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Nel bosco e dintorni


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Non c’è un modo migliore di un altro per stare nel bosco, semplicemente da quando l’ho provato non ho più saputo smettere. Nel tempo ho sviluppato un modo personale di camminarci e di osservare quello che mi circonda e la cosa bella, almeno per me, è che ogni giorno non è uguale all’altro. Una volta vai per sfida per trovare anche solo un fungo quando sembra impossibile e scopri che alcuni boschi da porcini fanno anche qualche dormiente, giusto per dire che si trova qualcosa

 

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Poi ci sono le uscite in compagnia un po’ scanzonate, quelle dove ci si prende in giro e dove si cerca di non fare cappotto, l’importante è trovare un compagno così appassionato da andare nel bosco anche solo per fare due passi, per vedere una manciata di funghi, o per esplorare nuovi boschi in chiave futura

 

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Uscite in solitaria per saggiare la gamba e misurare la quota neve perché quello che conta a fine giornata è capire dove si da domani o la prossima settimana

 

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Altre volte si tarda due minuti a un appuntamento perché si ha un incontro che capita poche volte nella vita, anche se la foto dal finestrino della macchina è pessima

 

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Più scorre la stagione e più si devono giocare le carte migliori nella speranza che il mix poca acqua e vento possa premiare qualche bosco, ma non sarà così con tutte le fungaie che partono assieme e molte deserte come poche volte le ho viste

 

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Magari il giorno dopo prendo le donne pantofolaie e le porto in un posto scoperto di recente a sdraiarsi nel paleo al sole in una giornata bella ma fredda a 1.500 metri, sai mai che la piccola si appassioni al bosco

 

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E così si continua la stagione con poche soddisfazioni se non quella di calcare il bosco quasi in solitaria e godere di ogni attimo possibile, facendo tutti i giri anomali che i miei occasionali compagni di gite vivono come tentativi di depistaggio, ma che è il mio modo, sempre diverso, per arrivare in fungaia

 

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E poi mi sono ritrovato per 4 giorni a fila nel bosco, alla ricerca di dormienti e porcini con poche soddisfazioni e sensazioni di annata per ora non adatta ai funghi, con qualche ritrovamento sporadico e fuori stagione

 

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Nella giornata di libera uscita giro lungo con quasi 2.000 metri di dislivello ma goduti senza correre, tanto potevo stare nel bosco fino a tardi. E quindi qualche incontro strano (e per sua fortuna l’ho visto per tempo prima di pestare qualche ramo lì intorno con cui si era coperto)

 

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e poi l’incontro che sognavo da tempo, anche se in habitat diverso. Quante volte mi sono chiesto perché io che sono nel bosco ogni settimana, non sia mai riuscito (anche se non ho mai cercato notizie per agevolare l’incontro) a vedere un cucciolo di capriolo. Improvvisamente la madre mi attraversa la strada e io la guardo. Sto per ripartire e vedo alla sinistra della mia macchina il piccolo che si spaventa e si accuccia sulla strada, lo fotografo senza scendere e vado avanti cercando di capire se è malato o se ha problemi: arriva un’altra macchina, spiego la situazione ai due signori che scendono per fare la foto (senza toccarlo come mi ero raccomandato) e al lamento del cucciolo la madre torna su dalla foresta di corsa rischiando di scivolare e poi i due scappano assieme

 

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Decido che la giornata deve avere una degna conclusione: il crinale. Mi inerpico faticando tra caldo, mosche e stanchezza accumulata, vedo posti che mi riprometto di visitare in altri momenti e poi all’improvviso finisce il bosco e sei nudo. Le prime volte sul crinale mi sentivo molto a disagio, lassù si vive la forza della natura e la piccolezza di noi umani

 

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Mi piace l’idea che lassù puoi decidere di andare da una parte o dall’altra dove solo degli uomini stupidi potevano pensare di mettere dei confini territoriali

 

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E come sempre me la godo, mi sdraio nell’erba, mangio e mi riposo respirando l’aria fresca e guardandomi intorno, nonostante le mosche che rompono il silenzio

 

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