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L’uomo che salì la collina e scese da una montagna


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Questo è un posto incantato, l’acqua, l’albero, il piccolo fontanile, un simbolo di questa terra “piata m’è un tàul ma che piega la schéna” (piatta come un tavolo ma che piega la schiena), che nasconde i suoi segreti e lascia che pochi possano goderne, non senza sofferenza.

 

 

Quì, in questa tua frase c'è l'essenza del nostro essere come siamo.

Figli di questa terra che per noi svelava i suoi segreti,

figli di un tempo che scorreva entro precisi confini, di solito posti non oltre la nostra resistenza alla fatica di camminare o al massimo...di pedalare.

Non sapevamo delle montagne se non nei rari giorni primaverili dall'aria tersa, che permetteva al nostro sguardo

di arrivare al Rosa o al Monviso.

Non sapevamo del mare libero dai confini delle colonnie, dove alcuni fortunati di noi venivano spediti.

Non sapevamo delle colline e dei boschi di castagno , delle montagne e dei boschi di faggio

e non sapevamo di pinete e che esse facevano porcini, ma quello che si aveva......bastava, eccome se bastava.

Temoli e storioni, marmorate e persici reali, rane, lumache e gabarò, luppolo e asparagi selvatici,

alborelle e sanguinerole e libellule, lucciole, pipistrelli e fuochi fatui per le leggende.

Marcite verdi e vive, campagne di dorato grano, laghi di risaia e file infinite di querce, gelsi e purtroppo anche di pioppi

coi loro maledetti piumini che ti rovinavano l'unico filo da pesca, il primo cocolero montato sul primo

mulinello Cargem.

Ma si era felici, incosapevoli ma felici, ignoranti ma felici e lo siamo ancora, perchè abbiamo scoperto

di non essere figli unici di questa terra e della sua storia, ma di avere fratelli che sanno vedere ciò che hai visto

e capire quel che vai cercando!!! :friends:

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Finisco con un’altra particolarità del mio mondo di maggio, la sua neve………………..Giuan del popolo dei pestacù.

:snoozer_05: Bellissima da vedere in questo periodo, un po' meno x chi e' allergico :shok: , l'importante che non ve la sniffate :rofl: :lmao:bei posti Gio', il Ticino ha i suoi magici angoli di paradiso. Bravo tu a conoscerli e presentarceli. :friends:

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P.S.

fiori di robinia, e prima ancora della glicine con la pastella, chi non li ha provati non sa cosa perde!

:cheer: :cheer: :cheer:

 

lo stesso per i fiori di sambuco...con della bevanda alla mela ...non male..

bella, ciao Gio'!

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Sognai le corse nei campi

di grano dorati,

nei viottoli serpeggianti

attorno al fiume

e la brezza di maggio

che li carezzava.

Io nella mia terra aspra

di ciottoli e di spini,

ove su muri di pietra

stava scritta la fatica.

ed a stento tra i rami d'ulivo

poche schegge di mare infinito...

Distante è quel tempo...

ma la mente lega, attorciglia, imbastisce

un legame tra i luoghi e le persone.

Ora quel fiume e le sue sponde

mi sono più vicine...già sento

le voci dei compagni,

che non ho avuto,

corrermi incontro

con la gioia nel cuore.

 

andrea

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le vecchie abitudini sono sempre le migliori, oggi quasi più nessuno conosce i fiori di robinia con la pastella o anche se lo sanno li ignorano ma non sanno quanto sono buoni

 

un :hug2:

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:clapping: :clapping:

 

Grazie Giuan..prima o poi..porterai anche mè in quei posti...

 

Per adesso mi accontento di passeggiare con tè...

 

Un Abbraccio forte..

 

Giuliano

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Il lento scorrere del ramo mi riporta indietro dove il tempo di vita in questi luoghi era normale, ora solo un ritaglio fra mille impegni e loro i “papalacc” (fiori della robinia) erano il dolce primaverile, si finivano in pastella, a pensarci oggi vi verrà da ridere ma per noi bimbi era una festa.

Non so quanti, effettivamente, mantengano vivo il privilegio di gustare certe leccornie come i fiori di Robinia in pastella (privilegio, si; è i....a pensare che non valessero nulla solo perché erano "cibo per poveri"), o persino quelli di Magnolia (questi erano la variante "per ricchi" perché crescevano solamente nei grandi parchi privati).

Quassù purtroppo non crescono; per la Robinia dovrei ridiscendere la Valle di un paese o due, ma non ne ho voglia.

Però c'è l'onnipresente Sambucus nigra, ai cui fiori faccio fare tuttora la stessa fine; anzi, i paesani meno pigri di me ci fanno anche un gustoso sciroppo dissetante.

Per i funghi, però, pregiati o meno che siano mi toccherà attendere ancora parecchio e intanto rosicare a vedere i vostri... nnaggia!?!

Daniele

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Sognai le corse nei campi

di grano dorati,

nei viottoli serpeggianti

attorno al fiume

e la brezza di maggio

che li carezzava.

Io nella mia terra aspra

di ciottoli e di spini,

ove su muri di pietra

stava scritta la fatica.

ed a stento tra i rami d'ulivo

poche schegge di mare infinito...

Distante è quel tempo...

ma la mente lega, attorciglia, imbastisce

un legame tra i luoghi e le persone.

Ora quel fiume e le sue sponde

mi sono più vicine...già sento

le voci dei compagni,

che non ho avuto,

corrermi incontro

con la gioia nel cuore.

 

andrea

 

 

Che belle queste tue parole Andrea,

sondano inconfutabili verità e stimolano il confronto.

Quello tra fatiche così diverse, ma pur sempre fatiche, fatte da terre erte o vastità,

quello tra scorci diversi, che prima ci apparivano completi,

mentre ora sappiamo quante cose mancavano, dal nulla/tutto dell'orizzonte marino,

al subito fermarsi del nostro sguardo contro una sponda di fontanile, roggia o fiume, chiomate di nobili

querce o miseri ed infestanti salici, da frondosi olmi o preziosi tronchi di robinia, salvezza degli inverni dei poveri.

E il confronto/incontro che più di tutti mi stimola,

quello che da storie e ambienti così diversi, possano formarsi sentimenti così uguali,

così semplicemente essenziali!!

 

Belle davvero queste tue parole Andrea!! :friends:

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Caro Fratellone, sono sentimenti bellissimi quelli che nutri per la tua terra, che rispecchiano i miei, sei un Vichingo dal cuore d'oro....:hug2:

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Un post intriso di quella dolce malinconia per "come eravamo" per quelli che eravamo.

 

Bellissimo ripercorrere quei luoghi, anche se a volte fa male vedere quanto siano cambiati...

o forse ci appaiono diversi perchè il ricordo li ha "forgiati"

 

:flowers2:

 

i “papalacc” (fiori della robinia)

Giò, perdona la mia "ignoranzità" :derisive:

 

Potrebbe essere glicine bianco? :angel:

 

02.gif

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Un post intriso di quella dolce malinconia per "come eravamo" per quelli che eravamo.

 

Bellissimo ripercorrere quei luoghi, anche se a volte fa male vedere quanto siano cambiati...

o forse ci appaiono diversi perchè il ricordo li ha "forgiati"

 

:flowers2:

 

 

Giò, perdona la mia "ignoranzità" :derisive:

 

Potrebbe essere glicine bianco? :angel:

 

02.gif

 

Non saprei la pianta si chiama robinia o pseudoacacia :give_rose:

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Inviato (modificato)

Ci sono posti dove ognuno di noi si sente bene, forse perché ritrova se stesso e la propria dimensione, diversa forzatamente dalla quotidianità che ha volte ci opprime.

 

Io quando cammino in questi boschi e sulle rive del mio fiume, vivo in equilibrio tutto magicamente cambia, una forza rigeneratrice si impadronisce di me, la mia mente riprende a volare riscopro come ascoltare, come sentire.

 

Non sono solo ricordi ma è la realtà per cui forse son nato e che questa vita moderna mi ruba strappandomi dal profondo dell'anima, con una violenza che non voglio comprendere ne accettare.

 

Questa lotta si ripercuote nel mio essere piccolo ignobile uomo che si crede nel tempo ma che in fondo nuota solo per non affogare.

 

Vi ringrazio tutti Giuan del popolo dei pestacù

Modificato da Vichingo
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Bello questo tuffarsi nelle cose semplici di una volta...

Guardandole adesso con gli occhi di uomo che fu ragazzo, assumono certamente più valore di quello percepito allora...!

:00010012:

:friends:

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Finisco con un’altra particolarità del mio mondo di maggio, la sua neve………………..Giuan del popolo dei pestacù.

Gio' sei forte, ma io sono allergico ai pollini e vedendo questa ho iniziato a starnutire.

 

Accccihhhhhhhuuuuu' :give_rose: :give_rose: :give_rose: :give_rose: :give_rose:

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