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Apasseggionelbosco... "che suona"


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Ieri, qui a Predazzo, si è inaugurata la consueta “Settimana del fiore” che oggi è ufficialmente iniziata con la prima escursione, giusto una passeggiata nel “Bosco che suona”, poco prima di Valmaggiore, uno dei punti da cui proviene il famoso “legno di risonanza” per liuteria.

Manco a dirlo, la maggior parte degli organizzatori dell'evento appartiene al Gruppo micologico di Valle, così ci si ritrova fra amici, con l'aggiunta di qualche turista anticipato (sempre gli stessi da alcuni anni; ormai sono quasi del gruppo anche loro).

Uno dei fiorellini che più ci ha accompagnato lungo il tragitto è proprio quella Moneses uniflora di cui vi scrivevo, alcuni giorni fa, che costituisce una sorta di “segnabrise” al contrario, così dimentico di gettare un'occhiata da fungaiolo, qua e là nel bosco, e mi concentro sulla nostra guida...

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… che, oltre a fornire spiegazioni dettagliate sugli Abeti di risonanza, si è portato alcuni strumenti musicali per aggiungere un po' di pratica alla teoria. In particolare abbiamo potuto ascoltare il suono del Salterio, strumento di origine orientale molto in voga nel Medioevo, parente (ad arco) del Dulcimer, (povero) della Ghironda e (lo avrete già capito) tra i preferiti da chi, come il sottoscritto, nei boschi ci vede ancora i folletti!

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È curioso come uno strumento dal suono altrimenti flebile e quasi dimesso, riesca a diffondere le proprie melodie nello spazio aperto del bosco, creando quasi una magia; forse succede perché qui il legno dello strumento è un po' come se tornasse a casa, nel luogo dove è nato.

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Sarà stata la magia del Salterio, sarà stata la magia di quelle piccole, candide stelline a testa in giù che hanno guidato i nostri passi nel bosco, come se fossero state seminate dalle fate, sarà stato il fatto che in questo momento anche il bosco, come ho scritto giorni fa, non sa che pesci pigliare, ed ecco che sulla via del ritorno ci fermiamo un attimo – giusto quell'attimo sufficiente per risvegliare l'atavico istinto – di cui approfitto per gettare verso il bosco l'occhiata che prima gli avevo negato, e...

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Inviato (modificato)

… sorpresa, anch'io ho rotto il ghiaccio!

Così anche questa giornata finisce in gloria (giusto perché il Salterio, nelle raffigurazioni medievali, stava sempre nelle mani di qualche angelo).

 

Daniele

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Modificato da tyrnanog
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Bellissima la musica nel bosco :good:

affascinante

Strumento , il salterio, mai visto nè ascoltato.

Beh qualche bella fata :angel: sarà rimasta incantata dal suono. :harp:

Piuttosto , ora che ci penso, ma la musica avrà un effetto

positivo sulla crescita dei funghi ?

Bell'idea :clapping: , ma ancor più bello sarebbe stato essere lì

:friends:

andrea

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tutto il resto è bello ed interessante ma, permettimi daniele, penso che il primo della stagione sia il massimo, complimenti e poi :00015014:

 

un :hug2:

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Daniele vedere queste iniztive nel bosco è per me straordinario, abituato come sono a suoni quasi solo umani nei boschi, poi il rosso è un bell'inizio, mi sa che dovrai iniziare a battere il bosco più di frequente

 

Giovanni

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È curioso come uno strumento dal suono altrimenti flebile e quasi dimesso, riesca a diffondere le proprie melodie nello spazio aperto del bosco, creando quasi una magia; forse succede perché qui il legno dello strumento è un po' come se tornasse a casa, nel luogo dove è nato.

NOn c'è dubbio che i tuoi topic hanno sempre qualcosa di unico e di magico, questo poi contiene una magia veramente "tangibile"

 

Il salterio...uno strumento a me completamente sconosciuto, ti ringrazio per avercene parlato :give_rose:

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Daniele, il tuo raccontare ha davvero un che di magico che, unito a un filo di dolce ironìa e a tanta saggezza,

riesci a trasportarci a vedere i sogni trasformarsi in realtà e la realtà....invitarci a sognare! :friends:

 

Ma finito l'incanto, ci troviamo di nuovo sulla terra, per confrontarci con noi stessi e col rispetto della comunità,

comprese le leggi che la governano per salvaguardare le meraviglie come quel bosco, dove Stradivari stesso scieglieva i legni

o Uto Ughi diffondeva le sue celestiali melodìe in un giorno che difficilmente scorderò.

E allora, per gli amici che non lo sanno, diciamolo;

in quel bosco non si colgono funghi, li si guarda a completamento dell'armonìa che ci circonda, al più li si fotografa,

ma poi si lasciano lì a vivere la loro breve vita in quel bosco fatato.

Giusto così! :friends:

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:clapping: :clapping:

 

Caro Daniele,

 

Sempre piacevolissimo Passeggiare con tè...

 

Cercare i funghi e trovare poi il Primo a Suon di Musica..deve essere stato il Massimo... :biggrin:

 

Un Abbraccio di cuore

 

Giuliano

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