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Apicoltura, un passo alla volta....


Gibbo

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Ecco quello che porta la chimica alle api.........................

 

 

https://www.quotidiano.net/magazine/diserbante-nuoce-ai-batteri-amici-delle-api-e-del-miele-1.4206122

 

sucsami Antonio ma lo studio conclude, partendo dall'assunto della pericolosità del glyphosate che comunque non altera il metabolismo delle api, "può forse danneggiare quello dei microrganismi che costituiscono il micorobiota"

 

l'olio di neem e il piretro, entrambe sostanze naturali e non di derivazione chimica (ed entrambe utilizzabili in forme di produzione agricola che si dice siano meno impattanti) le api le fanno secche direttamente, senza passare da alterazioni del microbiota.

 

 

E prima o poi sentiremo parlare del rame e presumo non benissimo

 

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per il resto belle le apine del moro che danzano e bravi voi apicoltori!

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sucsami Antonio ma lo studio conclude, partendo dall'assunto della pericolosità del glyphosate che comunque non altera il metabolismo delle api, "può forse danneggiare quello dei microrganismi che costituiscono il micorobiota"

 

l'olio di neem e il piretro, entrambe sostanze naturali e non di derivazione chimica (ed entrambe utilizzabili in forme di produzione agricola che si dice siano meno impattanti) le api le fanno secche direttamente, senza passare da alterazioni del microbiota.

 

 

E prima o poi sentiremo parlare del rame e presumo non benissimo

 

 

Si Marco quello che hai detto è giusto ma ad esempio per quanto riguarda il piretro hai ptenamente ragione per quanto riguarda l'olio di neem c'è uno studio di alcuni ricercatori messicani che l'olio di neem può avere azione contro la varroa per ora in laboratorio e secondo il mio modesto parere penso che si debba trovare le dosi giuste. Per quanto riguarda il rame è fra quelli più tollerabile da parte degli insetti. Per quanto il glyphosate è un danno per la flora microbica intestinale delle api la quale ha un ruolo fondamentale nelle difese in quanto il sistema immunitario è loacalizzato nell'intestino e inolyre si sta studiando l'effetto somma dei vari antiparrasitari in poche prole se l'ape resiste ad un primo contatto con un antiparassitario e successivamente viene a contatto con un'altro abbiamo on effetto sommatorio fra i due antiparassitari. Se iniziassimo a cercare nella cera i vari inquinanti potremo accorgerci come l'ambiente sia altamente inquinato cmq ci sono tante altri fattori che intaserei il forum.......... :)

 

Un :hug. :friends: :friends: compagno di scuola

Modificato da Lupo di Toscana
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ora la esagero per far capire dove va ricercata la responsabilità:

 

se si prende l'olio per auto e lo si mette invece che nel motore su un bllo stagno succede un disastro

 

ecco: se prendi un conciante per semi usato ancho come repellente e lo usi in barba alle indicazioni del fabbricante .....

 

quindi forse sarebbe stato meglio che il titolo avesse focalizzato l'attenzione sulla testadiccazzaggine di chi lo ha usato piuttosto che sulla sua (innegabile) pericolosità intrinseca

 

il methiocarb, la sostanza attiva contenuta nel prodotto impiegato, è effettivamente una di quelle i cui relativi preparati commerciali sono stati quasi tutti revocati ed è arcinoto che si tratti di una sostanza il cui uso è ormai (fortunatamente) limitato; ma se sei xxxxxx sei xxxxxx e sarebbe ora che si cominciasse a controllare con maggiore serietà e capillarità come effettivamente vengono impiegati gli agrofarmaci

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ora la esagero per far capire dove va ricercata la responsabilità:

 

se si prende l'olio per auto e lo si mette invece che nel motore su un bllo stagno succede un disastro

 

ecco: se prendi un conciante per semi usato ancho come repellente e lo usi in barba alle indicazioni del fabbricante .....

 

quindi forse sarebbe stato meglio che il titolo avesse focalizzato l'attenzione sulla testadiccazzaggine di chi lo ha usato piuttosto che sulla sua (innegabile) pericolosità intrinseca

 

il methiocarb, la sostanza attiva contenuta nel prodotto impiegato, è effettivamente una di quelle i cui relativi preparati commerciali sono stati quasi tutti revocati ed è arcinoto che si tratti di una sostanza il cui uso è ormai (fortunatamente) limitato; ma se sei xxxxxx sei xxxxxx e sarebbe ora che si cominciasse a controllare con maggiore serietà e capillarità come effettivamente vengono impiegati gli agrofarmaci

Anche perché sai bene che queste notizie poi creano un effetto sulla popolazione che è totalmente nocivo e non c’è più un discernimento tra il troppo, il poco, e i livelli intermedi, ma si salta alla conclusione perdendo la percezione del fatto che la Natura e il lavoro umano all’interno di essa, è un equilibrio importante e impegnativo, ma è l’unica strada.
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a volte ho intuizioni che ho timore a dire; è il caso di ciò che penso da semi-ignorante sulle cause che sottendono la diminuzione di Apis mellifera.

 

Poi leggo questa frase in un libro di Francesco Petretti il cui profilo accademico, di naturalista, documentarista, studioso e divulgatore di natura in senso lato è fuori di ogni discussione; la riporto di seguito perchè ne condivido assolutamente i contenuti:

 

"Da qualche anno non ho più le api perché è dminuita la frequenza con cui vado in campagna, e sebbene facciano tutto da sole, le api un po' di cure le richiedono. Però non ho smesso di preoccuparmi della sorte di queste creature, che stanno diminuendo a ritmo allarmante.
C'è il problema dei veleni chimici ma c'è anche un problema di fondo legato al fatto che le api sono animali di fatto domestici iperselezionati per aumentarne la produttività e la mansuetudine, però continuano a vivere in condizioni selvatiche in ambienti soggetti a cicli più o meno naturali. Come se un branco di purosange inglesi venisse abbandonato nei pascoli delle Murge senza acqua, foraggio, e veterinario o un gregge di pecore lasciato libero senza custodia a Campo Imperatore. Le api oggi sono animali domestici e non ce la fanno a reagire alle perturbazioni ambientali, naturali o innescate dall'uomo, che siano la predazione da parte dei calabroni o dei gruccioni, le infestazioni di varroa, le epidemie di peste americana, o la scarsezza di nettare. Insomma le api sono ormai troppo deboli per farcela. Bisognerebbe tornare ad allevare api selvatiche, rustiche, quelle che trovo nei vecchi tronchi e tra le rocce".

Modificato da funghimundi
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a volte ho intuizioni che ho timore a dire; è il caso di ciò che penso da semi-ignorante sulle cause che sottendono la diminuzione di Apis mellifera.

 

Poi leggo questa frase in un libro di Francesco Petretti il cui profilo accademico, di naturalista, documentarista, studioso e divulgatore di natura in senso lato è fuori di ogni discussione; la riporto di seguito perchè ne condivido assolutamente i contenuti:

 

"Da qualche anno non ho più le api perché è dminuita la frequenza con cui vado in campagna, e sebbene facciano tutto da sole, le api un po' di cure le richiedono. Però non ho smesso di preoccuparmi della sorte di queste creature, che stanno diminuendo a ritmo allarmante.

C'è il problema dei veleni chimici ma c'è anche un problema di fondo legato al fatto che le api sono animali di fatto domestici iperselezionati per aumentarne la produttività e la mansuetudine, però continuano a vivere in condizioni selvatiche in ambienti soggetti a cicli più o meno naturali. Come se un branco di purosange inglesi venisse abbandonato nei pascoli delle Murge senza acqua, foraggio, e veterinario o un gregge di pecore lasciato libero senza custodia a Campo Imperatore. Le api oggi sono animali domestici e non ce la fanno a reagire alle perturbazioni ambientali, naturali o innescate dall'uomo, che siano la predazione da parte dei calabroni o dei gruccioni, le infestazioni di varroa, le epidemie di peste americana, o la scarsezza di nettare. Insomma le api sono ormai troppo deboli per farcela. Bisognerebbe tornare ad allevare api selvatiche, rustiche, quelle che trovo nei vecchi tronchi e tra le rocce".

 

 

 

Questa analisi ha una purtroppo una triste realtà ha centrato il problema la continua manipolazione da parte dell'uomo ha determinato in un insetto come l'ape animale SELVATICO un imporivemento di quello che è o meglio era la forza di questo insetto la sua forte adattabilità ai vari ambienti infatti si è diffusa l'ape in quasi tuttti i continenti. Ora nell'apicoltura moderna si è fatto scelte che hanno indirizzato la selezione ad una maggiore produzione ad una scarsa aggressività la tenuta al favo scarsa propensione alla sciamatura..............Caratteri che sono solo utili solo all'uomo ma non alla specie Apis........

 

Il declino delle api è dovuto ad un insieme di fattori ma principalmente da noi esseri umani sono la dimostrazione che il genere umano è avviatao ad una lunga fase di declino................

 

Solo dopo che l’ultimo albero sarà abbattuto, solo dopo che l’ultimo lago sarà inquinato, solo dopo che l’ultimo pesce sarà pescato, Voi vi accorgerete che il denaro non può essere mangiato.

(Toro Seduto, capo della tribù dei Sioux)

 

La sagezza dei popoli degli indiani d'America la loro armonia con la Natura e la Terra gli ha portati ad avverrare quello che ormai è già in atto..................

 

 

 

Chi vivrà vedrà............Augh

 

 

 

 

Un :hug. :friends:

Modificato da Lupo di Toscana
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a volte ho intuizioni che ho timore a dire; è il caso di ciò che penso da semi-ignorante sulle cause che sottendono la diminuzione di Apis mellifera.

 

Poi leggo questa frase in un libro di Francesco Petretti il cui profilo accademico, di naturalista, documentarista, studioso e divulgatore di natura in senso lato è fuori di ogni discussione; la riporto di seguito perchè ne condivido assolutamente i contenuti:

 

"Da qualche anno non ho più le api perché è dminuita la frequenza con cui vado in campagna, e sebbene facciano tutto da sole, le api un po' di cure le richiedono. Però non ho smesso di preoccuparmi della sorte di queste creature, che stanno diminuendo a ritmo allarmante.

C'è il problema dei veleni chimici ma c'è anche un problema di fondo legato al fatto che le api sono animali di fatto domestici iperselezionati per aumentarne la produttività e la mansuetudine, però continuano a vivere in condizioni selvatiche in ambienti soggetti a cicli più o meno naturali. Come se un branco di purosange inglesi venisse abbandonato nei pascoli delle Murge senza acqua, foraggio, e veterinario o un gregge di pecore lasciato libero senza custodia a Campo Imperatore. Le api oggi sono animali domestici e non ce la fanno a reagire alle perturbazioni ambientali, naturali o innescate dall'uomo, che siano la predazione da parte dei calabroni o dei gruccioni, le infestazioni di varroa, le epidemie di peste americana, o la scarsezza di nettare. Insomma le api sono ormai troppo deboli per farcela. Bisognerebbe tornare ad allevare api selvatiche, rustiche, quelle che trovo nei vecchi tronchi e tra le rocce".

 

 

Io e lupone le faremmo scolpire sulla roccia queste parole.

Tutto il nostro progetto attuale va in questa direzione.

Una bella conferma sul nostro lavoro ma anche una pessima conferma delle problematiche attuali.

Grazie Marco

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Se penso che la gran parte degli apicoltori adesso sta dando litri e litri di sciroppo di zucchero alle api, per farle sviluppare più velocemente ed è ritenuto “normale “........ che tristezza.

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