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56^ puntata: funghi comuni della scorsa stagione.


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Ciao a tutti, abbonati e non.

Finalmente ho trovato un pò di tempo per inserire qualche altra specie trovata nel corso della passata stagione micologica, come per le precedenti puntate, ogni specie è corredata dai dati relativi alla località del ritrovamento e alla sua ecologia.

1) Boletus queletii Schulzer var. lateritius: raccolta del settembre 2010, località Colli, Comune di San Ginesio (MC), m. 550 slm, in bosco misto cerro-castagno.

Questo Boleto si riconosce per avere la cuticola vellutata e color rosso-mattone, il gambo senza reticolo è di colore giallo in alto e rosso barbabietola in basso, tuboli prima gialli poi rosso-arancioni, tutto il carpoforo se ammaccato vira all’azzurro.

La carne alla sezione è gialla nel cappello e nella parte alta del gambo, ma alla base è rosso barbabietola come esternamente, virante anch’essa al bluastro.

Fa parte di quel gruppetto di boleti che hanno carne virante ma sono commestibili dopo adeguata cottura (almeno 20-25 minuti).

Ecologia: durante l'estate, nei boschi termofili di quercus, castagno e faggio.

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2) Cantharellus lilacinopruinatus Hermitte, Eyssart & Poumarat: raccolta del settembre 2010 loc. villa Koch, Comune di Recanati (MC) m. 80 slm, in boschetto misto con prevalenza di leccio e qualche pino.

Piccolo Cantharellus che assomiglia molto al C. alborufescens da cui si differenzia per avere il cappello soffuso di rosa-viola, per il resto tutto il fungo diviene ocra ruggine in vecchiaia o se manipolato, odore leggero fruttato, imenoforo pliciforme e molto decorrente.

Ecologia: specie terricola tardo autunnale, cresce semicoperta dalla lettiera di foglie cadute nei boschetti termofili e parchi privati della zona mediterranea.

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3) Cantharellus tubaeformis FR. : Fr. Raccolta del 23 novembre 2010, località Coldellaio, Comune di San Ginesio (MC), m. 500 slm, in faggeta mista cerro.

E, assieme al C. lutescens, la famosissima finferla, ampiamente ricercata e consumata da tutti i fungaroli, si tratta di una specie facilmente riconoscibile per il suo aspetto imbutiforme, limenio formato da pliche decorrenti e intervenose grigio- gialline, carne con un buonissimo odore fruttato e sapore dolciastro; ottimo fungo commestibile.

Ecologia: cresce principalmente gregaria, a volte a decine di esemplari, nelle zone fresche e muschiose dei boschi sia di conifere che di latifoglia, dallestate allautunno inoltrato.

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4) Clitocybe geotropa (Bulliard) Quèlet: raccolta del 13 novembre 2010, loc. villa Koch, Comune di Recanati (MC) m. 80 slm, in boschetto misto, tra la lettiera di foglie, sotto leccio, roverella e acero.

Anche questa è una specie molto conosciuta e ovunque ricercata per le buone qualità organolettiche e per la consistenza della carne.

Il cappello può raggiungere anche i 30 cm di diametro diviene nettamente imbutiforme negli esemplari adulti, il gambo può superare i 25 cm di altezza, le lamelle sono fitte e fortemente decorrenti, la carne è elestico-tenace con un buon odore di mandorla amara con tendenza ad assorbire molta acqua (capita spesso di trovare esemplari che qualora spremuti si comportano come una spugna intrisa dacqua), ma data la particolare consistenza della carne, una volta spremuti ritornano allo stato normale.

Ecologia: fungo ubiquitario, cresce spesso in grandi cerchi o striscie, dalla riva del mare fino ai prati pascoli montani in tardo autunno fino in pieno inverno (nelle zone mediterranee).

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5) Clitocybe nebularis (Batsch: Fr.) Kummer: raccolta del 30 settembre 2010, località Piani di San Liberato, Comune di Sarnano (MC), m. 1300 slm, in rimboschimento di aghifoglia miste.

Cugina della specie precedente, la Clitocybe nebularis, si riconosce per il forte e particolare odore (+/- aromatico fino a sgradevole), nonostante sia da tempi remoti consumata largamente nella maggior parte del territorio nazionale, ultimamente provoca sempre più spesso casi di intossicazione soprattutto in occasione di più pasti ravvicinati o per notevoli quantità.

Inoltre può essere confusa (dai non esperti) con il più pericoloso Entoloma lividum (fungo velenoso) dal quale si differenzia per avere le lamelle fitte, decorrenti a maturità e di color crema-biancastro, mentre in E. lividum sono libere e non decorrenti, prima gialle poi rosa salmone.

Ecologia: specie saprofita, cresce in ogni tipo di bosco e nei prati, in file, cerchi, dalla fine dell’estate fino ai primi di dicembre.

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6) Intermezzo con la catena dei monti Sibillini nell’omonimo Parco Nazionale), 30 settembre 2010, le cime che vedete vanno dai 2100 ai 2300m. slm, i boschi in foto sono faggete pure.

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7) Collybia fusipes (Bull. : Fr.) Quèlet: raccolta del settembre 2010, loc. villa Koch, Comune di Recanati (MC) m. 80 slm, in boschetto di latifoglia misto, alla base di una ceppaia di roverella.

Specie molto frequente nei boschi con vecchie piante e ceppaie, possiamo dire che è presente (sia fresca che marcescente) per gran parte dell’anno.

Cappello emisferico poi piano, color ocra-mattone con macchie brunastre, lamelle biancastre che si macchiano di ruggine in vecchiaia, gambo fusiforme, compresso e con base appuntita, appressato agli altri esemplari, carne elastica, sapore mite, commestibile scadente.

Ecologia: cresce essenzialmente in modo cespitoso alla base di ceppaie di latifoglia, i gambi emergono tutti da una stessa ristretta zona, per questo motivo si presentano sempre ritorti, compressati, con base appuntita e radicante; qualora cresca singolo può raggiungere dimensioni abnormi.

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8) Coprinus comatus (Mull. : Fr.) S. F.Gray: raccolta di ottobre 2010, Macerata m. 260 slm, su terreno ghiaioso del nostro cortile condominiale.

Questa specie non avrebbe bisogno di tante spiegazioni tantè conosciuta, la inserisco solo per far vedere che i funghi (specialmente i saprofiti) crescono nei posti più insoliti, purchè che ci siano le condizioni nutrizionali necessarie.

Comunque il C. comatus è un fungo dalla caratteristica forma ogivale, tutto ricoperto da squame bianche ad eccezione dellapice dove sono ocracee, gambo molto lungo, bianco e cavo, lamelle inizialmente bianche e poi via via rosate fino a nere e deliquescenti in vecchiaia.

Specie commestibile ottima anche da cruda, ma solo quando le lamelle sono ancora tutte completamente bianche.

Ecologia: cresce dalla primavera allautunno, nei prati incolti, nei campi concimati, nei parchi e giardini, spesso a gruppetti inizialmente anche seminterrati.

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9)

Coprinus comatus (Mull. : Fr.) S. F.Gray: raccolta di ottobre 2010, Macerata m. 260 slm, su terreno ghiaioso di un cortile condominiale.

Aggiungo un croop di questa raccolta

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10) Cortinarius caperatus (Pers. ; Fr.) P. Karsten = Rozites caperatus: raccolta del settembre 2010, loc. Sassotetto di Sarnano (MC), m. 1300 slm, in faggeta pura di alto fusto.

Questa specie è stata oggetto negli anni di diverse collocazioni sistematiche (Pholiota grinzosa, Pholiota caperata, Rozites caeperata, Rozites caperatus) e infine Cortinarius caperatus, ciò a seguito dell’approfondimento degli studi anche filogenetici effettuati negli ultimissimi tempi.

Il vecchio nome “grinzosa” molto si addiceva alla conformazione del cappello di questo fungo, che da grande tende a “raggrinzarsi radialmente” e assumere un aspetto rugoso; nei giovani esemplari il cappello è tutto cosparso da una pruina violacea detersile.

Da ricordare che questa specie è quella che più di tutte ha proprietà cesio-captanti, e dopo il disastro nucleare di Cernobyl è stata messa al bando per diversi anni in quanto presentava altissime concentrazioni di sostanze radioattive.

Da notare che pur essendo inserita nei Cortinarius, possiede un evidente anello membranaceo.

Ecologia: nelle abetaie e faggete a quote abbastanza alte, spesso tra il muschio e i mirtilli.

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11) Cortinarius elegantissimus R. Henry: raccolta di ottobre 2010, Loc. valle Banca, Comune di Castropignano (CB), m. 1200 slm, faggeta mista.

Bellissimo Cortinarius della Sezione Phlegmacium, caratterizzato dal cappello viscido a umido di color giallo zolfo con zona discale rossiccia, lamelle giallo zolfo, gambo giallo con un netto ed evidente bulbo basale marginato, carne soda, gialla al margine e azzurrognola nel cappello, non commestibile.

Come tutti i Cortinarius da giovane è provvisto di una cortina araneiforme di cui, con la crescita, rimane solo qualche filamento rugginoso (per il depositarsi delle spore ocra) nel gambo, vedi foto.

Ecologia: dall’estate all’autunno, nelle faggete pure o miste.

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12) Craterellus cornucopioides (L. : fr.) Persoon: raccolta del 23 novembre 2010, località Coldellaio, Comune di San Ginesio (MC), m. 500 slm, in faggeta mista cerro.

Questa specie è comunemente conosciuta come “trombetta dei morti” forse per il presunto periodo di crescita; presunto in quanto cresce già da fine agosto a tutto dicembre.

Inoltre deve anche la sua popolarità al fatto che viene usata al posto del tartufo, da qui il suo secondo nome comune “tartufo dei poveri”, in effetti, trifolata e passata al frullatore, sembra proprio una salsa di tartufo (odore permettendo).

Anche questo è un fungo facilmente riconoscibile per i suoi colori grigio-brunastri fino a blu-nerastri, per la forma irregolare evocante una vecchia tromba di grammofono, per l’imenoforo liscio e la carne cartilaginosa; per questo insieme di elementi, non è confondibile con nessuna specie velenosa.

Ecologia: dalla fine dell’estate a tutto autunno, in faggeta, nei castagneti e querceti misti, a numerosi esemplari anche cespitosi, difficilmente putrescibile.

Con questa immagine vi saluto, arrivederci alla prossima; quando non saprei, ma ...... abbiate fede, ehh!

Ennio.

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2) Cantharellus lilacinopruinatus Hermitte, Eyssart & Poumarat: raccolta del settembre 2010 loc. villa Koch, Comune di Recanati (MC) m. 80 slm, in boschetto misto con prevalenza di leccio e qualche pino.

Piccolo Cantharellus che assomiglia molto al C. alborufescens da cui si differenzia per avere il cappello soffuso di rosa-viola, per il resto tutto il fungo diviene ocra ruggine in vecchiaia o se manipolato, odore leggero fruttato, imenoforo pliciforme e molto decorrente.

Ecologia: specie terricola tardo autunnale, cresce semicoperta dalla lettiera di foglie cadute nei boschetti termofili e parchi privati della zona mediterranea.

 

..ho proprio l'impressione di averlo già incontrato in passato!

Pensavo fosse una variazione del cibarius...

 

Grazie Ennio!

A presto!:bye1:

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A guardala cosi' la geotropa nn sembra una geotropa.

 

Ennio per il momento non si vedono alcune foto.

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