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Anemone nemorosa


cinzia

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Anemone nemorosa L.

 

Famiglia: Ranuncolacee

Nomi comuni: Anemone bianco, Anemone dei boschi, Silvia

 

Etimologia: L’origine del nome di genere sembra legata alla parola greca anemos, vento, per la facilità con cui cadono i tepali del fiore, alcuni comunque ritengono di ricercare l’origine nel termine latino anima. Il nome specifico nemorosa indica l’ambiente boschivo in cui la specie vegeta dal latino nemus (nemoris), bosco.

 

Descrizione: Pianta perenne con estesi rizomi e fusti eretti alti 10 – 30 cm.

 

Foglie: Le foglie basali sono palmato partite con lamina profondamente divisa in sottili lacinie e sono picciolate. Le foglie cauline sono simili a quelle basali ma con picciolo più breve e sono riunite a verticillo nell’ultimo terzo dello stelo fiorale.

 

Fiori: solitari, del diametro di 3 – 5 cm, portati da un peduncolo di lunghezza variabile, sono attinomorfi, cioè a simmetria raggiata, con 6 petali bianchi e nella faccia esterna sono, a volte, soffusi di rosa. I petali in realtà sono costituiti da sepali di aspetto petaloide di forma ovoide lunghi circa 2 - 3 cm. Il fiore non contiene nettare ed è solo debolmente profumato, non mostra alcuna emissione di UV ma i petali sono invece fortemente riflettenti nell’IR e sono rese molto evidenti le nervature dei petali che indirizzando gli insetti impollinatori verso la parte fertile del fiore. Fiorisce da Marzo a Giugno a seconda delle quote e dell’esposizione.

 

Frutto: Il frutto è composto da numerosi acheni di aspetto lanoso

 

Habitat: boschi e boscaglie ma anche prati soprattutto in ambiente umido e ombroso con terreno ben umificato, in boschi di latifoglie, prevalentemente in faggeta e querceto, sovente vicino all’acqua.

 

Distribuzione: Pianta di zone temperato fredde a distribuzione circumboreale, dalla pianura fino ad oltre 1000 metri

 

Applicazioni fitoterapiche: Per la sua tossicità l’uso erboristico di questa pianta non è più praticato la pianta, oltre che tossica, è irritante e può provocare lesioni e vesciche alla pelle. Veniva usata in passato come revulsivo, emmenagogo e contro i dolori articolari e l’emicrania. Contiene saponine tossiche pertanto l’uso erboristico e l’automedicazione sono assolutamente sconsigliate. Linneo racconta di mucche intossicate per averlo mangiato fresco pur dopo aver tollerato la presenza di questa pianta nel fieno consumato durante l’inverno. Con il macerato di foglie si produceva una specie di aceto che mantiene le proprietà irritanti della pianta e poteva essere usato in alternativa alla senape.

 

Curiosità: Assomiglia moltissimo all’Anemone trifolia L. dal quale si distingue per il colore delle antere che sono completamente bianche o al più con sfumature azzurre in A. trifola mentre sono gialle in A. nemorosa, anche la suddivisione della foglia appare abbastanza diversa ad un occhio attento essendo questa soltanto tripartita in A. trifola e invece più profondamente divisa in A. nemorosa. Può essere confuso anche con Anemone sylvestris L. che ha pianta e fiori un po’ più grandi e che in Italia è presente solamente in alcune stazioni Alpine tra Piemonte e Trentino.

 

La caducità dei fiori ha reso gli anemoni simbolo dell’abbandono e della brevità delle gioie d’amore, e con questo significato gli anemoni bianchi sono dipinti nel quadro della Primavera del Botticelli. Gli antichi Egizi associavano questi fiori alla malattia e per gli Etruschi essi rappresentavano i fiori dei morti, associazione che si trova in parecchie altre culture. I Romani antichi usavano l’anemone come protezione contro le malattie e le febbri e si cingevano il collo con coroncine di questi fiori, tradizione che in alcune aree si è protratta per secoli. Considerati fin dai tempi antichi i fiori del vento e quindi della Primavera sono stati cantati da molti poeti, Plinio scriveva “Timido anemone che non schiude le sue labbra fino a che non sono accarezzate dal vento”. Secondo la mitologia Greca l’anemone nacque dalle lacrime di Venere mentre la dea vagava per i boschi piangendo per la morte di Adone.

La pianta è facilmente attaccata da funghi parassiti del genere Puccinia che alterano la crescita delle foglie. Un altro fungo tipicamente legato all’Anemone nemorosa è un ascomicete, Dumontinia tuberosa che attacca il rizoma.

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