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Weekend in Fiemme


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Una brevissima premessa. Sarà un thread lungo, più per i testi che per il numero delle foto. Mi va così, ho voglia di raccontare, di raccontarmi. Ho tante cose in testa e non le voglio tenere per me...

 

 

 

Non ci speravamo più.

E invece siamo riusciti a ritagliarci un weekend in Val di Fiemme.

 

Riaffacciarci dal balcone di casa. Dopo un po’ chiudere gli occhi e ripercorrere idealmente il profilo della cresta dei Lagorai di fronte.

Lì, a sinistra del fiore, c’è l’amica piramide del Cimon di Val Moena. Ed il ricordo di una tribolata, ma impareggiabile ascensione.

 

Respiro profondamente le fresche ventate che ci avvolgono. Pregustando domani…

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Prima ancora che fungaioli e/o escursionisti, Maria ed io siamo turisti, amanti delle belle comodità. Due che si vogliono gustare anche le opportunità ed i comforts cittadini che il bel paese di Cavalese di anno in anno elargisce sempre più. :biggrin:

 

Così alle 7.30 di sabato siamo scesi a far colazione presso il forno-pasticceria-caffetteria più rinomato del capoluogo.

 

Alla fine, con la bocca ancor dolce e la scossa del caffè in corpo, partiamo.

 

Risaliamo i larghi tornanti che portano a Varena attraverso ampi prati e pascoli bassi. Attraversiamo il paese e proseguiamo per la strada statale del Passo di Lavazè, boicottando i boschi sulla sinistra, quelli che, per intenderci, scendono dal versante sud-orientale del Corno Nero.

 

La nostra meta è infatti il bosco del Passo di Pramadiccio. E’ questo un insignificante scollinamento stradale fra la Val Gambis e la Val di Stava. Il passo in questione si trova poco dopo il Pian di Bedolè, che prende il nome dalle tante betulle che lo contrassegnano.

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Modificato da daiano
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Il bosco è quasi completamente pianeggiante e quindi adattissimo ai miei mezzi fisici. :biggrin:

E’ un misto abete rosso-pino silvestre, l’ambiente ideale per il Boletus pinophilus, da inizio a fine stagione. :biggrin:

 

Nel luglio del “lontano” 2004 ho fatto conoscere questo bosco ad alcuni forumisti di allora, alcuni dei quali sono qui in APB, altri invece sono rimasti di là, c’est la vie.

Ad anni di distanza non mi sono mai pentito della scelta fatta. In quella giornata ho visto attorno a me facce sorridenti, soddisfatte, riconoscenti. E nel tempo ho visto andarci tanti altri forumisti ed uscirne sempre con facce altrettanto sorridenti e soddisfatte.

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Per non smentirsi, il bosco regala a Maria (è sempre lei, ormai, a rompere il ghiaccio :biggrin: ) un bocciolo di rosso, che doverosamente e giustamente lasciamo in loco, perché privi di permesso e per la minuscola stazza del funghetto. :biggrin:

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Bighelloniamo nel bosco così, placidamente, cercando di ripristinare un rapporto che s’era affievolito, stemperato nella memoria.

 

Compare così una piccola Amanita che, se ricordo bene… :biggrin:

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…è un fungo che s’è ritagliata la nomea di “marcabrisa”. Ed infatti, ad un solo metro di distanza, affiora il piccolo cappello d’un giovin edulis. :biggrin:

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Piano piano s’avvicina l’ora di pranzo. Come spesso succede quando siamo quassù, decidiamo d’andare nella nostra amatissima Aldino, sull’Altopiano delle Regole, appena al di là di Fiemme e già in Provincia di Bolzano. :biggrin:

 

Il tempo sta cambiando molto in fretta. Nuvoloni neri stanno correndoci incontro provenendo dalla Catena della Mendola.

 

Ad Aldino è già tutto coperto. A Lerch, qualche km più in alto, stanno scendendo fredde secchiate d’acqua.

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Dopo pranzo vorremmo effettuare il solito giretto, andarci a sedere sulla nostra panchina “affacciata alla Valdadige”, ma tutt’attorno a noi è acqua e nebbia e freddo. Appena 9 °C.

 

Sorella strada, oggi non ci incontreremo. Stai scomparendo agli occhi, ma non a quelli della memoria.

Acqua sull’asfalto. Una piccola lacrima di rimpianto.

 

Ritorniamo in Fiemme. Sono le 15. E piove a più non posso.

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Quanto è incredibile la montagna ! Alle 17 il cielo si apre. Erompe l’azzurro risucchiando l’umidità dal fondovalle.

Nell’animo torna una piccola gioia. Luce dello spirito. Ottimismo benefico. :friends:

 

Il sole accarezza il Cimon facendolo spiccare da tutti i Lagorai. Mentre la “cipolla” di Daiano ancora intristisce al buio del maltempo che fugge.

 

Dedico questa foto al carissimo Albe. :biggrin: Vista la sua “predilezione” per il tardo barocco… :biggrin:

 

Arriva sera e dopo cena ritorna a piovere e fa sempre più freddo.

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Domenica mattina. In quota la pioggia era neve. La temperatura minima notturna era scesa infatti a 5 °C, a Daiano, a 1200 metri.

 

La Pala di Santa, ma soprattutto il Latemar, ci rivelano questa bellissima novità. Una gioiosa vena di più… :biggrin:

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Ecco Cima di Cece, laggiù, disegnata in un cielo quanto mai terso, celeste e celestiale. Completamente ricoperta del “bianco mantello”.

Provo ad immaginare l’immane conca di sfasciumi, sotto la vetta, sepolta dal sottile candido tappeto.

 

Come sempre, quando sogno ad occhi aperti, mi commuovo istantaneamente. Un piccolo magone che si deve sciogliere, come presto farà anche quella neve…

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Per questa mattina avevamo programmato d’andare a visitare il bosco di S. Lugano. Che inizia poco sotto la chiesetta posta sulla omonima sella e scende dolcemente verso la Conca di Aguai. E’ un’abetaia, principalmente, inframmezzata da un ciuffo di betulle, qualche immancabile larice e pochi pini. Regno di edulis, di galletti e di finferla pregiata. :biggrin:

 

Attorniamo le macchie d’abete e pino in cerca della finferla, appunto. Confidando nelle recentissime piogge.

 

Stamani, invece, solo qualche timida mazza di tamburo calca la scena.

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Il nostro passo lento e dinoccolato ci consente d’apprezzare i tanti colori che costellano il bosco.

 

L’acqua non è ancora svaporata dalle bacche, che ci premuriamo di non urtare, magari con un’improvvida manovra di macrofotografia… :biggrin:

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Il bosco ha termine sulla Conca di Aguai. Un’ampia radura circolare chiusa fra i monti di Carano e quelli di Anterivo, cittadina ai margini del Parco Naturale del Monte Corno (di Trodena).

 

Negli anni è gradatamente aumentato il numero delle case, ma la conca è ancora grandissima, e nascosta ai più, cioè ai turisti che frettolosamente transitano in valle alla volta degli agognati centri di villeggiatura.

 

Laggiù si elevano i Lagorai di Valfloriana, oltre cioè la mitica Val Cadino, che è il vero, grande serbatoio di legname pregiato della Val di Fiemme. :biggrin:

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Inviato (modificato)

Gli astri sul terreno vanno sfaldandosi. Belli, ma effimeri.

Come tante cose su questa nostra terra...

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Modificato da daiano
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