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Già si brucia


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Gli errori a mio avviso gravi nella ricostruzione stanno facendo il resto, non a caso il nostro rappresentante nella commissione tecnica per la ricostruzione si è dimesso!!

E' interessante cio'!

Quindi stanno reimpiantando la pineta e risistemando il resto in maniera errata?

Oppure come al solito.......magnano??? :P

Marco

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Sul ..."mangime" non mi pronuncio, ma sinceramente non credo. No il problema serio è la commissione insediata dal comune dopo mia richiesta all'assessore (all'epoca ancora contavo qualcosa.. :D ), vede si la partecipazione di moltissimi esperti di grande fama, ma il lavoro che ha prodotto (progetto) non è stato assolutamente soddisfacente.

In primis il progetto non prevede il ripristino della pineta, ma solo la piantumazione di pini lungo le strade ed in pochi altri luoghi, favorendo il leccio, già presente, ed alcune zone con altre specie quercine che oggi non possono sopravvivere in quella zona.

Tutto ciò con la motivazione che la tipologia forestale climax dell'area è la lecceta. In linea di principio non è del tutto errato, ma la pineta era lì in modo documentato da oltre 300 anni, quindi non ripristinarla è un falso storico.

In seconda battuta non si è tenuto conto delle modificazioni del terreno e della falda idrica superficiale, profondamente alterate dal'incendio e dalla selvaggia antropizzazione del circondario (per esempio i pozzi delle zone abusive ed ex-abusive dell'infernetto si ciucciano praticamente quasi tutta l'acqua dolce che scende dalla zona collinare, provocando l'ingressione di acqua salata dal mare).

 

Stranamente però i rilievi che vengono mossi dall'opnione pubblica riguardano una delle poche cose buone contenute in questo progetto, ovvero lo sfoltimento delle pinete da seme sopravvissute all'incendio, troppo fitte e deperienti!

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Buteo, è ovvio che sei molto più addentrato di me nella faccenda e mi interessa molto quello che dici. Io però, venuta da fuori e con la mia ordinaria ignoranza, sono sempre più convinta di una cosa... che la natura, se lasciata da sola e protetta dall'abuso, si rigenera, si trova un equilibrio. Forse quell'equilibrio non è quello che vorremmo noi, ma la mia convinzione è che in una riserva naturale dovremmo essere noi al servizio della natura. Non è il nostro ruolo di domarla o plasmarla per conformare ai nostri presupposti, che siano storici, che siano scientifici.

Abito qui da un paio di anni solo, ma quando ho cominciato a frequentare Castelfusano, c'erano zone estese devastate dall'incendio, dove l'uomo restauratore non aveva ancora messo piede, in piena rigenerazione rigogliosa con tutte le piante tipiche della macchia mediterranea in buone proporzioni - e anche begli alberetti robusti di Pinus pinea, di cui la presenza è comunque discutibile, se non come dici tu per ragioni storiche (ma poi, si potrebbe anche discutere sui meriti di scegliere come obiettivo del restauro un punto storico e non un altro, 300 anni mi sembrano ben pochi nella storia della natura).

L'anno scorso e quest'anno invece, queste zone già ad uno stato avanzato di rigenerazione, sono state devastate un'altra volta per piantare migliaia di piccoli pini, danneggiando irrevocabilmente la vegetazione circostante durante l'intervento e durante le attività seguenti di irrigazione. Per non aggiungere che la maggior parte di questi pini sono già morti.

Un'altra zona estesa è stata rasa al suolo per sperimentazione scientifica. Forse anche meritevole nelle interesse della scienza, ma del tutto fuori luogo in un posto talmente piccolo come Castelfusano, dove rappresenta una quota inaccettabilmente grande del superficie disponibile.

Per quanto riguarda il diradamento dei pini, pochi metterebbero in discussione il fatto che i pini sono troppi, alcuni come me sarebbero più propensi a lasciare la natura a fare il suo lavoro di selezione naturale, ma l'uomo diventa impaziente davanti a tempi così lunghi, e poi... dov'è il guadagno?

Il problema sta nel modo in cui il lavoro viene fatto. Mentre da una parte (zona Via del Lupo, per chi conosce la pineta) degli studi scientifici sono appena iniziati sugli effetti di vari livelli di diradamento, dall'altra, quantità enormi di pini sono già stati tagliati, senza nessuna gestione scientifica dell'intervento e spesso in modo barbaro, recando danni devastanti a zone limitrofi e gli alberi rimasti.

Castelfusano ha bisogna di poche cose per riprendersi... Un'ente gestore con niente da guadagnare oltre i finanziamenti normalmente disponibili per gestire una riserva naturale, un bel recinto robusto tutto intorno, un sistema di permessi per entrare e guardie parco motivate e con autorità fattiva.

Infine, ha soprattutto bisogno che un concetto fondamentale sia rispettato - che in una riserva naturale, l'uomo è al servizio della natura, non la natura al servizio dell'uomo. Se la volontà politica non è quella, che siamo onesti almeno... richiamiamola un "parco urbano" e smettiamo di prenderci in giro, Sarah

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Beh... se non sbaglio la pineta di Castelfusano è in realtà, dal punto di vista storico, una coltivazione di piante da pinoli, voluta dai Chigi nel 1700; quindi il valore "naturale", come quello di tutte le altre pinete mediterranee, è praticamente vicino a zero; questo non vuol dire che non valga nulla, per carità, anche il valore "naturale" del Colosseo o del Louvre sono praticamente zero, e non è questo un buon motivo per bruciarli. E, oltretutto, a partire da un intervento del tutto artificiale, nel tempo si sono stabiliti una serie di nuovi equilibri, di nicchie e di micro-ecosistemi che hanno indubbiamente il loro interesse ed il loro diritto di continuare ad esistere.

 

Nel mio giardino c'erano 70 pini neri; brutti, fuori posto, stentati su un terreno argilloso e asfittico, tanto che, quando comprammo casa, il primo impulso fu quello di farli fuori tutti, per sostituirli con latifoglie autoctone.

 

Ma quando cominci a "entrare in sintonia" con gli scoitattoli, i picchi verdi, tutti gli uccelli che usano da decenni i tuoi pini come posatoi, per farci i nidi, ..., non hai più il coraggio di abbatterli.

 

Tutti i castelli romani sono, tranne oasi felici come il famoso bosco del Cerquone, un immenso castagneto artificiale, piantato in epoca medioevale, decisamente azoico rispetto a boschi quali quelli di Oriolo, Manziana, Tolfa. Io preferirei le querce ed il bosco originario, ma è giusto rimettere "le cose a posto"?

 

Paolo

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Credo che stiamo dicendo più o meno la stessa cosa Paolo. Il valore di Castelfusano non è tanto sul livello naturalistico in quanto tale, ma semplicemente che è tutto quello che c'è in assoluto nella vicinanza. Gran parte della Riserva è ancora, infatti, pineta storica e nessuno sognerebbe (spero) di interferire con quei pini magnifici che ormai sono completamente integrati con la flora più indigena. E' giusto che siano protetti, ma di distruggere zone ampie di piante indigene rigenerate rigogliosamente dopo l'incendio per piantare quantità enormi di pini coltivati in vivaio e che devono essere mantenuti precariamente in vita da interventi di irrigazione costosissimi mi sembra tutt'altra storia. Io sarei in favore di lasciare la natura a "mettere a posto" da sola e da quello che ho potuto vedere a prima mano, farebbe un ottimo lavoro se soltanto lasciata in pace, Sarah

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Inviato (modificato)

Ieri mattina ero con mio figlio dall'altra parte della pineta. Stavo dicendo a lui che era un giorno perfetto per gli incendiari - vegetazione secchissima, sole e vento forte dal mare - e in quel momento preciso abbiamo visto fumo che sembrava di venire dalla parte di Via del Circuito. Era questo l'incendio o c'era anche un'altro ieri sera? Non ho avuto il tempo ancora di andare a fare un sopralluogo. Che strazio, Sarah

Modificato da lynkos
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Io sarei in favore di lasciare la natura a "mettere a posto" da sola e da quello che ho potuto vedere a prima mano, farebbe un ottimo lavoro se soltanto lasciata in pace, Sarah

 

Hai perfettamente ragione pero' e' un utopia.

Io sono stanco dopo incendi devastanti di sentire tavole rotonde, con tanti discorsi, molti dei quali concedimi il termine a "bischero" si dice in toscana.

 

L'uomo c'e' e deve intervenire,

ci vuole di trovare la giusta misura,

secondo me sta in mezzo,

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Qui però mi riferivo non agli incendi che si fermeranno esclusivamente quando le forze d'ordine riescono a trovare, arrestare e condannare i colpevoli a tutti livelli della filiera, ma all'insensata manomissione dell'ambiente in assenza totale di un piano coerente di gestione. Castelfusano credo che sia un caso del tutto particolare e la risoluzione dei tanti problemi deve essere cercata prima di tutto sul livello politico, altrimenti la distruzione continuerà, Sarah

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Qui però mi riferivo non agli incendi che si fermeranno esclusivamente quando le forze d'ordine riescono a trovare, arrestare e condannare i colpevoli a tutti livelli della filiera,

 

Scusami ma questa parte e' utopia,

il resto va bene.

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