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e sono ancora qui, tra le sponde di questo secco fiume..........


Vichingo

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Questa strada porta a un luogo dove la magia diventa realtà, dove tutto si trasforma senza aver bisogno di sogni esotici per poter volare.

L’acqua che sgorga dalla terra con polle gorgheggianti cominciando a scorrere lenta come vene naturali distribuendo la vita.

I verdi intensi, i marroni caldi dei terreni ararti di fresco che donano quei profumi intensi dileggiati dai chi non ha il cuore per capire che lì, è dove il tutto ha inizio.

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Chi è nato e cresciuto su questa terra piatta, orlata di filari di pioppi, querce salici e ontani sente fin da subito il suo fascino nascosto, legato ad un ancestrale richiamo della madre terra, oppure lo perde per sempre.

Se corri ti sfugge ogni melodia, ogni richiamo che lei ti manda, devi viverla intensamente e lei ti farà volteggiare nel suo ritmo nel suo profondo e intenso pentagramma.

Finisce lentamente il susseguirsi delle ultime colture, tanto che la luce trova una nuova intensità filtrata dalle chiome del bosco in raggi intensi e in mille sfaccettature delicate.

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Il bosco ti immerge in un fantastico teatro dove ogni angolo ti regala una storia diversa, dove ad ogni passo la scena cambia e gli attori sono diversi.

I suoni i canti i rumori sono note delle stesso spartito, come il silenzio, che improvvisamente cala mentre tu entri mesto per non disturbare.

Non sono molti quelli sanno ascoltare questa musica i più passano lunghi, raccolgono, rubano istanti e scappano via senza goderne a pieno, ma forse è meglio così.

Così fanno anche giunti al fiume, urlano si mescolano ai tanti che sdraiati al sole interrompono per un attimo la quiete, prendono un sasso e lo gettano via.

Sono solo gli uomini che legano la propria vita al bosco e al fiume quelli che entrano nell’anima vera della grande madre senza che il loro passo sia pesante, senza lasciare tracce del loro passaggio.

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Li vedi quando hai occhi, perché volano lievi tra le fronde degli alberi sono immagini che cogli per un attimo, poi se ne vanno alla ricerca di quella solitudine che è la sola via per conoscerne i segreti.

Io li vedo là sotto la grande quercia quasi riverenti passargli a fianco tenendo lo sguardo basso, li vedo alla fontana dissetarsi ancora con l’acqua sorgiva, non hanno paura loro, hanno la conoscenza che serve non l’ignoranza stagnante del chiassoso usurpatore.

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Il sentiero è per chi porta dentro di se l’insicurezza, di chi cerca la strada sicura, di chi ha paura della grande madre, di chi non sa ascoltare di chi non sa vedere.

Loro non passano mai dove le tracce degli uomini sono impresse nella terra, seguono il loro percorso segnato dal rispetto per ogni cosa sia lì, su o giù.

Amano inseguire il silenzio, ne hanno bisogno come se fosse il pane o l’aria che li sostiene, un passo mai greve.

I raggi tra le fonde bucano il viso dell’uomo, il loro è solo sfiorato protetto accudito illuminato, non spostano, scivolano via.

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Dedicato a quelli come noi, dispersi sulla penisola che scivolano via senza lasciare traccia, così nella felicità di essere diversi di essere ancora più animali.

 

 

ah niente funghi :)

Modificato da Vichingo
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L'uso arguto e piacevole del verbo te lo abbiamo sdoganato da tempo, vedo che anche la manina sul click della macchina fotografica non fa difetto.

Domani li tracce di ghiaccio, sarebbe bello vedere da una tua immagine una golena ghiacciata

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Dedicato a quelli come noi, dispersi sulla penisola che scivolano via senza lasciare traccia, così nella felicità di essere diversi di essere ancora più animali.

 

....

 

che son ventuti su un po' strani

 

....

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io non sono un bravo scrittore, anzi e per questo scrivo solo una riga

 

con grande stima posso ben dire che noto rispetto per la natura e tutto il resto che ti è vicino difficile da trovare in troppa gente ormai

 

a presto

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Giovanni io invece egoisticamente sono contento che siano ancora pochi quelli che sanno fermarsi e osservare la natura.

Io adoro l'Appennino e purtroppo sempre più spesso vedo orde di predatori che prima si occupavano solo dei porcini (e quindi li vedevi 1 mese all'anno), ora si interessano anche ai dormienti e allora la quiete dura poco.

 

Temo davvero che scoprano la bellezza della natura e lo facciano diventare un business... perchè quel giorno vedrai che a gente come me toglieranno la possibilità di andare nel bosco dove e quando mi pare e di restarci fino a che ho spazio nel mio cuore.

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L'uso arguto e piacevole del verbo te lo abbiamo sdoganato da tempo, vedo che anche la manina sul click della macchina fotografica non fa difetto.

Domani li tracce di ghiaccio, sarebbe bello vedere da una tua immagine una golena ghiacciata

la manina sul cellulare :) grazie

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