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Parliamo di fotografia?


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Allora...c'ho preso l'influenza...febbre...ossa rotte...tosse e tutto il resto...cosa c'entra?direte voi...niente...solo che ho avuto un sacco di tempo libero e mi sono divertito a cercare qualche spunto di riflessione sui temi che più mi interessano, ho letto qualche libro , preso appunti(che strano quando andavo a scuola non lo facevo mai),googolato a destra e manca e alla fine mi ritrovo un pò di materiale che vorrei condividere con voi.

Uno degli argomenti era la fotografia.

Ho iniziato tanti anni fa con una reflex di quelle a pellicola, c'avevo la fidanzata , niente figli e mutui da pagare, solo tanto tempo per girare e sognare (bei tempi!) e mi prese la voglia di far fotografie...le vacanze...i tramonti...lei era bella...penso che tanti hanno iniziato così.

Poi la compattina digitale...mi ricordo all'inizio quelli che dicevano che il digitale no...non è fotografare...troppo comodo...sai la camera oscura... gli acidi...le emulsioni...vabbè.

Poi la reflex digitale...perchè sai vuoi mettere la profondità di campo...

Adesso faccio sempre meno foto... mi sono reso conto che più che il come (grandangolo o macro,panorami o street, bianco e nero o colore,regola dei terzi o non regola)dovrei chiedermi...il perchè.

 

Allora perchè fotografiamo?questa è la domanda da cui sono ripartito dopo tanti anni di foto... senza perchè...

 

 

...questa una delle prime cose che ho trovato...mi dispiace non aver segnato la fonte...che sarebbe doveroso segnalare anche solo per gratitudine...ma nel copia incolla frettoloso l'ho persa...

 

 

 

Perché mi serve una macchina fotografica?

Mi sono venuti in mente questi 3 aspetti psicologici: Ricordare – Dipingere – Raccontare

 

Ricordare – Quando pensiamo ad una qualsiasi immagine impressa nella nostra memoria, questa ci sfugge. Sul subito appare chiara, ma più ci soffermiamo e più sbiadisce. Ricordare un volto è un attimo. Lo vediamo, ma se lo analizziamo sembra come dissolversi. La fotografia offre la possibilità di fermare quel attimo. Per quanto sia in un monitor, in una stampa coadiuva la nostra memoria che può così concentrarsi meglio ed offrire l’emozione, la nostalgia, la simpatia di quel momento.

 

Dipingere – Le fotografie possono essere di varie forme geometriche. Le immaginiamo quadrate, rettangolari. Tutte inscrivibili in una cornice, come un quadro. Come un quadro possono esprimere il reale o la fantasia. Come nella pittura, nella fotografia si usa la luce per dipingere qualcosa o qualcuno. Un volto, un fiore, un paesaggio, un animale, un luogo. A differenza della categoria “ricordare” dove il meccanismo è legato al non “perdere” il passato; la categoria “dipingere” è diversamente proiettata al “cercare” nel futuro.

 

Raccontare – Quando le parole non servono, quando è chiaro il messaggio. Le immagini, tutte indistintamente, comunicano qualcosa a qualcuno. Ma hanno anche la possibilità di sostituire le parole con un’efficacia unica. In un istante, il tempo di mettere a fuoco, possiamo assimilare un concetto, un pensiero. Un uomo ferito con una tuta militare che digrigna i denti, ci dice istantaneamente che si può trattare di un soldato ferito, probabilmente da arma nemica, che sta soffrendo, che forse ha una famiglia, che qualcuno soffrirà per lui... Guardando meglio potremmo anche renderci conto se la ferita potrà essere medicata oppure è spacciato. Tutto questo racconto può essere racchiuso, comunicato, recepito con una foto. In questa categoria le foto “parlano” all’osservatore di qualcosa che avviene nel mondo che ci circonda.

 

Come partenza non è male...dunque io faccio parte del primo tipo,non c'è dubbio, anche se mi piacerebbe qualche volta esser capace di usare le altre due maniere... li forse c'è più il perchè...per questo è più difficile.

 

Poi ancora questa frase di F.Scianna

 

Ogni ritratto è un autoritratto: tanto del fotografo quanto del soggetto.

 

 

mi ha portato qui...

 

 

“Sparare” fotografie. Quello del fotografare è un atto nel tempo,nel quale qualcosa viene strappato al suo momento e trasferito in una diversa forma di continuità. Si pensa sempre che ciò che viene strappato al tempo si trovi davanti alla macchina fotografica. Ma non è del tutto vero. Fotografare è infatti un atto bidirezionale:in avanti e all’indietro. Certo, si procede anche “all’indietro”.Il paragone non è poi tanto stravagante. Come il cacciatore appoggia il suo fucile,mira alla selvaggina davanti a lui,preme il grilletto,e quando parte il proiettile viene spinto indietro dal contraccolpo,così anche il fotografo viene risospinto verso se stesso premendo il dispositivo dello scatto. Una fotografia è sempre un’immagine duplice:mostra il suo oggetto e – più o meno visibile –dietro”, il “controscatto”:l’immagine di colui che fotografa al momento della ripresa.

Questa controimmagine, presente in ogni fotografia, non viene fissata dall’obiettivo,così come il cacciatore non viene colpito dal suo proiettile,ma ne avverte soltanto il contraccolpo. Cos’è dunque il “contraccolpo” del fotografo?Come viene percepito,come si riproduce nell’immagine fotografata?Che cosa lo rende, per così dire, evidente nella fotografia?In tedesco c’è una parola molto significativa per indicare questo concetto,una parola che conosciamo da contesti del tutto diversi:disposizione. (In tedesco: Einstellung, n.d.t.)

In senso psicologico o morale s’intende con essa sottolineare l’atteggiamento col quale qualcuno “si dispone a qualcosa”,ovvero si prepara a qualcosa per poi ri-prenderla. La “disposizione”è però anche un concetto nella fotografia o nel film,e definisce l’immagine e il suo taglio,ma anche il modo in cui si dispone la macchina fotografica rispetto ai valori della luce e dei tempi,con i quali l’operatore poi si dispone alla “ripresa”.Naturalmente non è un caso che la stessa parola definisca tanto l’atteggiamento quanto l’immagine prodotta mediante lo stesso. Ogni “disposizione” (e quindi ogni immagine)riflette la “disposizione” di colui che ha “ripreso” questa immagine.

Al contraccolpo del cacciatore corrisponde nella fotografia il ritratto, più o meno visibile,di colui che fotografa. Non vengono fissati i tratti del volto,bensì il suo atteggiamento, la sua disposizione verso ciò che gli stava davanti. La macchina fotografica è dunque un occhio che può guardare nel contempo davanti e dietro di sé. Davanti scatta una fotografia,dietro traccia una silhouette dell’animo del fotografo:ovvero coglie attraverso il suo occhio ciò che lo motiva. Una macchina fotografica vede perciò davanti il suo oggetto,e dietro il motivo per cui questo oggetto doveva essere fissato. Mostra le cose e il desiderio di esse. Verso ciò che è davanti assume un atteggiamento,e altrettanto verso ciò che sta dietro. Ecco. Ogni secondo in qualche parte del mondo qualcuno fa uno scatto e fissa qualcosa perché lui, o lei, sono affascinati da una certa luce,da un volto,da un gesto,da un panorama,o da un’atmosfera,o semplicemente perché una situazione doveva essere fissata. Gli oggetti della fotografia,questo è evidente, sono innumerevoli. Ogni secondo li moltiplica di nuovo all’infinito. Ogni istante del fotografare,in qualche parte del mondo, è però unico e incomparabile. Il tempo,il tempo inarrestabile, ne è un garante. Perfino le migliaia e migliaia di istantanee dei turisti,le “photo opportunities” appositamente segnalate,sono, prese in sé, incomparabili e uniche.

Il tempo,perfino nei suoi momenti più banali e lapidari,come nello”scatto” dei turisti, è unico e irripetibile. Ciò che è straordinario in ogni fotografia non è tanto il fatto che là,secondo l’opinione corrente,sarebbe stato “fissato il tempo”,bensì il contrario che proprio in ogni foto esso torna a dar prova di quanto sia in-arrestabile e continuo.

Ogni foto è una rievocazione della nostra mortalità. Ogni foto tratta della vita e della morte. Ogni foto ha un’aura di sacralità. Ogni foto è più dello sguardo di un uomo,è superiore alle capacità del suo fotografo. Ogni foto è anche un aspetto della creazione al di fuori del tempo, da una visuale divina.

Di fatto il fotografare (o meglio il poter fotografare)è “troppo bello, per essere vero”.Ma è anche altrettanto troppo vero per essere bello. Perciò fotografare è sempre anche un atto di presunzione e di ribellione. Fotografare insegna l’intemperanza o l’umiltà.(Dietro alle foto veramente “buone” però si scorge sempre l’occhio umile).

Se una macchina fotografica riprende dunque in ambedue le direzioni,in avanti e all’indietro, fondendo le due immagini tra loro,in modo che il “dietro” si dissolva nel “davanti”,allora essa permette al fotografo già nell’istante della ripresa di essere davanti, dentro alle cose, e non separato da loro. Attraverso il mirino colui che fotografa può uscire da sé ed essere dall’“altra parte”, nel mondo,può meglio comprendere, vedere meglio, sentire meglio, amare di più.(E certo, purtroppo, anche disprezzare di più. C’è anche quello infatti, lo “sguardo cattivo”.)

Ogni fotografia, ogni “Una volta” nel tempo,è anche l’inizio di una storia che comincia con “C’era una volta…”.Ogni foto è anche la prima chiave di un film. Spesso poi il momento successivo, i piccoli progressi,il nuovo scatto, l’immagine che segue sono già uno scovare le tracce del procedere di questa storia nel suo proprio spazio e nel suo proprio tempo. Per me in ogni caso il fotografare era diventato “nel corso del tempo”sempre più uno “scovare le tracce di storie”.

Perciò in questo libro ci sono più serie di immagini che non immagini singole. In ogni seconda immagine ha inizio il montaggio,si muove la storia che si era annunciata nella prima immagine,il suo senso dello spazio si svolge nella direzione che le è propria,lasciando presagire il suo senso del tempo. Talvolta il presunto protagonista si presenta in un ruolo del tutto secondario. E talvolta non c’è un personaggio di primo piano ma un paesaggio. Credo fermamente nella forza creativa dei paesaggi nell’ambito di una storia.

Ci sono paesaggi,siano essi città, luoghi deserti,paesaggi montani, o tratti costieri,che addirittura reclamano a gran voce una storia. Essi evocano le “loro storie”, sì, se le creano. I paesaggi possono essere veramente personaggi e le persone che vi compaiono semplici comparse. E poi credo altrettanto fermamente agli accessori. Cosa non può raccontare il giornale apparentemente dimenticato per caso in una foto!Oppure il cartello pubblicitario sullo sfondo!O la macchina parcheggiata al margine della strada!Una sedia!Come se ne sta lì!Come se proprio ora qualcuno si fosse alzato!Un libro aperto su un tavolo!Il mozzicone di sigaretta sul marciapiede!

Nelle foto le cose possono essere tragiche,terribilmente buffe, divertenti o tristi. Per non parlare dei capi di vestiario!Nulla può apparire più eccitante nelle foto. La calza che scende sulla gamba di un bambino!Il bavero rivoltato di un uomo che si vede solo da dietro!Macchie di sudore! Pieghe!Bottoni che mancano! Cose appena stirate!La storia della vita di una donna riepilogata nel suo vestito!Il dramma di un uomo espresso nel suo cappotto!Il vestiario indica la temperatura di un’immagine,la data, l’ora,periodi di guerra e di pace,periodi intermedi.

E tutto appare sempre e soltanto una volta,e di quell’una volta, la foto fa poi un sempre. Soltanto attraverso la fotografia il tempo diventa visibile,e nel tempo, tra la prima fotografia e la seconda appare la storia,che senza queste due foto sarebbe caduta nell’oblio di un altro sempre. Così come io mentre fotografavo volevo perdermi fuori, nel mondo e dentro alle cose,allo stesso modo ora il mondo e le cose scaturiscono dalla fotografia per entrare in me (o in ogni altro osservatore)e là vogliono continuare ad agire. Soltanto “là” nascono le storie,là nell’occhio di colui che osserva.

“TO SHOOT PICTURES…”

di Wim Wenders (Una volta, ed. Socrates)

 

Infine sulla mania di comprare zummini e zummetti per avere sempre l'ultimo grido della tecnologia (io per primo) e sulla mania dell'iper contrastato,saturato,,patinato...

 

"Mi diverte sempre l'idea che molte persone hanno della tecnica fotografica,

e che si traduce nel gusto smodato per la nitidezza dell'immagine:

è per la passione del minuzioso, dell'accuratezza,

o forse sperano con questa illusione ottica

di catturare la realtà più da vicino?"

Henri Cartier Bresson

 

 

Poi ancora un interrogativo...e i grandi fotografi...serve conoscerli...qualcuno dice no...secondo me si...come se volessi dipingere senza studiarmi i grandi pittori

Eccone tre che mi piacciono molto

 

Elliot Erwitt

Robert Doisneau

Francesca Woodman

 

 

E voi...che fotografi siete? perchè sparate fotografie?

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Eh Moreno, bella discussione. Adesso butto lì qualche cosa che mi viene in mente.

 

Mica semplice, chiedere perché fotografi e ti piace, perché lo fai e cosa significa. Forse significa rapportarsi, o è un modo per concentrare l'attenzione, attivarla e aiutarci a riflettere.

 

 

Elliot Erwitt mi piace tantissimo, le foto dei cani sono fantastiche, ma anche Irving Penn, Edward Weston e Tina Modotti, WeGee, Bischof; tutto BN, che chissà perché sembra più "vera" fotografia: forse perché togliendo parte dell'apparenza del reale ci fa concentrare di più sul significato?

 

Comunque dovresti vedere cos'è adesso la fotografia moderna, molto diversa da questa, molto più concettuale, spiazzante. i giovani fotografi fanno cose impensabili, se vuoi ti passo qualche link.

 

ah, il primo link è da qui, mi pareva di averlo già letto -in questo periodo sto cercando, informandomi: tra poco mi sa che spendo :x124: - mi è tornata la voglia di fotografare, che è un sintomo di qualcos'altro, forse appunto di voler cambiare modo di rapportarsi...

 

comunque penso che la cosa fondamentale non sia parlare di foto, ma FARLE!

 

Ciao :friends:

p.s.: anche tu influenzato? è una strage!:stretcher: curatevi figlioli, fatevi coccolare...

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......mi hai chiamato???

Eccomi!!!!!:man_in_love:

 

Qualcuno ha scritto "fotografia"??? ::EE::

 

Un topic mio in questa sezione faceva la stessa tua domanda anni or sono e scrivevo così:

 

….perchè FOTOGRAFARE?

 

 

 

Vuoi dire qualcosa?

 

Vuoi ricordare?

 

Vuoi raccontare?

 

Vuoi creare?

 

 

 

Fotografi per Te?

 

Per gli altri?

 

 

 

Io credo che:

 

scattare una foto senza motivo è come parlare se non si ha niente da dire.

 

Meglio star zitti.

 

Pensare.

 

Capire.

 

Quindi dire….

 

 

 

Non si fotografa "per caso" ma è il frutto di un pensiero, e come tutti i pensieri, è importante nella misura in cui ci mettiamo dentro qualcosa di profondamente nostro.

 

 

 

Per ogni foto che scattiamo rendiamo immortale un attimo del nostro vissuto, un attimo dove tutto è reale ed è come noi lo abbiamo visto, credo sia importante, allora, non scattare a caso….

 

 

------------------------------------------------------------------------------------------

Questa è l'introduzione ad un mini-mini-mini-corso di Fotografia che sto facendo ai miei nipoti.

E voi perchè fotografate? wink.gif

 

 

e proseguivo con:

 

 

....tanti i motivi,

ma partono sempre dalla necessità di catturare l'attimo.

E allora "carpe diem".... cogliamo l'attimo.

 

Sapete perchè dire ad un fotografo:

fai foto come cartoline!!!

.....è un offesa?

Perchè la cartolina è spesso una ripresa anonima di uno sconosciuto in un luogo conosciuto,

niente di più impersonale....

l'esatto contrario di quello che si chiede ad una foto.

Una foto mette l'osservatore, nello stesso esatto momento e posizione, dell'esecutore, è come regalare un attimo di se.

La tecnica non è importante quanto la motivazione con cui si fotografa, ma come scrivevo nel topic di "Barry Lindon", la tecnica ci vuole perchè è come per ogni grande pittore o musicista o scrittore, a parte l'eccezione che c'è sempre, per il resto bisogna conoscere le basi per poter poi "raccontare".

 

Io fotografo la natura per rendere immortale anche solo in piccola parte quel momento e poter poi rivivere anche se in piccola parte l'emozione dell'attimo in cui scattai.

Mi sono con il tempo accorto che riesco a trasmettere con le immagini emozioni che vanno oltre il mio normale linguaggio, perchè racchiudono ogni sfumatura del mio sentire..... ho imparato col tempo che fotografare non è solo raccontare un luogo, un soggetto, ma è anche e soprattutto raccontare se stessi.

 

P.S.

odio la branca della "fotografia moderna" in cui si utilizza la natura per il gusto estetico di un solo scatto.

Una sola immagine bellissima, il più delle volte estremizzata fino all'irreale, che non vive che della propria bellezza....... ma è come una donna bellissima ritratta perfetta e congelata in un attimo artificiale.

 

Io parto da un fotografo che è nelle mie corde, Ansel Adams?:wink:

 

Foto di Ansel Adams

Modificato da Gibbo
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Attraverso una foto cerco di esprimere il mio modo di vedere una scena,una situazione particolare,guardo l'angolatura più opportuna secondo un mio personalissimo gusto che può anche non piacere a tutti.....ma ciò che rappresento con uno scatto è "come io interpreto" un soggetto, un panorama o un semplice gioco di luce/ombra.

Nei miei topic non sono di molte parole(sicuramente si sarà capito),preferisco allora far parlare le immagini....sperando di riuscire nell'impresa non sempre facile :snoozer_05:

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Il mondo attraverso i miei occhi...

 

Stamattina ero all'ufficio postale per lavoro; l'addetto alle raccomandate che mi conosce bene mi ha chiesto cosa avrei fatto domenica.

 

Gli ho risposto, semplicemente, vorrei scattare un po' di foto.

 

Da lì ne è nata una breve conversazione, durante la quale gli ho detto che per me sarebbe stato bello poter scattare anche lì, in quel preciso istante, nell'ufficio postale affollato.

 

Non mi ha capito, non ha capito che fotografare vuol dire essenzialmente mostrare agli altri la propria anima, attraverso ciò che vediamo.

 

Guardando alcune mie foto, mia moglie non riconosce i luoghi della sua infanzia (io vivo nel paesino dove lei, e non io, è nata...), devo indicarglieli esplicitamente e il bello è che in foto li trova anche belli, spesso a dispetto della sua contraria convinzione.

 

Il ricordo, l'emozione di un attimo che, come tutti gli attimi, è unico e irripetibile, la bellezza intesa come fatto interiore, intimo, non puramente estetico... è un discorso infinito.

 

Io scatto perchè così facendo posso percorrere più volte i miei sentieri e rivivere la mia vita vissuta, nel bene e nel male.

 

:x124: :x124: :x124:

 

69351125.jpg

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Invidio un pò, ma di invidia buona,molti di voi, che con la macchina in mano fanno piccoli capolavori.

Io fotografo relativamente poco.. Un tempo mi sarebbe piaciuto imparare la tecnica per poter poi riuscire a esprimere con l'immagine ciò che sentivo. Poi ho lasciato perdere, convinto di non avere l'occhio e nemmeno il talento adatti. Ora come ora non so dire se ho fatto bene o male, so che giro con la mia digitale compatta quando mi sento in vena, e fotografo ciò che del mondo mi piace.

Io credo che fotografia sia più che altro un'opportunità: l'occasione di poter mettere gli altri 'dietro' in nostri occhi, per un istante che poi si prolungherà per quanto vorranno loro.. Ora cerco di farlo con le parole, con le emozioni, con i piccoli gesti nei confronti di chi amo. E' difficile senza supporti visivi, ma ogni piccola volta che ci si riesce è una sensazione di successo! E la fotografia come espressione, la lascio a chi ha l'animo e il talento per usare quel sentiero. Mentre la ricerca di macchine sempre migliori apparecchi sempre più sofisticati e perfezioni li lascio a chi non ha capito che nel mondo come nella vita, sono le piccole cose e le imperfezioni a risultare spettacormente stupende.

Moreno

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Invidio un pò, ma di invidia buona,molti di voi, che con la macchina in mano fanno piccoli capolavori.

Io fotografo relativamente poco.. Un tempo mi sarebbe piaciuto imparare la tecnica per poter poi riuscire a esprimere con l'immagine ciò che sentivo. Poi ho lasciato perdere, convinto di non avere l'occhio e nemmeno il talento adatti. Ora come ora non so dire se ho fatto bene o male, so che giro con la mia digitale compatta quando mi sento in vena, e fotografo ciò che del mondo mi piace.

Io credo che fotografia sia più che altro un'opportunità: l'occasione di poter mettere gli altri 'dietro' in nostri occhi, per un istante che poi si prolungherà per quanto vorranno loro.. Ora cerco di farlo con le parole, con le emozioni, con i piccoli gesti nei confronti di chi amo. E' difficile senza supporti visivi, ma ogni piccola volta che ci si riesce è una sensazione di successo! E la fotografia come espressione, la lascio a chi ha l'animo e il talento per usare quel sentiero. Mentre la ricerca di macchine sempre migliori apparecchi sempre più sofisticati e perfezioni li lascio a chi non ha capito che nel mondo come nella vita, sono le piccole cose e le imperfezioni a risultare spettacormente stupende.

Moreno

 

Io credo saresti stato un buon fotografo, almeno amatoriale, perchè la prima qualità è la sensibilità... le macchine aggiornate aiutano, a volte permettono cose che le precedenti non avrebbero consentito, ma non è produttivo perdersi dietro di loro... sono loro che devono assecondare i nostri desideri e soprattutto le esigenze.

 

Comunque, anche se non so cosa ne pensi, lo scatto che hai appena visto sarebbe stato impossibile "fisicamente" senza i 550 eurini dell'ottica utilizzata... ma questa è un'altra storia.

 

:bye1: :bye1:

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....ma lo sai Moreno che quando postasti la foto di Marylin in una discussione,

pensai, ma guarda Moreno che tra le mille foto di Marylin ha messo questa di Elliot Erwit, allora non era un caso, forte lui, fortissimo,

credo che la sua mente geniale abbia partorito foto magnifiche, tra catturate e soprattutto quelle pensate e progettate, formidabile.

 

Doisneau l'ho sempre avvicinato a Cartier Bresson che è per me un maestro unico delle "foto di strada" del "carpe diem"........ formidabili fotografi che riescono a raccontare con un solo scatto, cosa che ritengo sia impossibile se non si è raggiunto la perfezione.

 

La Woodman è sicuramente più "difficile" con una fotografia estrema sia per come tratta il soggetto, spesso nudo, sia come tecnica utilizzata, ma la conosco troppo poco per parlarne.

 

Per me l'ABC della fotografia è la fotografia di Berengo Gardin che è sempre sul tavolo di casa, foto semplici, di una nazione semplice anche nelle vicende estreme, un bianco e nero che racconta senza spettacolarizzare e che ha pieno rispetto di ogni soggetto, cercando sempre di raccontare con gli occhi del soggetto, e qui viene il difficile....

 

.......maremma stampata quanto mi piace la fotografia,

spero proprio prima o poi di rimettermi a fare foto come ai vecchi tempi.:x124:

 

 

bella questa frase Mario, mi ci trovo molto, bella.

Io scatto perchè così facendo posso percorrere più volte i miei sentieri e rivivere la mia vita vissuta, nel bene e nel male.

 

 

...ed ecco juliet:

 

Io credo che fotografia sia più che altro un'opportunità: l'occasione di poter mettere gli altri 'dietro' in nostri occhi, per un istante che poi si prolungherà per quanto vorranno loro..

 

.....secondo me non ti manca niente, butta giù un idea e scatta, ma fallo con un progetto in mente su cosa vuoi fare. :friends:

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Quando ho conosciuto mia moglie, nel 2001, aveva una reflex a pellicola e scattava...scattava....ed io non la sopportavo.

 

Mi sembrava tempo tolto alla conversazione, e men che meno sopportavo esser fotografato :biggrin:

 

Tre anni fa, visto che aveva smesso, sentendomi un pò in colpa gli ho regalato una compatt( ina ), ma visto che ormai la voglia gli era passata veramente ho iniziato a smanettarci io.

 

Quindi si può dire che ho inizato per sbaglio. :biggrin:

 

A tutt'oggi son contento di averlo fatto, come ho già detto altre volte, la fotografia mi consente di concentrarmi di nuovo sui particolari che ormai davo per scontati, un tramonto, un fiore, un animale....qualsiasi cosa che mi circonda e che merita sicuaramente maggior attenzione....e che stimola nuovamente la mia curiosità.

 

E' ovvio quindi che non conosco nessuno dei personaggi da voi citati, non frequento nessun forum ( ultimamente, a malincuore, non riesco nemmeno più a seguire questo , cerco di comprendere la tecnica evitando di scimmiottare i lavori degli altri.

 

Sono consapevole che la strada è lunga, ed il risultato non è affatto certo :biggrin:, però vorrei arrivare per gradi ad un linguaggio fotografico mio.

 

Forse non subire contaminazioni esterne può allungare il percorso che sto seguendo da perfetto autodidatta, potrebbe non condurmi a niente, ma se mi sarà concesso di portarlo avanti son curioso di vedere dove mi condurrà.

 

Negli ultimi scatti che ho fatto c'era l'intenzione di parlarne, un pò come ha fatto Moreno....ad aver tempo.

 

 

Quindi per rispondere proprio a Moreno...che fotografo sono ??

 

 

Non lo so :dntknw: ...vorrei scoprirlo anch'io :biggrin:

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Non conosco la storia della fotografia, non conosco la storia e le opere dei fotografi più famosi, non ne ho mai avuta , a ragione o meno, la curiosità....

...per caso mi sono avvicinato alla fotografia, ai suoi molteplici aspetti, e me ne sono innamorato, a prescindere da tutto.....

mi piace trovare l'attimo, la giusta luce, il particolare, il dettaglio che prima passava inosservato.....

...ormai spesso mi ritrovo a fissare piccole cose o grandi panorami, con un occhio diverso, diverso da quello che usavo prima, prima di mettermi dietro un mirino....

...ormai anche senza la digit dietro, mi ritrovo a scrutare sfumature e ad immaginare a come renderle immortali con uno scatto....

già uno scatto, un'attimo per sempre....

 

..prendo spunto da quello che Giacomo chiedeva qualche tempo fa.....

 

….perchè FOTOGRAFARE?

 

-per rendere un'attimo eterno

 

Vuoi dire qualcosa?

 

si voglio rendere indelebile quello che ho visto, far capire come vedo

 

Vuoi ricordare?

 

si, l'ho già detto, ricordare particolari che andrebbero persi nel tempo

Vuoi raccontare?

 

si, voglio tentare di raccontare me stesso, le mie emozioni, le mie paure, i miei pensieri, pensieri che a volte è più facile raccontare con uno scatto, piuttosto che con la voce...

 

Vuoi creare?

 

....no, creare una cosa che già c'è è impossibile, altrimenti non potrebbe essere fotografata.....quindi direi più che creare, rendere importante ciò che lo scatto fissa....

 

Fotografi per Te?

 

....no, visto che per me uno scatto corrisponde ad un'emozione e le emozioni è bello condividerle....

 

Per gli altri?

 

vedi sopra....

 

 

Io credo che:

scattare una foto senza motivo è come parlare se non si ha niente da dire.

Meglio star zitti.

Pensare.

Capire.

Quindi dire….

 

....uno scatto senza motivo, è un semplice scatto, uno scatto senza un futuro, uno scatto sbiadito....

 

Non si fotografa "per caso" ma è il frutto di un pensiero, e come tutti i pensieri, è importante nella misura in cui ci mettiamo dentro qualcosa di profondamente nostro.

 

....sicuramente ognuno di noi esprime diversamente il proprio vedere, a prescindere dalle regole, dai canoni, per questo ogni scatto parla di noi più di quanto si pensi...

 

Per ogni foto che scattiamo rendiamo immortale un attimo del nostro vissuto, un attimo dove tutto è reale ed è come noi lo abbiamo visto, credo sia importante, allora, non scattare a caso….

 

...se si ama la fotografia, impossibile scattare a caso

 

 

Questi i miei pensieri e le mie sensazioni dietro uno scatto, dietro un'attimo per sempre.....:give_heart:

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Vuoi creare?

 

....no, creare una cosa che già c'è è impossibile, altrimenti non potrebbe essere fotografata.....quindi direi più che creare, rendere importante ciò che lo scatto fissa....

Questi i miei pensieri e le mie sensazioni dietro uno scatto, dietro un'attimo per sempre.....:give_heart:

 

......creare è una parola grossa,

ma a volte la fotografia abbandona il reale ed entra nel pensato,

qui diviene arte, cioè "forma creativa di espressione estetica".

 

wink.gif

 

006.jpg

 

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......creare è una parola grossa,

ma a volte la fotografia abbandona il reale ed entra nel pensato,

qui diviene arte, cioè "forma creativa di espressione estetica".

 

wink.gif

 

006.jpg

 

 

....dare espressione al proprio sentire, catturare la realtà ed enfatizzarla proprio nel modo in cui tu in quel momento la vedi .....

 

dare spazio alla propria immaginazione e renderla reale attraverso un click..... bè si, questa è fotografia creativa.....

 

friends.gif

 

 

5367485687_9aff591a19_b.jpg

Modificato da bibbo
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....dare espressione al proprio sentire, catturare la realtà ed enfatizzarla proprio nel modo in cui tu in quel momento la vedi .....

dare spazio alla propria immaginazione e renderla reale attraverso un click..... bè si, questa è fotografia creativa.....

 

Hai ragione come un tramonto bianco......un modo forse un po strano di catturare la realtà :yes4:

 

DSC-9875.jpg

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  • 2 settimane dopo...

Enfatizzare la realtà per riporatre un sentire personale, a volte basta catturarla in momenti particolari come ha fatto Salvo....

bellissime le utlime due..... :clapping:

 

 

 

Moreno, guarda le sue foto e dimmi che ne pensi.....:friends:

 

 

Natsumi

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Enfatizzare la realtà per riporatre un sentire personale, a volte basta catturarla in momenti particolari come ha fatto Salvo....

bellissime le utlime due..... :clapping:

 

 

 

Moreno, guarda le sue foto e dimmi che ne pensi.....:friends:

 

 

Natsumi

 

:chin: chissà se è scivolata dopo il salto nel piatto doccia..:stretcher:

originale l'idea, ma gli sfondi non tutti mi piacciono...anche se apprezzo l'accostamento di colori in alcuni..

Modificato da 'l bulaier
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