per lasciare spazio ai giovani"

 

 

p.s. nessuno si senta personalmente toccato, ma ciascuno coinvolto

 

Oh santa polenta, devo incominciare a zavorrarmi al terreno ?

Ciao saggio!

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fortunatamente in natura ci sono eventi come questo che "spazzano via i vecchi per lasciare spazio ai giovani"

 

 

p.s. nessuno si senta personalmente toccato, ma ciascuno coinvolto

:oops: . . . dopo questa tua rivelazione . . . :w00t2:

 

 

. . . un buon 50 % di APBini (diversamente giovani) si sta toccando i santissimi ! :biggrin:

 

 

. . . mi consenta . . . :smilies90:

 

:wink:

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